Avevano giurato di non farla mai. Addirittura, in un episodio di Boris 3, hanno fatto dire a uno "sceneggiatore pentito" di: "Non andare mai oltre la terza stagione. Di non rassegnarsi al brutto". Invece Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico Boris 4 l'hanno fatta. 15 anni dopo la prima, ma l'hanno fatta.
Su Disney+ dal 26 ottobre, Boris 4 è riuscita, nonostante l'assenza di Mattia Torre, prematuramente scomparso. I compagni di scrittura l'hanno omaggiato in modo molto bello, facendo anche dire al suo alter ego (interpretato da Valerio Aprea) che "l'Inferno è pieno di quarte stagioni".
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Convinti a rimettere mano a quei personaggi soprattutto grazie alla seconda ondata di successo avuta nel 2020, quando, in pieno lockdown, Boris è arrivata su Netflix ed è stata scoperta da un pubblico nuovo, Ciarrapico e Vendruscolo non hanno ceduto sulla cosa più importante: la cattiveria. Non si può fare Boris senza essere feroci. E Disney+ ha avuto l'intelligenza di rispettare la vera natura della "fuoriserie italiana". Lo ammettono gli stessi autori: "All'inizio è stato più difficile convincere Disney internazionale: Disney Italia lo conosceva. Boris è una serie che, se la conosci, le consenti di fare il suo mestiere. La serie è nata per rompere le regole e non si sposa perfettamente con quelle della piattaforma. All'inizio c'è stata un po' di frizione, ma poi è andata bene".
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Contrariamente a quanto si dice in una puntata di Boris 4, questa non è "un progetto fatto col passamontagna": "Ci abbiamo messo 12 anni a farla. Ci abbiamo pensato più di altri" dicono gli autori. Caterina Guzzanti, che torna nel ruolo di Arianna, l'assistente di regia, conferma: "12 anni di cui 10 passati a dire: non la faremo mai!".
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In questi nuovi otto episodi, i protagonisti devono confrontarsi col politicamente corretto e le regole comportamentali da seguire imposte dalla piattaforma, intenzionata ad acquistare la nuova serie di René Ferretti (Francesco Pannofino): Vita di Gesù. In cui Gesù è interpretato dall'inossidabile, e molto poco italiano, Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti).
Se avete amato anche questo "Boris 15 anni dopo" sappiate che potrebbe non essere finita qui: "Se la quarta stagione avrà successo vogliamo fare anche la quinta e la sesta. Dopo l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso".