Better Man: la realizzazione tecnica e il significato della scimmia per rappresentare Robbie Williams

Nel film biografico, la pop star diventa uno scimpanzé. A rendere possibile la magia sono stati gli artisti della Weta FX. Al cinema dal 1 gennaio con Lucky Red.

Robbie Williams è uno scimpanzè in Better Man
Indice
Mostra di più

Di scimmie, sul grande schermo e sul piccolo schermo, ne abbiamo viste a bizzeffe. Dall'amatissima Marcel della sit-com Friends, alla saga cinematografica, ancora in corso, ispirata al romanzo Il pianeta delle scimmie dello scrittore francese Pierre Boulle, passando per l'inquietante Monkey Shines di George Romero. Senza dimenticare quella giocattolo decisamente poco rassicurante e mortifera raccontata da Stephen King in The Monkey che, nel 2025, arriverà in sala con il lungometraggio diretto da Oz "Longlegs" Perkins.

Better Man Scena Film
Una scena di Better Man

Ma una scimmia che canta e balla come Robbie Williams non l'avevamo ancora mai vista. Anzi, una scimmia che canta e balla proprio perché è Robbie Williams. È quello che accade in Better Man, il biopic diretto da Michael Gracey nei cinema italiani a partire dal 1 gennaio con Lucky Red. Un espediente narrativo ed estetico che il regista ha deciso di adottare mentre esaminava e studiava, in vista delle riprese, le registrazioni delle esibizioni e, soprattutto, delle interviste dell'ex Take That.

Me and my monkey: perché una scimmia in Better Man?

La storia di ascesa, caduta e risalita di Robbie Williams andava raccontata in una maniera peculiare, unica e rappresentativa secondo Michael Gracey che, naturalmente, ha avvertito tutta la pressione del caso mentre sviluppava il lungometraggio. Il filmmaker dice della pellicola che "È una storia originale e Rob è un personaggio unico" dunque tutto andava narrato in una maniera creativamente unica.

Better Man Scena Concerto
Una scena dal film con una ricca coreografia

Ed è stato proprio il cantante a suggerirgli, inconsapevolmente, la chiave di volta. Tutte le volte che Gracey si metteva a guardare un qualche intervento di Williams lui non faceva altro che raccontare aneddoti tipo "Sono lì dietro a ballare come una scimmia" o altri in cui spiegava che "Ero completamente fuori di me, ma mi trascinavano sul palco per esibirmi come una scimmia". Tutto ciò ha portato il regista a pensare: "Non sarebbe fantastico rappresentare Rob come una scimmia nel film? Perché Robbie sta raccontando questa storia, proprio come me la raccontava in quelle interviste, ed è così che lui si vede".

Gracey sapeva anche che mettere una scimmia al centro delle scene si sarebbe tradotto in una maniera unica di veicolare l'attenzione di chi guarda (gli animali al cinema piacciono!) e, oltretutto, c'era anche un valore aggiunto perché "Questo cattura cosa significa essere una star. Non riesci a staccare gli occhi da quella persona. Quindi, per me, non solo la scimmia soddisfa il modo in cui Rob vede se stesso, ma c'è anche un altro elemento, ovvero che crea una vera star in ogni singolo fotogramma del film da cui ti senti attratto".

Quando Gracey si è presentato a casa di Robbie Williams per spiegarli la cosa, il cantante ha capito che tutto aveva perfettamente senso se messo in relazione alla sua vita e a come lui si vedeva: "La mia vita sembra sempre essere un numero di funamboli senza imbracatura di sicurezza dove potrei cadere in qualsiasi momento e spesso lo faccio. Quando Michael è venuto a casa e ha detto 'Vorrei che nel film tu fossi una scimmia', mi è subito parsa la cosa più eccezionale che potesse accadere per questo film. Amavo correre quel rischio e sapevo che dovevamo farlo".

E continua: "Per me aveva perfettamente senso, era emozionante e diverso nonché una maniera perfetta per raccontare la resa nei confronti dei meccanismi dell'industria che richiede alle persone di essere di un robot o una scimmia. E ho scelto una scimmia". L'unico ostacolo era far sì che quella scimmia apparisse credibile sul grande schermo e, per portare a termine quella missione, c'era solo una compagnia di effetti visivi a cui affidarsi.

