A Roma per presentare la commedia In Her shoes - Se fossi lei, Cameron Diaz e Toni Collette, oltre naturalmente al regista Curtis Hanson, hanno risposto con interesse e cordialità alle domande della stampa.
Il film vive su due registri: uno più brillante, l'altro più intimista. Quale parte del film vi è piaciuta di più? Cameron Diaz: Ho amato tanto il personaggio di Maggie, in tutto, dall'inizio alla fine, dalla parte più oscura di questa ragazza problematica fino alla transazione conclusiva, all'incredibile viaggio che compie con sua sorella, altro personaggio davvero bellissimo.
Toni Collette: Concordo! E' veramente difficile trovare una sceneggiatura così sincera dal punto di vista emotivo: qui abbiamo a che fare con personaggi costretti a cambiare, anche se è molto doloroso. E' stato fantastico partecipare ad un film che ci ha offerto un affascinante processo di metamorfosi personale.
E quanto al regista, nei suoi film i personaggi femminili sono sempre ben caratterizzati: che cosa pensa delle donne, a livello cinematografico?
Curtis Hanson: Sono molto felice di questa considerazione. Pensi che in America invece, mi chiedevano il perché di quest'approccio così insistente sulle donne anziché sugli uomini, come se stavolta avessi proposto qualcosa di diverso da ciò che faccio generalmente. In realtà anche Kim Basinger era il cuore di L.A. Confidential, questo perché ritengo che per certi aspetti le donne siano meno confuse degli uomini. E' bello trovarmi in un paese che ama le donne tanto quanto le amo io!
Per i personaggi femminili del film, la sceneggiatura di Susannah Grant è stata illuminante: parte da un incontro con Maggie, ammirata per tutto ciò che la nostra società ammira cioè vestiti, bellezza, corpo, in una scena di sesso, in bagno, ubriaca, con uno sconosciuto. Dopo questo inizio forte, ho letto del personaggio di Rose, che è diventata adulta e genitore di Maggie ancor prima di crescere lei stessa. Questi due personaggi mi hanno subito colpito talmente che non c'era speranza che non ne facessi un film, dovevo provarci! Anche le donne anziane della casa di riposo in Florida hanno le stesse caratteristiche malgrado l'età. E' vero quindi che sono nello specifico tutti temi femminili, ma credo siano anche maschili: umani.
Come avete vissuto ed interpretato i vostri ruoli? Toni Collette: Amo cambiare ruoli, per un attore qualunque ruolo è una sfida che poi, dopo un processo di lavoro sul personaggio, diventa una gioia.
Cameron Diaz: E' raro avere fra le mani una sceneggiatura che ti propone un personaggio così interessante che ti consenta di viaggiare insieme a lui. Non ho ancora trovato riferimenti diretti con la mia esperienza di vita, ma ho trovato comunque positiva un'empatia istintiva con Maggie: una sfida e una gioia, ha ragione Toni.
E che sfida rappresenta per voi sorprendere il pubblico?:
Toni Collette: La sfida principale è proporre l'interpretazione più reale e sincera possibile e la cosa più importante è sorprendere innanzi tutto me stessa: solo così posso trasportare emozioni nell'anima dello spettatore.
Cameron Diaz: Un film lo fai più per te che per gli altri, questo discorso vale in particolar modo per me: non sono il tipo d'attrice che pensa di essere più felice quando uscirà finalmente il film, io provo una forte sensazione mentre lo sto interpretando, è un'esperienza personale. Non credo all'inserire la gente in categorie prestabilite, amo recitare i ruoli più diversi perché mi arricchiscono tutti... Ok: la cena di ieri sera forse m'è rimasta nel cervello, più che nello stomaco!
Curtis Hanson: Come regista adoro recarmi in posti diversi fra loro, come un viaggiatore che esplora ogni tipo di paese, e nei miei film cerco di ricreare fino al minimo dettaglio le locations, i costumi e così via. Ma una volta fatto tutto questo, quando si spengono le luci sono gli attori che restano con il pubblico, quindi sono fondamentali le loro performance. E spesso mi aspetto la sorpresa dai miei attori, sono spettatore io per primo di ogni mio film. Ed in effetti sono stato sorpreso dalle tre interpreti femminili di In her shoes, da Cameron, Toni e Shirley, perché si sono rivelate ottime esploratrici, nel senso che dicevamo prima.
Com'è stato lavorare con Shirley MacLaine? Toni Collette: Sono una grande fan di Shirley, quando la incontrai ero molto tesa ma presto mi accorsi che era inutile, perché avevo davanti una persona franca, generosa e disponibile.
Cameron Diaz: Shirley è un mito del cinema, anche il nostro primo incontro è stato bello perché è una persona vitale, curiosa della vita, giovane dentro.
Curtis Hanson: Entrambe, come vedete, hanno detto la stessa cosa in modi diversi e anche io mi sono accorto con quanta spontaneità le donne riescano a parlare da subito di tutto, sesso, amore, vita... Noi eravamo tutti fans di Shirley, essendo il più anziano io ancora di più. Prima del casting le ho parlato francamente, dicendole che è veramente grande, una donna forte e potente, ma il suo personaggio sarebbe stato invece riservato, una signora calma che si nasconde dalla vita.
Lei si chiedeva se fosse o meno un complimento, poi capì che era una sfida. Credo proprio che la sua interpretazione sia stata un tranquillo miracolo.
In cosa vi rispecchiano i personaggi che interpretate?
l
Toni Colette: In ogni ruolo c'è sempre un po' dell'attore, ma io non saprei indicare un aspetto in particolare. Solo un suggerimento: giriamo un sequel qui a Roma con noi che facciamo shopping, di scarpe ovviamente, tutto il tempo!
Cameron Diaz: Di mio c'è sicuramente l'interpretazione del personaggio, che però è diversissimo da me e qui sta il bello, poter vivere un mondo che non è il mio. Sono felicissima di aver ricoperto il ruolo di Maggie, ma anche di non avere nulla in comune con lei, se non forse un grande narcisismo! Per il resto, pur di partecipare a questo film, avrei interpretato qualunque altro ruolo.
E le protagoniste, nella realtà, che scarpe indossano e quante ne comprano? Cameron Diaz: Ecco la domanda più importante! Non le ho contate e non riuscirei mai ad indovinare, ma le porto preferibilmente basse perché preferisco il comfort nella vita quotidiana, quindi stivali con tacco basso. Portiamo il 39 (size 9), vero?
Un'ultima domanda: Cameron Diaz è presente in molte copertine di giornali per teenager: che effetto le fa? Cameron Diaz: Mi sono sempre considerata un ragazzaccio quattordicenne e non ho alcuna intenzione di crescere adesso! Viviamo in una società ossessionata dalla giovinezza, mentre quello che ci serve davvero è l'energia impiegata in qualcosa d'importante: lo spirito giovanile è qualcosa che deve venire da dentro, credo che in Italia ci sia di più che in America, dove si mettono addirittura da parte gli anziani senza tener conto della loro saggezza. Essere giovani è trovare sempre qualcosa d'interessante, d'eccitante, di divertente nella vita.
Curtis Hanson: E' vero che Cameron ha moltissimi fans adolescenti, una delle prime cose di cui abbiamo discusso io e lei è stata la scena di Maggie nello studio di MTV, in cui lei entra con un look e una sicurezza che tutte le ragazze americane vorrebbero avere e tutti i ragazzi americani vorrebbero vedere nelle loro fidanzate. Eppure, quando poi scopre di dover leggere sul globo, tutto questo viene sostituito da insicurezza e paura. Il contenuto di questa scena era già un motivo sufficiente per realizzare questo film.