A voler ascoltare la voce inquietante dei complottisti, siamo tutti sotto controllo. D'altra parte portiamo sempre con noi un dispositivo che permette di localizzarci, ogni nostra azione su web viene intercettata e memorizzata da qualche parte, ogni nostro spostamento appuntato dal nostro navigatore, ogni chat salvata su qualche server... insomma, non ci resta che affidarci alla buona fede di tutti quelli che ci forniscono servizi per poter dormire sonni tranquilli sperando tutto questo mare di informazioni non venga usato, in qualche modo, a nostro danno.
Ma anche a volersi fidare di tutti, a voler considerare Google e Facebook entità benevole che sanno tutto e lo usano per il nostro bene, c'è un pericolo in agguato che non possiamo in alcun modo trascurare, un pericolo di cui si parla tanto ma che sembra sempre astratto e distante da noi: quello degli hacker, che potrebbero attingere a questi mezzi e servizi messi a disposizione da altri ed usarli a nostro danno. Un pericolo che non può passare inosservato ad una serie come Black Mirror, che nei pericoli e le derive tecnologiche dei nostri giorni ci sguazza. Come al solito, da qui in poi ci sarà qualche spoiler, quindi vi invitiamo a fermarvi se non avete visto l'episodio e non volete anticipazioni.
Sappiamo cosa hai fatto
Un pericolo su cui la serie torna in Zitto e balla, terzo episodio della terza stagione che Netflix ha diffuso lo scorso 21 Ottobre. Ne è protagonista un adolescente di nome Kenny, colpito da hacker dopo aver scaricato un software di dubbia provenienza per ripulire il computer colpito da malware a causa della sorella. Kenny subisce la paura di tanti: essere ripreso attraverso la webcam del proprio PC e per quella ripresa intima viene ricattato da qualcuno che via mail gli comunica di sapere cosa ha fatto. Questi misteriosi individui obbligano il ragazzo a portare a termine incarichi sempre più pericolosi sotto la minaccia di diffondere quel video rubato, precipitandolo in un incubo che dovrà condividere con altre persone che, come lui, sono ricattate a causa di qualcosa che hanno fatto e che non vogliono venga reso noto.
Temi incrociati
L'efficacia e la tensione di un episodio come Shut Up and Dance non dipende dall'abile sfruttamento di un tema caldo come quello dell'hackeraggio e del controllo, con tutto quello che comporta, ma dal saper incrociare sapientemente questo spunto tecnologico con un altro più intimo e umano: quello della vergogna. Anche di questo si è parlato molto in tempi recenti e siamo sicuri che purtroppo se ne discuterà ancora e spesso, perché l'internet shame, la paura di essere posti nella gogna mediatica senza possibilità di sfuggire o gestire la cosa è quantomai viva e attuale. Per questo ci appare così concreto e pulsante il disagio del giovane Kenny, non solo per l'abilità di Alex Lawther nel metterlo in scena, ma perché quel suo sentirsi in trappola è tale che tanti spettatori di Black Mirror possono provarlo, per svariati motivi. Un panico davanti al quale è inevitabile chiedersi fin dove ci si spingerebbe per venirne fuori, qual è il limite oltre il quale ognuno non sarebbe capace di andare, affrontandone le conseguenze.
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Futuro presente
Se in alcuni casi Black Mirror ci ha messi faccia a faccia con possibili scenari futuri, inquietanti ma ancora distanti da noi, Zitto e balla pesca la sua tensione in un presente che tutti sappiamo applicabile e per questo ci tiene incollati allo schermo anche a dispetto di qualche lungaggine di troppo, senza perdere colpi in termini di ritmo e ansia. Il tema della privacy è, infatti, centrale oggi e lo sfruttamento delle informazioni che vengono costantemente raccolte su di noi non fa che enfatizzarne l'importanza ad ogni occasione, catalizzando l'attenzione sugli organi di stampa: non è passato poco più di un mese da quando giravano news sull'ammonimento dell'FBI a coprire le webcam dei propri computer? Bè, a guardare Kenny farlo, seppur troppo tardi affinché possa evitare i guai, non possiamo non pensare a scenari di questo tipo e confermare quel senso di ansioso plauso che continuiamo a provare per la serie di origine britannica firmata da Charlie Brooker.
Movieplayer.it
4.0/5