Mancano ormai poche ore al debutto della 61esima edizione del Festival di Berlino - che potrete seguire insieme a Movieplayer.it, giorno per giorno, con il consueto Speciale dedicato all'evento - e l'organizzazione della kermesse non poteva scegliere un titolo migliore de Il Grinta per inaugurare questa nuova tappa della Berlinale, che ancora una volta accoglierà più di ventimila persone (solo considerando gli addetti ai lavori e la stampa) e si prepara a dare spazio e visibilità a opere provenienti da ogni angolo del globo, prodotte sia da cineasti affermati che da quelli meno conosciuti, ma soprattutto a dare spazio a tante culture e punti di vista diversi. Non ci poteva essere titolo migliore de Il Grinta, dicevamo, non solo perchè il duo Joel ed Ethan Coen è da sempre molto amato dalla critica, ma perchè il titolo suona beneaugurante e lascia sperare che questa possa essere un'edizione entusiasmante, che confermi talenti indiscussi della Settima Arte, ma sia in grado di svelare anche le potenzialità delle nuove leve.
Il cartellone di Berlino 2011 si compone di sette sezioni: Competition, Panorama, Forum, Perspektive Deutsches Kino, Berlinale Shorts e Retrospective, alle quali si affiancano la Berlinale Special - che raccoglie pellicole-evento ma anche omaggi - e numerose iniziative parallele, tra cui il Culinary Cinema e i Teddy Awards, che quest'anno soffiano su 25 candeline. Ma andiamo con ordine.
A guidare la giuria della sezione dei film in concorso, quest'anno, ci sarà Isabella Rossellini, figlia di due icone del cinema come Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, attrice, regista, modella, artista a tutto tondo che alla Berlinale è praticamente di casa. La fascinosa interprete di Velluto Blu presenterà un suo film nella sezione Berlinale Special, Late Bloomers, ma soprattutto avrà l'incarico di farsi portavoce della giuria composta dal produttore Jan Chapman, l'attrice Nina Hoss, l'attore, produttore e regista Aamir Khan, il regista Guy Maddin e la costumista Sandy Powell. Un posto simbolico in giuria è riservato anche al regista Jafar Panahi, che sta attraversando un momento difficile a causa dei suoi contrasti con il regime iraniano. Panahi, è anche presente in cartellone con alcune delle sue opere passate - tra cui Offside e Oro Rosso - e ci si augura che l'invito della Berlinale possa portargli fortuna, così come è capitato a Roman Polanski, che l'anno scorso ebbe modo di partecipare al concorso con l'avvincente L'uomo nell'ombra sebbene fosse detenuto da alcuni mesi per i noti conti in sospeso con la giustizia americana.
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Promettenti anche alcuni dei titoli della Berlinale Special, con Il discorso del Re - attualmente in corsa per gli Oscar, come il film dei Coen, del resto - Sacrifice di Chen Kaige, il biopic Toast, dedicata allo scrittore culinario inglese Nigel Slater, la versione restaurata di Taxi Driver, il già citato Late Bloomers, l'omaggio a Monicelli con uno dei suoi film più rappresentativi, Il Marchese del Grillo, il documentario Escuchando al Juez Garzòn di Isabel Coixet e Gianni e le donne, atteso nelle sale italiane l'11 febbraio, distribuito da 01Distribution.
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A completare il cartellone della Berlinale 2011, la prospettiva sul cinema tedesco - di minor impatto internazionale, forse, ma d'obbligo, considerato il contesto in cui si svolge il Festival - le due sezioni dedicate al pubblico dei ragazzi, che non risparmiano tematiche e storie forti, come quelle affrontate in pellicole come She Monkeys e Intimate Grammar, adattamento de Il libro della grammatica interiore, di David Grossman. E poi c'è la sezione Forum, croce e delizia della stampa accreditata, considerata la sezione più "sperimentale" della Berlinale, che a pellicole più lineari - tra cui, per fare qualche esempio, il dramma cileno El Mocito - affianca opere non esattamente mainstream, come Twenty Cigarettes di James Benning - che per un'ora e mezza mostra venti persone intente a fumare una sigaretta e a svelarci le loro emozioni semplicemente attraverso le loro espressioni e il body language - oppure il collage omoerotico The Terrorists, del thailandese Thunska Pansittivorakul.
Infine, anche quest'anno il Festival volge lo sguardo al passato, non solo per rendere omaggio a Monicelli - scomparso a fine novembre - ma soprattutto per omaggiare Ingmar Bergman, con una ricchissima retrospettiva dedicata al maestro svedese, e l'attore Armin Mueller-Stahl, anche lui omaggiato con una selezione delle sue interpretazioni più significative (Avalon, La promessa dell'assassino, Shine e Lola di Fassbinder, per citarne alcuni) e con l'Orso d'Oro alla carriera.