Dopo la presentazione di In memoria di me nella sezione competitiva del Festival di Berlino, l'Italia è ancora una volta protagonista di questa 57esima edizione con La masseria delle allodole, il film dei fratelli Taviani che è stato presentato oggi nella sezione Berlinale Special, e con Riparo - Anis tra di noi, una pellicola di Marco Simon Puccioni nella sezione Panorama.
La grande attesa per il film dei Taviani alla fine si è spenta nel silenzio: l'ultimo film dei due registi toscani, che è interpretato da Yvonne Sciò, Moritz Bleibtreu, Enrica Maria Modugno, Ángela Molina, Alessandro Preziosi, Mariano Rigillo e da una splendida Paz Vega, non è stato stato applaudito dalla stampa internazionale che era accorsa a vederlo.
Ambientato prima dello scoppio della prima guerra mondiale, il film racconta la storia di una famiglia che vive in Armenia e che in attesa dell'arrivo di parenti che si sono trasferiti in Italia restaurano una masseria per accoglierli, ma l'incontro non avverrà mai perchè i loro familiari sono stati massacrati dai turchi. La prima parte de La masseria delle allodole è insostenibile: sembra di assistere ad un vecchio sceneggiato televisivo appesantito da un'interpretazione poco spontanea e da una sceneggiatura ridicola. Il film si riprende un po' durante la seconda parte, che si concentra sul personaggio interpretato da Paz Vega, ma resta comunque un prodotto scadente sotto ogni punto di vista.
Nei giorni scorsi il magazine tedesco Der Spiegel aveva lanciato un allarme su possibili proteste da parte della comunità turca che vive in Germania, ma era stato prontamente smentito dalla polizia che aveva escluso il pericolo di eventuali incidenti legati alle tematiche affrontate nel film dei Taviani.
Per quanto riguarda i film in concorso, oggi ne sono stati presentati due: l'argentino El otro, diretto da Ariel Rotter, e Irina Palm, diretto da Sam Garbarski. Il film di Rotter racconta con tempi dilatati e gran senso della misura il viaggio di un uomo che si allontana dalla sua vita per prendersi una vacanza da sè stesso. El otro è interpretato da Julio Chàvez, già visto lo scorso anno proprio a Berlino in El custodio.
Irina Palm invece è la storia di una donna inglese di mezza età pronta a tutto - o quasi - per raccogliere la somma necessaria alle cure del nipotino leucemico, ed è un film riuscitissimo anche e soprattutto grazie a un'inedita, formidabile Marianne Faithfull. Divertente, commovente e molto british; nonostante il finale un po' troppo confortevole e buonista, uno dei film migliori visti fino ad ora in concorso.
Nel pomeriggio è stato il turno di Paul Schrader, Presidente della giuria dell'edizione di quest'anno e regista di The Walker, presentato fuori concorso nella sezione principale del festival. Il film, che racconta la storia di un accompagnatore per signore benestanti che si trova coinvolto in un omicidio, offre una discreta interpretazione del protagonista Woody Harrelson, ma non convince completamente, denso com'è di dettagli e reso complesso da una trama articolata ed un ritmo decisamente lento.
Nella sezione Panorama invece sono stati presentati Fay Grim di Hal Hartley e El camino de los ingleses, secondo film da regista di Antonio Banderas: il nostalgico ritratto generazionale firmato dall'attore spagnolo tenta una strada più ambiziosa e personale rispetto alla sua opera prima di sette anni fa, Pazzi in Alabama. Il film soffre però di una ricerca estetica, formale, filosofica eccessiva e faticosa, e rimane un appassionato e curato esercizio completamente indigeribile per lo spettatore.
Dopo l'anteprima del film, Banderas ha firmato alcuni autografi fuori dall'ingresso secondario dell'hotel Hyatt, e poi ha incontrato la stampa con la quale ha parlato delle differenze tra il suo primo film e il secondo e del desiderio di voler esprimere tutto ciò che aveva dentro senza alcuna imposizione.
Al contrario del film di Banderas, Fay Grim si è rivelato molto interessante. Interpretato da Parker Posey e Jeff Goldblum, il film di Hartley è una spy-story dalla trama estremamente complessa, e si avvale di un'ottima sceneggiatura che miscela bene l'aspetto serio con quello ironico e parodistico, divertendo i giornalisti che hanno assistito alla proiezione stampa.