L'attrice più brava della sua generazione? Saoirse Ronan, 30 anni compiuti pochi mesi fa (sì, sembra incredibile, visto che ha cominciato a recitare da piccolissima ed è come se la vedessimo da sempre sul grande schermo), sicuramente può aspirare a questo titolo. Scelte non scontate, che l'hanno portata spesso sui set di grandi registi, da Peter Jackson a Wes Anderson. Grazie a Blitz, su AppleTv+, ora può dire di aver lavorato anche con Steve McQueen.
Nel film, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è Rita, che, nella Londra del 1940, mette su un treno il figlio George (l'esordiente Elliott Heffernan, una sorpresa) per salvarlo dai bombardamenti. Siamo infatti in piena Seconda Guerra Mondiale. Per trovare conforto, e darne anche a vicini di casa e conoscenti, la donna canta. La musica è fondamentale per questa famiglia: il marito, deportato perché nero, è infatti un musicista jazz.
Razzismo, solidarietà in tempo di guerra, il potere salvifico dell'arte: in Blitz c'è tutto questo. Forse il lavoro più semplice di McQueen, sicuramente meno duro e a misura di bambino. Il regista racconta infatti il dramma della guerra come fosse una favola. Ma non per questo lo fa con leggerezza. Ne abbiamo parlato nella nostra intervista proprio con Saoirse Ronan, che qui dimostra di essere anche una brava cantante.
Blitz: intervista a Saoirse Ronan
In Blitz il personaggio di Rita incarna la speranza: con la sua voce dà conforto a tutti, anche chi si nasconde nella metropolitana per scampare ai bombardamenti nazisti. L'arte può davvero salvarci in momenti disperati?
Saoirse Ronan: "Credo sia nella natura umana creare arte di tutte le forme per dare un senso al mondo e trovare speranza in situazioni disperate. La cosa più bella è incorporare tutto questo in un film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale: l'arte è una delle poche cose, e la musica in particolare, che credo sia accessibile a tutti. Creare musica non costa nulla e le persone possono farla insieme, costruendo una comunità. Perciò penso sia intrinsecamente piena di speranza e sono convinta che, come esseri umani, avremo sempre questa necessità".
Il razzismo nella civilissima Londra
Siamo portati a pensare che in luoghi in cui la multiculturalità è la normalità, come la moderna Londra, il razzismo sia condannato e meno diffuso. Invece Steve McQueen in Blitz ci mostra come, nel 1940, perfino in tempo di guerra, le persone volessero fare distinzioni e alzare muri anche in una situazione disperata come i bombardamenti da parte del Terzo Reich.
Perché, nel 2024, ancora non abbiamo superato questa spinta ad additare gli altro come "diversi"? L'attrice: "Penso che derivi sempre dalla paura. Anche se non è affatto una giustificazione. Ma la mancanza di comprensione, o di volontà di comprendere, significa che stiamo trasformando le persone negli altri. Nel nemico. Abbiamo la capacità di essere incredibilmente gentili e amorevoli, ma se la paura ha il sopravvento inizia a emergere un sentimento opposto. Il film affronta il tema della razza in modo così sofisticato: c'era bisogno di una scena come quella del muro tirato su nella metropolitana. Era davvero importante avere almeno un momento come questo, che facesse capire come non accada solo tra bambini, ma sia qualcosa che può emergere in chiunque".
Un film come questo di Steve McQueen può quindi far vedere alla nuove generazioni che un altro approccio con gli altri è possibile? Ronan: "Credo di sì. Penso sia ciò che faccia ogni film, se è realizzato bene: mostrarti una prospettiva leggermente diversa, ma con la quale ci si possa comunque identificare".
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Il rapporto con la musica
Brava, e anche cantante di pregio: che rapporto ha Saoirse Ronan con la musica? "In questo momento sto cantando molte canzoni di Chapell Roan! Non so quanto sia conosciuta in Italia, ma sono sicura che si stia facendo strada anche da voi. Canto ogni tipo di canzone. Sono cresciuta con Stevie Nicks e cose del genere. A proposito della musica in grado di dare speranza: c'è molta musica tradizionale irlandese che ne è piena. Storicamente parlando, eravamo un posto molto povero durante la guerra. Come l'Italia. E penso che questo spirito umano, proprio come per gli Italiani, sia diventato così ricco, colorato e bello in tempi di difficoltà. E si riflette nella musica".