Best Wishes to All, la recensione: un inquietante e metaforico j-horror

Protagonista di Best Wishes to All è una studentessa di medicina che si reca in visita dai nonni, scoprendo un'orribile verità nella casa di famiglia dove è cresciuta. Disponibile su Amazon Prime Video.

Una scena di Best Wishes to All

Una studentessa di medicina che da tempo vive nella metropoli fa ritorno nella casa di campagna dove abitano ancora gli anziani nonni. Sin dal suo arrivo nota delle stranezze nel comportamento degli anziani, ma pensa che questi ambigui atteggiamenti siano frutto di un avanzato stato di demenza senile. Con il passare dei giorni scoprirà però una ben altra, spaventosa, verità...

Un Altra Scena Di Best Wishes To All
Una scena di Best Wishes to All

La sinossi di Best Wishes to All è alquanto risicata in quanto l'intero film si basa su una premessa tanto semplice quanto incisiva, andando ad espandere quanto già raccontato nell'omonimo e pluripremiato corto. Perché prima di questa versione lunga di un'ora e mezzo, il regista e sceneggiatore Yûta Shimotsu aveva già raccontato la medesima storia nei poco più di dieci minuti che appunto caratterizzavano l'opera alla base, la quale aveva ottenuto diversi riconoscimenti in vari festival del settore.

Best Wishes to All: niente è come sembra

Niente Come Sembra In Best Wishes To All
La protagonista e i suoi bizzarri nonni

Ed effettivamente i motivi di interesse non mancano di certo in Best Wishes to All, che in alcuni passaggi per toni e atmosfere sembra quasi rimandare al cinema di un maestro come Kiyoshi Kurosawa, nel rarefare emozioni e sensazioni, cristallizate in scampoli di terrore che emergono progressivamente, portando alla luce un qualcosa di inquietante e inspiegabile. Forse solo apparentemente, giacché il cuore narrativo è una sorta di amara, disillusa, metafora sociale, sulla distinzione tra ricchi e poveri e su come la sofferenza di alcuni sia "necessaria" per il benessere di altri. In un mondo spietato dove nessuno guarda in faccia nessuno, è semplice girarsi dall'altra parte preferendo ignorare il dolore di chi ci è estraneo e/o lontano: che siano i giovani a doversi sacrificare per i vecchi e che le cose vadano così in ogni parte del mondo sono dati di fatto che qui vengono espanse nella loro componente orrorifica, con lucidità e furbizia.

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Un orrore conosciuto

Un Frame Di Best Wishes To All
Un ritorno dai risvolti inaspettati in Best Wishes to All

Alcuni archetipi del j-horror vengono sfruttati con parsimonia, da movimenti fulminei in situazioni di quiete a gorgoglii e versi che richiamano a un immaginario consolidato, con quella paura tipicamente nipponica in grado di affascinante e conturbare in egual misura. Certo in alcuni tratti si ha l'impressione che i tempi siano stati eccessivamente dilatati per raggiungere il runtime minimo d'ordinanza per un lungometraggio e che forse la brevità del prototipo potesse risultare maggiormente incisiva, ma Best Wishes to All trova comunque la sua ragione d'essere anche nei passaggi potenzialmente più lenti, lasciando fluire quella tensione sotterranea che trova poi adeguata scarica in una manciata di scene madri. Il sovrannaturale lascia campo ad un qualcosa di molto più terreno e primordiale, all'insegna del "mors tua vita mea" di antidiluviana origine, spingendo il pubblico a riflettere e a sentirsi perché no egli stesso parte del problema e/o colpevole di tutti i mali del mondo.

Influenze e certezze

Una Scena Di Best Wishes To All
Best Wishes to All: una scena del film

Con spunti che qua e là possono richiamare film diametralmente opposti come Hereditary (2018) e The Box (2009), contestualizzati in un Paese come il Giappone dove si tende spesso a nascondere la polvere sotto il tappeto e gli anziani e i "diversi" restano indietro, da Plan 75 (2022) a La ricette della signora Toku (2015), un film come Best Wishes to All assume significati stratificati, in un grondare di umori che si catalizzano nella principale protagonista, suo malgrado ricatapultata in un nucleo familiare disfunzionale, dove tutte le sue certezze e ricordi vengono meno. Non è un caso che dietro la produzione del corto alla base vi sia Takashi Shimizu, il papà della saga cult di Ju-on / The Grudge, che ci ha visto lungo nell'individuare un nuovo potenziale talento del filone. E siamo ora in attesa di vedere se Yûta Shimotsu si confermerà con la sua opera seconda, non ancora ufficialmente annunciata. Nel frattempo il nostro consiglio è di recuperare questo suo lavoro d'esordio, disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video.

Conclusioni

Una giovane studentessa di medicina fa visita ai nonni nella casa di campagna dove è cresciuta e si ritrova alle prese con qualcosa di spaventoso, in una piccola comunità dove tutto sembra scorrere secondo logiche inspiegabili... Allungamento dell'omonimo cortometraggio, Best Wishes to All è un interessante j-horror, che ai facili jump-scare preferisce costruire un'atmosfera inquieta e opprimente, tingendo di rosso sangue quell'impianto metaforico alla base del tronco narrativo. Per un film che sa come far riflettere tramite le armi di quel male più quotidianamente inconsapevole.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • Una storia semplice che dice tanto.
  • Metafore sfruttate con intelligenza.
  • Atmosfera inquieta e avvolgente.

Cosa non va

  • Nel passaggio dal corto al lungometraggio si è dilatato forse troppo il cuore del racconto.