Se durante la visione di Black Adam, l'unico film del DCEU uscito quest'anno dopo vari rimandi e rimaneggiamenti della DC al cinema, vi sembrava che la nazione fittizia protagonista Kahndaq vi ricordasse qualcosa, potreste non aver sbagliato. Sono infatti molte le similitudini - ma anche le differenze - tra Kahndaq e Wakanda, lo Stato tornato al centro degli eventi in Black Panther: Wakanda Forever, il sequel di Ryan Coogler attualmente al cinema, molto atteso perché rivelatore del destino del personaggio interpretato da Chadwick Boseman, che ci ha lasciato due anni fa a causa di un cancro. Due protagonisti black che hanno incarnato e inserito due culture nei rispettivi universi condivisi, quello Marvel e quello DC sul grande schermo, specchio di due nazioni inventate ma rappresentative dell'attualità. Confrontiamo insieme similitudini e differenze tra Black Panther vs Black Adam e Wakanda vs Kahndaq.
Black Panther: Wakanda Forever
"Wakanda Forever" è il motto del Regno fittizio creato nei fumetti Marvel dalla strana coppia Stan Lee & Jack Kirby e messo in scena da Ryan Coogler nei due film finora dedicati a Black Panther. Una nazione africana sconosciuta al mondo, ma in realtà tra le più ricche e tecnologicamente avanzate della Terra grazie ai suoi immensi giacimenti di Vibranio. Questo almeno fino alla fine del primo capitolo, quando il nuovo Pantera Nera T'Challa (Chadwick Boseman) decide di aprire i suoi confini al mondo conosciuto e distribuirne la ricchezza, per aiutare gli stati meno abbienti. Così decidendo, si faceva sostanzialmente carico di tutti i mali del mondo: un atteggiamento moderno e antitetico, che aveva fatto molto parlare del messaggio di fondo del film, e che strizzava prepotentemente l'occhio all'attualità e al comportamento spesso opposto di molti stati reali, che preferiscono nascondere piuttosto che condividere le proprie peculiarità. Da quest'apertura forse non condivisa da tutti i wakandiani, in primis la Regina Madre Ramonda (Angela Bassett) si apre il sequel Black Panther: Wakanda Forever, che fin dal titolo vuole far capire quanto il regno fittizio e tutti i suoi sudditi siano legati a quel motto e alla sua eredità culturale nel mondo. Eredità che per traslato ha avuto il film all'interno del Marvel Cinematic Universe, parte della storia che T'Chaka e T'Challa portavano con sé dai propri antenati e dalla Pantera Nera che proteggeva il Regno. Siamo lontani dall'idea di Thor Ragnarok "Asgard non è un luogo, ma un popolo", perché il Wakanda è fortemente ancorato alle sue tradizioni locali che si vedono lungo tutto il film, dalla cerimonia per scegliere il nuovo Pantera Nera all'incoronazione, e così via. È altrettanto ferocemente legato alle location africane, suggestive e che trasudano tradizione, eternamente combattute tra i riti ancestrali e l'iper-modernità rappresentata dalla Principessa Shuri (Letitia Wright), sorella minore di T'Challa, genio scientifico della famiglia e possibile erede come nuova Pantera Nera.
Black Panther: Wakanda Forever, cosa aspettarsi dal futuro della saga Marvel
Black Adam: Kahndaq nel cuore
Dal lato DC Extended Universe (ora solo DC Universe), in Black Adam viene presentato il fittizio stato sempre dislocato in terra africana di Kahndaq, casa dell'antieroe protagonista (e non eroe come T'Challa), Black Adam, interpretato da Dwayne Johnson "The Rock", carismatico protagonista della pellicola come fu Boseman per il film dell'MCU. La nazione fittizia creata nei fumetti DC da Geoff Johns, Grant Morrison, Greg Rucka, Mark Waid, ha una tradizione altrettanto antichissima che ha però delle conseguenze dirette sul presente. Nel 2600 a.C. il tirannico sovrano del regno di Kahndaq, Ahk-Ton, tentò di impossessarsi della Corona di Sabbac, che poteva liberare i sette peccati capitali, ma grazie ad un coraggioso giovane schiavo il terrore ebbe fine, al costo però della distruzione dell'intero stato. Se all'inizio pensiamo che sia stato (Black) Teth-Adam stesso, scopriamo nell'epilogo della pellicola che si tratta invece di suo figlio, Hurut, sacrificatosi per passargli i poteri e la responsabilità di proteggere Kahndaq. 5000 anni dopo, ovvero ai giorni nostri, la nazione è nuovamente oppressa ma questa volta da un'organizzazione terroristica paramilitare conosciuta come Intergang. È l'archeologa Adrianna Tomaz (Sarah Shahi) a risvegliare dal lungo sonno l'antico campione di Kahndaq, in cui era stato messo dal Consiglio dei Maghi non come tomba ma come prigione, per proteggere tutti dal suo sconfinato potere (da qui la concezione di antieroe del personaggio nel DCEU, che ha agito per vendetta in seguito alla perdita della propria famiglia per mano di Ahk-Ton). Il Kahndaq non è inizialmente sconosciuto al mondo come il Wakanda ma l'insediamento dell'Intergang è legato ai giacimenti segreti di Eternium, un metallo prezioso corrispettivo del Vibranio, che rende la nazione appetibile agli stati esteri.
Black Adam, il supereroe DC contro il colonialismo americano
Wakanda vs Kahndaq: la cultura black
Non c'è solamente il motto caratteristico ma anche un saluto particolare che va di pari passo con esso, sia per il Wakanda che per il Kahndaq. Anche quest'ultimo è estremamente legato alla location medio-orientale ma per la storia secolare che lo caratterizza e che ha conseguenze sull'oggi. È destinato ad essere protetto da un Campione più che comandato da un Re, i suoi sudditi divengono cittadini consapevoli grazie al discorso del figlio di Adrianna, Amon (Bodhi Sabongui), pronti a combattere per la libertà dello stato. Entrambe le nazioni fittizie si portano dietro le proprie tradizioni culturali, da una parte più legate all'entroterra africano, dall'altra più a influenze egiziane. Tradizioni che si fanno prepotentemente posto al tavolo DC e Marvel al cinema, per ricordare ancora una volta quanto la forza di una nazione sia più della somma dei suoi cittadini, e che rispecchia un'indole rintracciabile proprio in quelle tradizioni quasi ancestrali delle suggestive terre raccontate. La differenza dell'epilogo però è questa: se il popolo wakandiano continua ad avere bisogno di qualcuno che lo guidi, quello kahndaqiano necessita invece di un campione che li protegga, ma è pronto ad autogestirsi nell'ottica di un paese democratico, piuttosto che di una monarchia.