"Guarda quanti bei libri dietro di te, il mondo è pieno di belle storie". Zuccotto, felpa azzurra, occhiali dalla montatura trasparente. Dall'altra parte dello schermo, ecco arrivare su Zoom Bobby Cannavale. Dodici minuti di intervista esclusiva web. Gentilissimo, preparato, cordiale, affabile, generoso. Altra ed alta classe, insomma. Attore strepitoso, sangue italiano e cubano. Una sfilza infinita di titoli nella filmografia.

Entriamo subito in contatto, e troviamo immediatamente gli spunti giusti per riflettere, divergendo dalle solite one-to-one. Pazzesco che solo adesso - escludendo la sfortunata parentesi seriale di Vinyl - Cannavale abbia finalmente ottenuto un ruolo da protagonista assoluto. Dove? In In viaggio con mio figlio di Tony Goldwyn (24 aprile in sala), nel quale interpreta Max, uno stropicciato papà (nonché decaduto stand-up comedian) di un bambino nello spettro autistico.
Bobby Cannavale: la nostra intervista
Bobby, all'inizio, nel film, parli di supereroi. Secondo lei, chi sono i veri supereroi di oggi?
Oh, wow. Beh, non sono un grande fan dei film sui supereroi. Non fanno per me. Li rispetto, ma credo davvero che gli eroi siano persone che svolgono lavori che solo un tipo speciale di persona può fare. Penso agli operatori sanitari a domicilio, agli infermieri, alle persone che vengono a lavorare nel bel mezzo di una pandemia globale per cercare di aiutare a curare le persone. Trovo eccezionali le persone che lavorano con bambini con bisogni speciali, persone che lavorano con esseri umani con bisogni speciali, a contatto con persone con difficoltà di apprendimento, persone che lavorano in quei campi in modo che la gente possa essere tratta con la sacrosanta dignità. Questi sono i veri eroi.

Max è un outsider. Perché gli outsider funzionano così bene nel cinema, nei film, nelle serie tv?
Il mondo del cinema e della televisione è vasto. C'è così tanto contenuto. Prima non lo chiamavamo contenuto, ma ora ce n'è così tanto che dobbiamo chiamarlo per forza così... C'è spazio per tutti i tipi di persone. Tradizionalmente, il non conformista o l'outsider, la persona che è diversa dagli altri, ha un valore. Diventa tutto cinematografico se riesci a capire come inserirti senza diventare parte del gregge, parte di tutti gli altri, se riesci a trovare un modo per entrare e non essere una pecora. Ma non tutti possono farlo. Max è una persona che non può fare a meno di essere quello che è, proprio come suo figlio Ezra.
Come avete lavorato al look di Max? Sembra riflettere il lato oscuro del personaggio
Ne abbiamo parlato. Non si fa problemi rispetto a cose superflue. È fondamentalmente concentrato sul benessere di Ezra, e se hai a che fare con situazioni del genere il tuo look non conta. Mi sono confrontato con il regista, non pensavo avrebbe dovuto avere troppi colori addosso, doveva essere oscuro. Inoltre, i comici sono oscuri. Molti comici sono molto dark, quindi volevo che fosse un po' più ombroso.
Il cinema indie americano

Max non è solo un comico, ma anche un narratore. Perché è così difficile raccontare una storia originale oggi?
Smentirei questo mito. Stiamo ancora raccontando belle storie. Sean Baker racconta belle storie. Brady Corbet racconta belle storie. West Anderson racconta ancora belle storie. Anche Tom McCarthy. Credo che ci siano dei bravi narratori là fuori. E credo pure che ci sia tanta merda là fuori. Sono d'accordo. Ma le storie buone, originali, esistano. Bisogna solo trovarle. Non sono più così facili da reperire. Tra noi e i bravi narratori ci sono molti ostacoli. Ma se li cerchi, li trovi. Guarda tutti i libri dietro di te, pieno di belle storie (riferendosi alla nostra libreria che fa da sfondo alle interviste Zoom ndr.)
In viaggio con mio figlio è un film indie. Anora ha vinto l'Oscar. Sei in Blue Moon di Linklater, che è un regista indie. Il cinema indipendente americano sta vivendo un bel momento?
Sta vivendo un buon momento, sì, ma il cinema indipendente non è destinato a scomparire. Ancora una volta, ci dimentichiamo che tra tutta quella merda ci sono dei pezzi d'oro, e che ci saranno sempre. Chi vuole cercare l'oro troverà l'oro. È solo che certi ragazzi e ragazze dei bellissimi film d'autore. Finché riusciranno a realizzarli, il lavoro di questi uomini e donne sarà sempre prezioso. Negli anni '70 il cinema indipendente era in un buon momento. Negli anni '90 era in un ottimo momento. Negli anni 2000 era in un ottimo momento. Ci saranno sempre grandi registi di cui non hai mai sentito parlare e che all'improvviso spuntano fuori e ti fanno dire: "Wow, quella è una voce davvero originale". Sean Baker lo fa da molti anni. È solo che ora la gente lo conosce perché ha vinto l'Oscar. Secondo me, avrebbero potuto nominarlo per tutti i suoi film.

