Don't You (Forget About Me) cantavano i Simple Minds sui titoli di testa di Breakfast Club, il film cult anni Ottanta che, finalmente, arriva in streaming su Netflix dal 10 aprile. E non ce lo siamo certo scordati. Così come se lo ricorda bene un'intera generazione di registi, sceneggiatori, showrunner che, più o meno consciamente, hanno riportato in scena caratteri e situazioni del famoso film di John Hughes del 1985. Spesso riprendendone i temi, il taglio, le atmosfere. A volte addirittura riproponendo la storia del film, con i personaggi delle loro serie nella stessa situazione di quelli della storia originale, per un vero omaggio al film di Hughes. Breakfast Club è il padre di tutti i teen drama, che siano declinati in forma di film o - sempre più spesso recentemente - in forma di serie tv.
Finalmente, dopo averlo visto citato praticamente ovunque, potremo trovarlo in streaming su Netflix, dove, ricordiamolo, ci sono altre due perle d'annata di John Hughes, cioè Una pazza giornata di vacanza (Ferris Bueller Day Off) e La donna esplosiva (Weird Science). Breakfast Club inizia con una citazione di David Bowie, tratta da Changes. "And these children that you spit on as they try to change their worlds are immune to your consultations. They're quite aware of what they're going through". "E questi bambini su cui sputi mentre cercano di cambiare i loro mondi sono immuni dai tuoi consigli. Sono ben consapevoli di ciò che sta loro accadendo". Fu Ally Sheedy a suggerire la citazione a John Hughes, che apprezzò e decise di aprirci il film.
La trama: metti un giorno in biblioteca
Per chi ancora non la sapesse, la trama di Breakfast Club è molto semplice. Potrebbe essere quella di una pièce teatrale. Cinque studenti del liceo vengono messi in punizione, per vari motivi, e si trovano costretti a passare tutto il giorno, insieme, in biblioteca. Il preside assegna loro un tema: "Chi sono io". Dopo le prime schermaglie, che non presuppongono nulla di buono, i ragazzi cominciano ad aprirsi. I cinque sono diversi ma uguali: ognuno di loro, in fondo, ha un problema di qualche tipo in famiglia. E ognuno finisce anche per raccontare il perché si trova lì. A proposito di teatro, Hughes, che scrisse la sceneggiatura in due giorni, la trasformò in un copione teatrale, su richiesta delle scuole, che volevano rappresentarlo.
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Che cast: Emilio Estevez, Molly Ringwald, Ally Sheedy, Judd Nelson
Se Breakfast Club è passato alla storia si deve anche a quel particolare alchimia che si è creata tra i membri del cast, un gruppo di attori allora in stato di grazia. Giovani di talento in rampa di lancio: alcuni avrebbero caratterizzato il cinema americano di quegli anni, altri si sarebbero persi, tutti, almeno per quel che riguarda i personaggi di quel film, sono iconici. Emilio Estevez, nelle idee iniziali, doveva recitare nella parte di John. Hughes, però, non aveva trovato nessun attore che lo convinceva fino in fondo per il ruolo di Andy, e così lo propose ad Estevez. Così Molly Ringwald, attrice simbolo del cinema di Hughes (aveva già lavorato con lui in Un compleanno da ricordare - Sixteen Candles) avrebbe preferito interpretare la parte di Allison, ma quella parte era stata già promessa ad Ally Sheedy. La Ringwald così prese il ruolo di Claire, e il ruolo di John andò a Judd Nelson. Proprio tra questi due, sul set, ci furono delle scintille: Nelson, a quanto pare, trattò male la Ringwald tanto da venir quasi licenziato. Fu un altro attore, Paul Gleason, a intercedere: Judd Nelson si stava comportando così perché era rimasto nel personaggio... A completare il quintetto c'è Anthony Michael Hall, nella parte di Brian. Il film fu girato in sequenza, e la parte in cui i ragazzi, seduti in cerchio, raccontano le loro storie, non era scritta in sceneggiatura: Hughes ha lasciato gli attori liberi di improvvisare.
