A solo un anno di distanza dal commovente Big Fish, Tim Burton è atteso sugli schermi con due nuovi lavori: La fabbrica di cioccolato e The Corpse Bride. Il primo ad uscire sarà il remake della pellicola del 1971 diretta da Mel Stuart ed ispirata ad un classico della letteratura per l'infanzia, La fabbrica di cioccolato, di Roald Dahl.
Dopo Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie, questa è la seconda volta che Burton sceglie di realizzare un remake accostandosi ad un'opera famosissima, ben presente nell'immaginario collettivo di coloro che negli anni '70 erano bambini (e non); operazione piuttosto rischiosa visto che Planet of the Apes, nella filmografia dell'autore californiano, è forse l'opera meno personale e sentita, sicuramente la meno apprezzata dalla critica, ma stavolta, almeno sulla carta, le cose sembrano essere molto diverse. Il libro del gallese Dahl sembra scritto apposta per essere tradotto in immagini dalla fantasia anarchica e visionaria di Burton: la fabbrica di Willy Wonka, con i fiumi di cioccolato che vi scorrono all'interno, i suoi piccoli abitanti-operai, i curiosi Hoompa Loompa, e le strampalate invenzioni culinarie sembrano già appartenere agli universi fantastici del folletto di Burbank, basti pensare al laboratorio di Vincent Price, dove viene partorito l'automa Edward, ed ai macchinari che vi si trovano dentro, all'universo diabolico del plastico eletto a dimora dal fantasma Beetlejuice o alla casa di Pee Wee Herman nel primo lungometraggio diretto da Burton, Pee Wee's Big Adventure.
Il regista stesso giustifica la sua scelta con la volontà di restituire a Willy Wonka lo spirito caustico e lievemente inquietante che, peraltro, contraddistingue decisamente il romanzo: la versione cinematografica del 1971, infatti, risulta eccessivamente buonista e zuccherosa, priva di quell'atmosfera dark e della feroce ironia che sono parte integrante dello stile di Dahl, tanto che lo stesso scrittore detestò la pellicola quando la vide. Quanto ad atmosfere dark Burton non è secondo a nessuno e questa è già una garanzia per gli appassionati del romanzo, in più, come protagonista della pellicola, il regista ha scelto quello che ormai non può non essere considerato il suo alter ego, Johnny Depp, che prende il posto che fu del grande Gene Wilder, promettendo un'interpretazione virata su toni molto più estremi: il suo Willy Wonka si annuncia, infatti, come un incrocio tra un imbonitore tv e Marilyn Manson. Per ora le immagini che circolano hanno svelato un Depp nuovamente stravolto nell'aspetto fisico: occhialoni neri, parrucca stile Beatles prima maniera, denti finti (con tanto di padre dentista interpretato da Christopher Lee e totalmente estraneo alla vicenda originale) e ghigno beffardo. Le premesse per un'altra favola punk e postmoderna alla "Tim Burton" perciò ci sono tutte, non resta che vedere il risultato.
Molto poco si sa invece di The Corpse Bride, secondo lungometraggio interamente realizzato in stop motion, che, come il precedente Nightmare Before Christmas, ha richiesto una lunghissima gestazione. Previsto per settembre, The Corpse Bride è ispirato ad una fiaba tradizionale ebreo-russa del XIX secolo, derivante dalle feroci pratiche antisemite piuttosto diffuse all'epoca, tra cui l'uso di irrompere nei cortei dei matrimoni ebrei per rapire, uccidere e seppellire la sposa ancora nel suo abito nuziale, impedendo così la nascita delle nuove generazioni. Come è tipico di Burton, le atmosfere orrorifiche alla Romero si mescolano qui col suo peculiare humor, promettendo una vicenda estremamente macabra e divertente. Per il regista di Burbank sembra valere il detto "Squadra che vince non si cambia", infatti anche in questo caso, i collaboratori di cui si è circondato sono sempre gli stessi dei precedenti lavori; per la parte tecnica, particolarmente delicata nell'animazione a passo uno, troviamo la fondamentale presenza di Pete Kozachik, il maggior direttore della fotografia per i film in stop motion, nonché supervisore agli effetti visivi: sono suoi sia James e la pesca gigante (anch'esso tratto da un romanzo di Roald Dahl e prodotto da Burton nel 1996) sia Nightmare Before Christmas, accanto a lui il coregista Mike Johnson, già animatore nelle due precedenti pellicole. Per quanto riguarda i doppiatori dei vari personaggi, Tim Burton si è affidato ancora una volta a Johnny Depp ed alla compagna Helena Bonham Carter, la "sposa cadavere" del titolo, che prestano le loro voci ai pupazzi in plastilina le cui fattezze ricalcano in buona parte quelle dei loro alter ego umani, accanto ai due Christopher Lee, altro abitué, ed Emily Watson. Fondamentale come sempre l'apporto di Danny Elfman per le colonne sonore, il suo sodalizio con Burton dura da ben vent'anni, interrotto solo dallo sporadico episodio di Ed Wood, e l'affinità artistica che lega i due autori si manifesta qui ampiamente diversificandosi nelle canzoni dal ritmo incalzante cantate dagli Oompa Loompa e nelle atmosfere cupe e romantiche che rievocano le melodie russe ottocentesche ed accompagnano la sposa nel suo ritorno dall'al di là.