Better Man, recensione: di cuore e di rabbia. Per distacco, il miglior (non) biopic musical di sempre

Da Cesare a Robbie Williams

Chi meglio della Weta Digital, oggi Weta FX, sarebbe stato in grado di trasformare Robbie Williams in uno scimpanzé? D'altronde, parliamo della compagnia di Wellington vincitrice di un nutrito quantitativo di Oscar per gli effetti visivi fondata nel 1993 da Peter Jackson, Richard Taylor e Jamie Selkirk per dare vita agli effetti digitali di Creature del cielo che, da Gollum in poi, è diventata un punto di riferimento per tutto ciò che riguarda la motion e performance capture. Curiosamente, a partire da King Kong, la Weta FX si è specializzata proprio in... scimmie: ha lavorato a tutti i film della saga reboot del Pianeta delle Scimmie, dall'Alba del 2011 fino al recentissimo Regno.

Eppure, Better Man ha rappresentato una sfida inedita e stimolante per gli artisti della factory neozelandese, più che altro perché li ha messi di fronte a un compito che si situava diametralmente all'opposto di come sono soliti lavorare. Davanti, avevano tutta una serie di ostacoli con i quali, normalmente, non hanno a che fare come delle grandi folle, arzigogolate coreografie e l'atto stesso del cantare. Weta FX ha uno storico invidiabile quando si parla di animare delle creature, ma lavorare su un personaggio digitale intento a cantare muovendo tutti i muscoli che vengono attivati durante quell'atto è un altro paio di maniche.

Let me entertain you

Per creare la scimmia in CGI che è al centro di quasi tutte le scene di Better Man, Robbie Williams in primis è stato scansionato digitalmente e i suoi movimenti sono stati catturati mentre eseguiva una canzone del film. Così facendo, la produzione poteva fare riferimento alle sue espressioni facciali, ai suoi manierismi e movimenti durante la performance. Due attori hanno poi vestito i panni del giovane Robbie Williams, l'attrice australiana Asmara Feik e l'attore inglese Carter J. Murphy, mentre all'inglese Jonno Davies è andato il ruolo principale di Williams adolescente e da adulto.

Le varie performance in motion capture sono state poi lavorate da Weta. Dave Clayton, supervisore delle animazioni, spiega che sono stati necessari "Molti studi sul movimento in relazione al canto per far sì che tutto quel suono, tutta quell'energia e tutto quel respiro uscissero da un personaggio in CGI. Non si tratta solo di muovere le labbra. È molto più di questo". Luke Millar, VFX supervisor, aggiunge che una notevole sfida è stata posta dall'integrazione dello scimpanzè digitale insieme agli altri personaggi ed elementi delle scene: "Potevamo anche creare la miglior scimmia digitale di sempre, ma se tutto quello che sta intorno a lei non fosse stato convincente sarebbe tuto crollato come un castello di carte".

Better Man Robbie Williams Scimmia
Un primo piano del "giovane Robbie Williams"

Era inoltre fondamentale che "Robbie Scimmia" veicolasse in modo credibile e plausibile la gamma delle emozioni umane: "Volevamo che il pubblico si lasciasse trasportare dal film e dimenticasse che stava davvero guardando una scimmia. Per ottenere tutto questo abbiamo calibrato proporzioni e struttura facciale per includere abbastanza elementi del vero Williams, in modo da renderlo più familiare e catturare i suoi movimenti più tipici, ma al tempo stesso abbastanza caratteristiche da scimmia per non allontanarci dal concetto che fosse un primate".

Il design del personaggio si è quindi assestato a metà strada fra l'aspetto più marcatamente scimmiesco e quello umano. Millar specifica che il lavoro di Weta si è basato sul concentrarsi in particolare sugli occhi di Williams: le sopracciglia, il colore e la forma degli occhi erano al "100% di Robbie Williams". Per le altre aree hanno potuto utilizzare più caratteristiche da scimpanzé, come il muso e le orecchie. Il computo finale delle inquadrature con effetti visivi digitali di Better Man si è attestato a quota 1968.