Personaggi profondi e veri dietro i caratteri tipici
Breakfast Club è rimasto nella storia perché, per la prima volta, il cinema giovanile si discostava dalla commedia sentimentale e provava a fare qualcosa di più realistico. Certo, c'erano sempre i "caratteri" tipici del cinema americano, ma quei personaggi erano approfonditi, davano la sensazione di essere veri. E, per la prima volta si provava a parlare dei problemi e delle paure dei ragazzi di quell'età. È il tocco di John Hughes: anche Una pazza giornata di vacanza, dietro l'aria spensierata, riesce a parlare dei problemi di un personaggio con il padre violento. I teen drama che sarebbero venuti avrebbero fatto i conti con questa impostazione.
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Dawson's Creek e i dolori del giovane Leary
Dawson's Creek è stato il primo teen drama a rendere omaggio a Breakfast Club, con una puntata interamente dedicata, l'episodio 7 della stagione 1, intitolato proprio Breakfast Club (Convivenza forzata in italiano). Per la serie creata da Kevin Williamson, la serie cinefila e citazionista per eccellenza, sembra quasi una cosa naturale. La citazione di Breakfast Club occupa per intero la puntata. Dawson (James Van Der Beek), Joey (Katie Holmes), Jen (Michelle Williams) e Pacey (Joshua Jackson) si trovano, per vari motivi, in punizione nella biblioteca della scuola. Con loro c'è Abby Morgan, una ragazza che non conoscono, ma che sembra essere lì apposta per mettere zizzania. In realtà, con i suoi giochi tipo "obbligo o verità", si trova a svelare le dinamiche tra i personaggi, le loro debolezze, i loro desideri. La verginità e l'insicurezza con le ragazze di Dawson, la solitudine di Pacey e, soprattutto, l'amore di Joey per Dawson, il motore della storia. Breakfast Club è allora non solo una puntata riuscita, ma fondamentale nella stagione, ed è perfettamente coerente con lo spirito cinefilo della serie. Non a caso Dawson, l'appassionato di cinema con la passione per Spielberg, lo dice apertamente: "Sembra di essere in Breakfast Club". E inizia a parlare degli attori protagonisti, e di dove sono finiti anni dopo...
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Riverdale: un salto nel passato
Completamente diverso il tono della serie tv Riverdale. Il momento Breakfast Club è in sintonia con il mood noir della serie americana. Al centro del Capitolo 39: Le colpe dei padri (stagione 3, episodio 4), che in originale si chiama The Midnight Club, c'è un escamotage originale: ci troviamo catapultati 30 anni prima, a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, si citano i Nirvana (ma la canzone che sentiamo, Dancing With Myself, di Billy Idol, è puro anni Ottanta) e vediamo gli attori protagonisti nel ruolo dei propri genitori, nella storia che racconta una di loro, Alice Cooper (Mädchen Amick). Sei ragazzi si trovano in una classe e finiscono per raccontare loro stessi. Al centro c'è un gioco di ruolo, e i protagonisti si muovono in una classe buia, in un'atmosfera suggestiva. E una strepitosa colonna sonora, dagli Spandau Ballet agli A-ha. In questo caso è un omaggio che rompe con il continuum della serie, una puntata speciale.
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Sex Education e le molestie sessuali
L'omaggio in Sex Education, recente serie tv Netflx (la seconda stagione è del 2020) arriva all'episodio 7 della seconda stagione. Il momento Breakfast Club occupa solo parte dell'episodio, e si svolge in montaggio alternato alle altre vicende. Si tratta di una citazione molto intelligente ed attuale: in biblioteca, in punizione, ci sono solo delle ragazze. Maeve (Emma Mackey), Ola (Patricia Allison), Aimee (Aimee Lou Wood) e altre tre studentesse. A loro viene dato un compito sulla solidarietà femminile. Le ragazze, all'inizio, si sforzano di trovare qualcosa in comune, si stuzzicano, si rinfacciano il loro modo di essere e i loro rapporti con i ragazzi. Ma poi, all'improvviso, accade qualcosa: Aimee scoppia a piangere. E si apre: dal momento in cui è stata molestata da un uomo, su un autobus, non riesce più a salirci. È sconvolta perché lui aveva un aspetto gentile. E da lì ha capito che il molestatore può essere chiunque. E, alla fine, tutte le ragazze ammettono di essere state molestate in qualche modo. Ecco che cosa hanno in comune. Ci viene detto un dato statistico: due terzi delle donne sono vittime di attenzioni non desiderate in luoghi pubblici prima dei 21 anni. La rilettura al femminile di Breakfast Club è diventata un modo speciale per raccontare un problema scottante.
