Lo scandalo a Cannes 2021 coincide con uno dei film più lodati dalla critica, il dramma a sfondo religioso Benedetta firmato dal regista olandese Paul Verhoeven. La pellicola racconta la storia vera della mistica, suora cattolica e lesbica Benedetta Carlini, figura molto controversa della Chiesa italiana per le supposte visioni mistiche e per le relazioni omosessuali intrattenute con altre suore.
Così mentre i critici lodano Benedetta definendolo "fenomenale", Paul Verhoeven deve respingere gli attacchi legati ai contenuti bollenti della pellicola che qualcuno ha addirittura definito "blasfemi". "Non capisco davvero come si possa essere blasfemi riguardo a qualcosa che è successo... Non puoi cambiare la storia. Puoi dire che è stato sbagliato o meno, ma non puoi cambiare la storia. Penso che la parola blasfemia in questo caso sia stupida", ha dichiarato il regista.
Quando eravamo nudi e felici
Come evidenzia la nostra recensione di Benedetta, il film di Paul Verhoeven abbonda di scene di sesso e nudità, ma gli attori non sembrano particolarmente sconcertati dalle richieste del regista. Tutt'altro, la protagonista Virginie Efira ammette che "la sessualità è un argomento interessante. Non sono molti i registi che sanno come filmarla. Paul Verhoeven ha affrontato lo scoglio in modo sorprendente. La nudità non interessa quando non è rappresentata in modo bello, non è quello che fa Paul. Quando ci siamo spogliati dei nostri vestiti era tutto molto gioioso".
Sul tema della nudità, Paul Verhoeven sembra essere particolarmente sensibile. "In generale, quando le persone fanno sesso, si tolgono i vestiti. Mi fa impazzire il fatto che non si voglia guardare alla realtà delle cose" spiega il regista. "Questo puritanesimo che è stato introdotto a mio parere è sbagliato. Negli anni '70 sulle spiagge erano tutte in topless. Questa usanza oggi è sparita del tutto e non credo che sia un miglioramento".
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Il femminismo di Paul Verhoeven
Tra le interpreti di Benedetta, a fianco della Efira e della veterana Charlotte Rampling, c'è anche Clotilde Courau nel ruolo di Midea Carlini. Per l'attrice francese, "in Benedetta il femminismo è molto presente grazie all'approccio e alla sensibilità di Paul Verhoeven. Il film contiene un lato animalesco e quella parte va di pari passo con l'aspetto umano. Nei film di Verhoeven non c'è giudizio, lui lascia che gli spettatori si facciano una propria opinione e adottino il proprio punto di vista."
Ma quale è il motivo che ha spinto l'autore di Atto di forza a raccontare una storia religiosa del XVII secolo? Il film parla di "eventi che in qualche modo sono accaduti realmente" spiega il regista. "Non stavo cercando di raccontare un universo femminile che non capivo. L'ho capito perché le donne stesse mi hanno detto nel libro cosa stavano facendo."