Verrebbe da pensare che David Duchovny si sia a tutti i costi voluto immergere in un ruolo del tutto diverso da quello che l'ha reso famoso in tutto il mondo e a cui sarà inevitabilmente e indissolubilmente legato per sempre, quello dell'agente speciale Fox Mulder che è protagonista di X-Files. Un pensiero che nasce spontaneo anche in vista delle riprese da poco iniziate del secondo lungometraggio ispirato alla popolare serie anni '90, che lo vedrà tornare al fianco di Gillian Anderson per risolvere un nuovo, inedito caso ispiegabile.
Una parentesi quantomeno necessaria, soprattutto in vista dei poco incisivi ruoli che l'attore è riuscito ad ottenere nel dopo X-Files, quindi non stupisce l'impegno che Duchovny ha profuso nella realizzazione di Californication, di cui è anche produttore esecutivo insieme all'autore Tom Kapinos, che ha scritto per lui il ruolo di Hank Moody, scrittore newsyorkese di successo che si trasferisce a Los Angeles e cerca di portare avanti le complesse relazioni che con la sua precedente partner Karen (Natascha McElhone) e la figlia adolescente Becca.
Tasferitosi a Hollywood quando il suo romanzo viene opzionato per diventare film e poi per niente soddisfatto dell'adattamento subito, che ha trasformato il suo romanzo dark in una commedia romantica, Moody entra in piena crisi creativa, aggravata dalla difficoltà di gestire i complessi rapporti con la sua ex, di cui è ancora palesemente innamorato nonostante sia prossima al matrimonio, con la figlia Becca e con la serie di donne con cui continua ad avere rapporti occasionali, una lista piuttosto ampia di cui fa parte anche Mia, figlia sedicenne del promesso marito di Karen, il cui status di minorenne non era noto a Moody al momento del loro eccentrico rapporto.
Cinico, sessuomane, pessimista e misogino, dedito all'alcohol e dal comportamento non certo esemplare, non si può dire che Moody sia il modello dell'eroe positivo, ma è del tutto a suo agio sugli schermi della Showtime che manda in onda la serie, un network che ci ha abituato a situazioni e personaggi come quelli di Dexter e Weeds, per citare due show noti anche nel nostro paese. Così come a suo agio risulta Duchovny nel ruolo dello scrittore maledetto, diventando il fulcro intorno al quale ruotano le situazioni create da Kapinos e messe in scena con brio e la giusta dose di trasgressione, a partire dalla sequenza iniziale del pilot che vede Moody protagonista di una visione onirica proibita e blasfema.
Una trasgressione che si riscontra anche nei dialoghi che animano la serie, brillanti, ironici e vivaci, politicamente scorretti ma mai gratuitamente volgari, che possiamo considerare un altro dei punti di forza dello show, ma che fanno temere in vista del prossimo adattamento per l'Italia: probabile infatti la messa in onda da parte di Jimmy a partire dal mese di Marzo.
Anche in USA, però, non sono mancate le ovvie proteste da parte dei gruppi più conservatori riguardo la natura trasgressiva dello show, con l'invito al pubblico di boicottare i prodotti degli inserzionisti di Californication, un invito che ha portato gran parte di essi a ritirare le proprie pubblicità. Ma quella del pubblico non è stata l'unica protesta che la serie ha dovuto subire: si è aggiunta infatti una querela da parte della band dei Red Hot Chili Peppers, che accusava la produzione di aver usato illegalmente il titolo del loro album del 1999.
Ciononostante, l'accoglienza della critica è stata per lo più positiva ed ha condotto alla nomination di Californication come miglior serie nel settore commedia per i prossimi Golden Globes, accompagnata dalla candidatura del protagonista Duchovny tra gli attori protagonisti; un'accoglienza confermata da un discreto riscontro anche da parte del pubblico, sia in termini di ascolti che di rating, che ha portato la Showtime a confermare la serie anche per una seconda stagione, le cui riprese dovrebbero iniziare ad Aprile 2008 (il condizionale è d'obbligo considerando l'ancora attivo sciopero degli sceneggiatori).