I Am Not Okay With This: restiamo in mood Eighties
L'omaggio a Breakfast Club in I Am Not Okay with This, altra serie Netflix del 2020 è interessante: la punizione - legata a un compito copiato - occupa tutta la puntata. Sydney (Sophia Lillis) si trova confinata - stavolta in palestra, dove la punizione è raschiare tutte le gomme da masticare dalle gradinate - con Wyatt, il suo ragazzo, la sua amica Dina (Sofia Bryant), il ragazzo di lei e un'altra ragazza, l'outsider della scuola, che ha il compito di sparigliare le carte. E decide di giocare a "sesso, matrimonio, omicidio". Che è come il gioco lanciato da Abby in Dawson's Creek. Come in quella serie, il momento Breakfast Club non è fine a se stesso, ma permette ai personaggi di aprirsi, confidarsi alcune cose, evolversi. Nella seconda parte della puntata una biblioteca distrutta dai poteri paranormali di Sydney e la ricerca del video di sorveglianza prendono il sopravvento. Ma, nel complesso, la citazione ci piace: non è pedissequa, e il mood anni Ottanta che si respira nella serie si sposa alla perfezione con le atmosfere di Breakfast Club.
Gli altri omaggi: da Matt Groening a Chuck Palahniuk
Ma gli omaggi a Breakfast Club sono tantissimi. Non potevano mancare I Simpson di Matt Groening: l'espressione originale "eat my shorts" ("ciucciami il calzino" in italiano) è quella che John rivolge al preside. Lo stesso Groening, in Futurama, si è ispirato a John Bender per il robot Bender. E cita il film anche in un episodio, il quarto della terza stagione, Il quadrifoglio. E una serie di citazioni sono presenti anche in American Dad!, Faking It, Teen Titans Go!, Teen Wolf, Glee, The Vampire Diaries, One Tree Hill, How I Met Your Mothe_r, _Scrubs, Blindspot, Suits, Gossip Girl e The Goldbergs. Quanto ai film, troviamo una serie riferimenti in Pitch Perfect, Dogma e Easy Girl. La canzone Falling dei Bastille è ispirata al film, e il romanzo Dannazione (Damned) di Chuck Palahniuk ai suoi personaggi.
Billy Idol? No, i Simple Minds
Il successo di Breakfast Club è coinciso con un altro grande successo, quello dei Simple Minds, la band di Jim Kerr e Charlie Burchill che, con Don't You (Forget About Me) segnò uno dei suoi più grandi successi: Don't You, nei loro concerti, sarebbe diventata la canzone del pubblico, quella che i fan richiedono sempre e che la band deve suonare. Ma anche qui si tratta di una di quelle coincidenze piuttosto fortuite che nella storia del cinema accadono spesso. La canzone era stata scritta appositamente per il film da Keith Forsey e Steve Schiff. A cantarla doveva essere Billy Idol, ma la canzone fu proposta anche a Brian Ferry e ai Pretenders. Fu proprio la leader di questa band, Chrissie Hynde, a proporre per il pezzo la band del marito, Jim Kerr dei Simple Minds. Fu un grande successo, ma il gruppo decise di non includerla nel successivo album, Once Upon A Time. La trovate nel successivo disco dal vivo Simple Minds Live: In The City Of Lights. Ed esiste anche una versione di Billy Idol, contenuta in un Greatest Hits.