Sono d'accordo. Penso a Red Rocket!
Assolutamente... Florida Project avrebbe potuto vincere un Oscar, e Red Rocket è uno dei film più divertenti che abbia mai visto in vita mia, e non è stato visto da abbastanza persone. Tangerine è un grande film, ma solo ora sta ottenendo un riconoscimento. Ma lui è sempre stato lì a fare film come vuole farli. Lo stesso vale per Richard Linklater.
Do the right thing?
In Viaggio con Ezra parla di quanto sia importante fare la cosa giusta. Cosa ne pensi?
La cosa giusta sia definita in modo diverso da ognuno di noi. Max deve fare ciò che ritiene giusto per Ezra. Ma non so se tutti sarebbero d'accordo sul fatto che portare via il proprio figlio dalla casa della madre nel cuore della notte, metterlo in macchina e guidare senza dirlo a nessuno sia la cosa giusta. Alcuni direbbero di no, ma per lui è la cosa giusta. Questo è il punto, la bellezza del film, credo, è che parla di queste storie specifiche, di queste circostanze specifiche e dell'umanità nel raccontare la storia. Non è qualcosa che dovrebbe far sentire tutti allo stesso modo... come Iron Man o qualcosa del genere. Capisci cosa intendo? È una storia umanistica e le persone possono immedesimarsi o meno, ma è chiaro sia un racconto molto individuale che parte dalla storia personale che ha scritto Tony Spiridakis.

A proposito: Max corre un rischio e prende posizione. Dovremmo fare lo stesso nella vita reale
La gente lo fa già. Ogni giorno, che si tratti di protestare nei campus universitari o alla Casa Bianca, e lo vediamo in tutto il mondo. Lo spirito attivista di lotta dell'uomo è sempre esistito e, si spera, i governi autoritari e totalitari non lo sopprimeranno così tanto da farci cambiare idea. Ci saranno sempre pensatori indipendenti che continueranno a combattere.
Il ritorno di Jesus Quintana
Nel film citate le basi preferite da Ezra, ovvero i dinosauri, Dostoevskij, I Griffin e il live-action di D&D. Quali sono i suoi tuoi top della cultura pop?
Ho due bambini piccoli... Cosa domina la mia vita? Non lo so. Ho un bambino di sette anni e uno di nove, quindi rispondo a molte domande, tutto il giorno. Per quanto mi riguarda, devo solo assicurarmi di avere un buon libro da leggere la sera quando vanno a dormire. Per me, in questo momento sono solo libri, libri, libri, libri.

C'è una scena divertente in cui sei vestito da Jesus Quintana... Ha chiesto permesso a John Turturro?
È divertente... Ad essere sincero non so se l'abbiamo fatto, ma ovviamente gliel'ho detto e gli ho mandato le foto di quel giorno. Sì, è stato davvero spassoso. Tra l'altro, sono stato in Italia l'ultima volta proprio con Turturro, per presentare Jesus Rolls - Quintana è tornato.
Bobby, ultima cosa: altro sentimento del film, le scuse. Oggi appare complicate redimersi, non credi?
Ci sono molte persone al mondo, non penso sia del tutto vero. Anzi, penso che sia una cosa forte scusarsi se si sbaglia. Un gesto incredibilmente forte.