È al cinema Boiling Point - Il disastro è servito, l'opera seconda di Philip Barantini con Stephen Graham, in cui il regista ha scelto un unico piano sequenza per raccontare lo stress e la pressione dietro le quinte nella cucina di un ristorante stellato. La stessa tecnica è stata utilizzata nel settimo episodio di The Bear, una delle serie rivelazione dell'anno, per raccontare lo stesso tipo di ambiente anche se parliamo di una panineria a conduzione familiare che il protagonista interpretato da Jeremy Allen White vorrebbe far diventare un posto raffinato, o quantomeno un ambiente di lavoro sano e organizzato. Cos'hanno in comune film e serie tv e perché hanno utilizzato la stessa tecnica? Scopriamolo insieme in questo confronto Boiling Point e The Bear: quando il piano sequenza corre in cucina.
Pentola a pressione
La creatura filmica di Philip Barantini è come una pentola a pressione. Mette così tanti ingredienti nella pentola che rischia di esplodere al punto di ebollizione. Proprio come il protagonista Andy (Stephen Graham) che sembra farsi carico dei problemi di tutti i suoi dipendenti e allo stesso tempo non curarsene affatto, per i troppi pensieri personali, i debiti che si trova ad affrontare e che purtroppo spesso vanno di pari passo con il difficile mondo della ristorazione. Il regista sceglie di utilizzare la tecnica del piano sequenza con una funzione narrativa, ovvero quella di restituire al massimo allo spettatore la tensione costante del lavoro nella cucina di un ristorante stellato. Come vedremo in The Bear in realtà questo si può associare a qualsiasi cucina in realtà, che si dimostra sempre meno organizzata di quanto si vorrebbe.
In Boiling Point - Il disastro è servito la tensione è palpabile mentre la macchina da presa segue tutti i dipendenti, non solo Andy, nei loro momenti di silenziosa disperazione: dalla caposala Emily al bagno, che intuiamo abbia ottenuto quel lavoro solo grazie al padre ma non sappia bene ciò che sta facendo, il lavapiatti scansafatiche sempre nel vicolo dietro il ristorante per fumarsi una sigaretta, o ancora i camerieri maltrattati dai clienti. Curiosamente, c'è di mezzo una recensione, proprio come accadrà nell'episodio di The Bear, solo che mentre lì è già stata scritta qui è in essere, perché una critica culinaria viene invitata con l'inganno a cena dall'ex socio di Andy. La serata si rivelerà insomma la più difficile e la più caotica da quando ha aperto il ristorante. Anche Andy come succederà a Carmy deve vivere una nuova gestione: il primo se n'è andato dal precedente socio per mettersi in proprio, il secondo lo ha ricevuto "in eredità" dal fratello deceduto.
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Bestia culinaria
Quella di The Bear è invece una bestia, instancabile, sempre affamata e assetata, sempre fuori controllo, che cerca disperatamente un equilibrio mentale prima che fisico e lavorativo. Questo è il Carmy di Jeremy Allen White, che deve combattere con i continui ostacoli posti dal cugino (Ebon Moss-Bachrach) e con gli altri avvicendamenti sfortunati che caratterizzano The Original Beef of Chicagoland. Il settimo episodio, intitolato Review, ovvero La recensione, è scritto da Joanna Calo ed è girato completamente in piano sequenza dallo stesso creatore della comedy Christopher Storer, per aumentare ciò che nelle puntate precedenti avevano ottenuto il montaggio serrato, i movimenti di macchina repentini, la fotografia sporca, i colori del cibo nei piatti. Quello che potremmo chiamare l'"effetto Boiling Point". Tutto parte da una recensione positiva del rinnovato locale, per quella che si rivelerà la peggiore giornata da quando hanno riaperto con la nuova gestione di Carmy, dopo la morte suicida del fratello Mikey (Jon Bernthal).
Curiosamente c'è un ulteriore parallelismo sui due responsabili della cucina: Carmy fa molto (forse troppo) affidamento sull'ultima arrivata Sydney (Ayo Edebiri), una giovane stagista nera, presto promossa Sous Chef per la sua visione lungimirante e organizzativa della ristorazione. Un rapporto il loro che perderà pericolosamente l'equilibrio, arrivando a un confronto esplosivo alla fine di quest'episodio. Un avvenimento simile a quanto capita in Boiling Point - Il disastro è servito tra Andy e la sua sous-chef Carly (Vinette Robinson), una giovane donna nera che si ritrova troppo spesso a coprire i problemi dello Chef, facendosene di conseguenza carico. In un bellissimo e toccante monologo, simile a quello tra Carmy e Sydney, ci sarà una resa dei conti delle parti coinvolte nella direzione della cucina. Entrambi i ristoranti hanno inoltre affrontato la pandemia e ne sono usciti con dei debiti importanti, vecchia o nuova gestione che fosse. La risoluzione però sarà diversa: se il confronto in The Bear sembra catartico e potrebbe portare a una nuova speranza, quello in Boiling Point sembra segnare un punto di non ritorno soprattutto per il protagonista.
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Boiling Point, perché la serie tv potrebbe rovinare il film
N.B.: Questo paragrafo potrebbe contenere spoiler sul finale di Boiling Point.
Non stiamo qui a sentenziare su un'idea anche produttiva di continuare ed espandere l'universo narrativo del film di Barantini in tv, con la serie ordinata dalla BBC per il 2023. La scelta, però, alla luce delle prime informazioni raccolte, ci sembra tolga parte della magia e forza narrativa al lungometraggio. Questo perché lo show sarà un sequel degli eventi visti sul grande schermo, in 5 parti ambientate sei mesi dopo la fine del film, con Graham e Walters che riprenderanno i ruoli di Andy ed Emily, seguendo l'ex Sous Chef di Andy, Carly (Vinette Robinson), come capo chef nel suo ristorante. Tralasciamo per ora la parte squisitamente tecnica, perché ci chiediamo se siano possibili e sensati 5 episodi totalmente in piano sequenza, anche se sarebbe sicuramente un esperimento innovativo - Graham e Walters hanno parlato di "inquadrature straordinariamente lunghe, e tecniche di ripresa che completeranno il puro naturalismo del film". Veniamo invece alla parte contenutistica: quell'angosciante e devastante finale, su nero, con solo le voci in sottofondo dello staff che accorre, e il messaggio sotteso del boiling point a cui era arrivato il personaggio di Andy, perde di gravitas e di significato se sappiamo già che sopravvivrà e che ci sarà un seguito, pur rimanendo d'impatto.