Better Call Saul 5, la recensione del finale: Verso Breaking Bad e oltre!

La recensione del finale di Better Call Saul 5, la penultima stagione della serie spin-off/prequel di Breaking Bad con un magnifico Bob Odenkirk.

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk in una scena

La principale sfida nello scrivere la recensione del finale di Better Call Saul 5 è di trovare nuovi modi per spiegarne i pregi, esaltarne la bellezza e azzardare lo scomodo confronto con la serie di cui è orgogliosa costola. Se sia, insomma, degna o forse addirittura migliore di Breaking Bad terminata da quasi sette anni. Un aspetto è però sicuro: le prime cinque stagioni ci hanno proposto un cammino solido e coerente nella vita pre-Walter White di Jimmy McGill, mentre si impegnava per il bene e continuava a cedere al male e l'inganno, con continui ostacoli e ripetute svolte che l'hanno portato a essere il Saul Goodman che già conoscevamo.

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Il pericoloso mondo della droga

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk in una foto di scena

Il mondo della droga è stato sempre parte integrante di Better Call Saul, ma solo nell'ultima stagione il percorso di Jimmy/Saul è entrato in diretta rotta di collisione con esso. Ne parlavamo nella nostra recensione dei primi episodi di Better Call Saul 5 di come queste strade parallele si siano incontrate in quel primo incontro tra Jimmy e Nacho, dopo il quale il neonato Saul Goodman ha potuto provare gli aspetti economici positivi dell'essere impiegato dalle forze della malavita locale, ma anche quel contraltare di inevitabile pericolo.

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk in un'immagine di scena

Pensiamo a quanto visto le scorse settimane, con quel piccolo capolavoro di scrittura e messa in scena che è l'ottavo episodio Corriere e in quel magnifico incontra tra il personaggio di Bob Odenkirk e il Mike di Jonathan Banks, o ancora a quegli intensissimi dieci minuti finali del successivo Strada sbagliata, con la tensione del faccia a faccia tra Lalo da una parte e Saul con Kim dall'altra. Dopo quella sequenza, per la quale non possiamo che avere parole di lode per Rhea Seehorn e la sua Kim Wexler, e per il modo in cui ci si è arrivati, l'imbuto in cui Jimmy si è andato a cacciare è ormai chiaro e ci si sarebbe potuto aspettare un finale di stagione esplosivo.

Un finale esplosivo, ma anticlimatico

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Better Call Saul 5: un'immagine dell'ultimo episodio

Ma Better Call Saul e i suoi autori Vince Gilligan e Peter Gould, che ha anche diretto in prima persona il finale di stagione, ci hanno abituati a una sapiente gestione dei tempi narrativi, dei momenti più carichi di tensione così come dell'anticlimax, con un occhio di riguardo per lo sviluppo interiore dei personaggi. Il finale esplosivo c'è stato, quindi, ma solo in parte, perché il duro scontro che si verifica in Messico nel tentativo non riuscito di eliminare Lalo dai giochi è solo parte di un finale di stagione che non può ignorare Jimmy e Kim, impegnati ad affrontare le conseguenze emotive dell'inaspettata visita ricevuta da parte del pericoloso datore di lavoro di Saul Goodman.

Better Call Saul: tutte le citazioni di Breaking Bad

Jimmy e Kim in Better Call Saul 5

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk e Rhea Seehorn nel finale di stagione

Jimmy e Kim. Si torna sempre a loro che sono il cuore di Better Call Saul, ma questa volta gli equilibri di coppia sembrano alterati: se in passato avevamo ragionato su quanto la donna rappresentasse la coscienza di Jimmy e lo tenesse ancorato a un barlume di legalità, ora sembra che siano i metodi di lui a influenzare il comportamento di lei. La spinta a fare del bene, ad abbandonare i lavori svolti fin qui per occuparsi di cause che la fanno stare bene, è infatti parallela ad altrettante idee per danneggiare Howard e fare dei sotterfugi alla Saul, l'arma vincente per portare avanti i suoi piani. Corrotta dal male, broken bad nella tradizione che fa capo a Walter White e Breaking Bad? O sta soltanto mettendo alla prova Jimmy per capire quanto in là sarebbe disposto a spingersi?

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk in una scena dell'ultimo episodio

Al di là delle qualità cinematografiche della serie, di quella capacità di evocare temi, sensazioni e pathos che abbiamo già avuto modo di lodare, è nel lavoro di scrittura dei personaggi che Better Call Saul trova il suo massimo compimento, che sia la coppia di novelli sposini Jimmy/Kim, l'impagabile Mike, Gus Fring o i rappresentanti del mondo della malavita con più o meno tempo su schermo, tutti hanno il proprio ruolo compiuto in questo percorso per nulla virtuoso che stiamo seguendo dal 2015 e si concluderà il prossimo anno con una sesta e ultima stagione già annunciata e composta da tredici episodi.

Conclusioni

La nostra recensione del finale di Better Call Saul 5 conferma quanto di buono pensiamo da cinque anni sulla serie prequel/spin-off di Breaking Bad e sottolinea l’ottimo lavoro compiuto dagli autori nel tratteggiare i percorsi dei diversi personaggi, sempre più intrecciati tra loro, e le loro motivazioni, con l’incredibile supporto di un ottimo cast, da Bob Odenkirk a Rhea Seehorn, Jonathan Banks e tutti gli altri. Dopo i due episodi precedenti ci si aspettava un finale esplosivo e lo è stato solo in parte, con quel sapiente uso dell’anticlimax a cui gli autori ci hanno abituati.

Movieplayer.it
4.0/5

Perché ci piace

  • Lo sviluppo dei personaggi, dei loro percorsi e delle loro motivazioni, coerenti con quanto già noto da Breaking Bad eppure sorprendenti.
  • Il cast ottimo, da Bob Odenkirk a Rhea Seehorn, passando per Jonathan Banks e Giancarlo Esposito.
  • Il piglio cinematografico con cui la storia di Saul Goodman è messa in scena, con una cura visiva sempre a supporto del racconto e mai fine a se stesso.

Cosa non va

  • Difficile trovare punti deboli in Better Call Saul, ma è probabile che possa risultare meno efficace senza conoscere la serie madre, o se proprio non ci si riesce ad appassionare a storie che coinvolgono la malavita, anche se solo marginalmente.