Battlestar Galactica - Stagione 4, Episodio 8: Sine Qua Non

Un episodio interlocutorio rispetto al precedente, ma interessante per l'esplorazione psicologica di due personaggi centrali, Adama padre e figlio.

Avevamo lasciato la flotta in una situazione di crisi acutissima: Sharon Agathon aveva appena sparato al leader dei Cylon, e contemporaneamente la base stellare di questi ultimi se l'era filata con a bordo la presidente Roslin, Gaius Baltar e una buona rappresentanza dell'equipaggio di Galactica, incluso il marito di Sharon, Helo.

L'episodio Sine Qua Non si apre su Colonial One, con il Quorum of Twelve in subbuglio di fronte alla necessità di sostituire temporaneamente Laura Roslin, perché il naturale e legale successore, il vice presidente Tom Zarek (ex ideologo e leader terrorista, giova ricordarlo) rischia di incontrare forte resistenza nell'altra figura dominante della flotta, l'ammiraglio Adama; e il figlio di questi, rappresentante di Caprica nel Quorum, non può che confermare la serietà del problema.

Nel frattempo, a bordo di Galactica, il dottor Cottle cerca di salvare la vita alla vittima di Athena, Natalie, che mormora penosamente una preghiera: ma i soccorsi sono inutili, e il trapasso di Natalie è un momento di gioia e di luce, accompagnato da un gesto di conforto da parte del medico: quasi una conferma dell'accoglienza della morte come un dono di cui Natalie aveva parlato nell'episodio precedente, Guess What's Coming to Dinner. Sharon confessa ad Adama di aver ucciso Natalie a causa della famosa visione dell'Opera House, ma questi non può far altro che gettarla in cella, affidando ad altri la piccola Hera.
Presto Adama scopre che oltre alla base stellare Cylon anche lo Hub, che doveva essere l'obiettivo comune di una missione di Cylon e coloniali, è scomparso dall'area dove si trovava pochi minuti prima, e che decine dei Viper e piloti di Galactica sono scomparsi con i ribelli. Ma il suo pensiero - se non è evidente per tutti, lo è per Saul Tigh - è rivolto soprattutto a Laura, la cui sparizione lo ha gettato in uno sconforto che non conosceva da tempo. Oltre al dolore della separazione e all'angoscia per la sorte della donna c'è anche la preoccupazione per il fatto che, anche se fosse rimasta incolume, Laura rischia di soccombere in poco tempo al male che lo affligge se non prosegue con il trattamento farmacologico. Le ricerche di Racetrack e Skulls, guidati da un segnale radio, non danno risultati confortanti: viene in fatti trovato un Raptor con a bordo il cadavere di uno dei piloti, Pike, e una copia del romanzo preferito di Bill e Laura, The Searider Falcon: è il velivolo che ha trasferito Laura e Baltar sulla base Cylon.

Nel frattempo, Lee Adama tenta di fare la sua parte nella risoluzione dell'emergenza cercando un candidato più "accettabile" di Zarek per la presidenza ad interim, e crede di poter avere migliore successo con l'aiuto di Romo Lampkin, l'eccentrico avvocato che, alla fine della terza stagione di Battlestar Galactica, aveva fatto di lui lo strumento per salvare la vita a Gaius Baltar. Lampkin non sembra avere grande fiducia nei possibili esiti della quest di Lee, ma quest'ultimo insiste con decisione e il legale finisce per accettare l'incarico senza nemmeno esigere una "parcella".

I due partono da una rosa di quarantasette nomi alla ricerca di quello che possa essere accettato sia dal Quorum che da William Adama, quando, a noi come a Romo, appare immediatamente evidente che c'è soltanto un candidato possibile. E' il diretto interessato che sembra non rendersene conto affatto.
Questi duetti tra Lampkin e Lee sono particolarmente interessanti proprio per un'ambiguità di fondo, una dissonanza inquietante, che la regia di Rod Hardy connette, sin della prima scena che li vede protagonisti, con Lance, il gatto che vive nella cabina dell'avvocato, e con cui questi interagisce quando è solo. C'è qualcosa che non quadra: possibile che l'onesto e cristallino Lee stia ingannando Lampkin? O è quest'ultimo che sta manipolando l'altro? La tensione si risolve nella seconda parte dell'episodio, quando il gatto si rivela per quello che è - morto da settimane, Lance è la Six mentale di Baltar, è la defunta Ellen Tigh, è ossessione, rimorso e rimpianto per qualcosa che è andato perduto - e Lampkin annuncia a Lee l'inconfutabile esito della sua ricerca. Chi, se non lui, il figlio modello dell'ammiraglio, il giovane posato e integerrimo in cui il Quorum, Laura Roslin, gran parte dei militari e lo stesso Tom Zarek ripongono assoluta fiducia?
La modestia di Lee è sincera, ma lo è anche la sua ambizione e la sua coscienza di poter fare la differenza in meglio, ed è questo che Lampkin lo induce ad ammettere, con il coup de théâtre della sua rivelazione e la plateale minaccia alla sua vita. L'ultima cosa di cui ha bisogno l'umanità superstite è un leader con le doti del giovane Adama che le restituisca una speranza quando farebbe bene ad arrendersi e ad accettare il suo destino: in pochi concitati istanti, però, Lee riesce a non farsi ammazzare accettando di essere esattamente ciò che Lampkin lo "accusa" di essere.
Più tardi, dopo il giuramento del Presidente ad interim, c'è spazio per un'altra deliziosa scena tra i due, in cui Lee consegna a Lampkin Jake, l'eroico cagnone di New Caprica: un 'nuovo animale da detestare' per sostituire il povero Lance.

Ma torniamo al padre del neo-Presidente, che lo stesso Lampkin, durante un breve incontro, ha abilmente indotto a riflettere sull'importanza che ha nella sua vita la magnifica Laura Roslin. Se Lee è protagonista del teso scontro con l'avvocato, per Bill Adama ce n'è uno ancora più violento con l'amico di sempre, Saul Tigh. Cottle, infatti, ha annunciato all'ammiraglio una notizia sorprendente: la prigioniera Cylon, Caprica Six, è incinta. Si sciolgono dunque i dubbi sulle frequenti visite di Tigh alla reclusa, e ne nasce un altro più cospicuo: questo bambino, se davvero nascerà, sarà il figlio di due Cylon, qualcosa che si è sempre detto non sarebbe potuto mai accadere, perché i Cylon non sono in grado di riprodursi come gli esseri umani. A quanto pare qualcosa è cambiato, o per lo meno c'è molto più scarto tra i Final Five, il misterioso gruppo di cui fa parte Tigh, e gli altri Cylon umanoidi.
L'immediata conseguenza di questa gravidanza è che Adama, che non ha alcun sentore della vera natura del suo braccio destro e di quello che sta passando, accusa Tigh di spregevole debolezza per essersi lasciato abbindolare dalla bella prigioniera; questi si difende dicendo che è per una donna che Bill sta mettendo in pericolo l'intera flotta, privata di difese in nome di una missione di salvezza senza senso, e i due attempati militari vengono spettacolosamente alle mani.
La zuffa con Tigh serve a chiarire definitivamente le idee ad Adama, che di lì a poco annuncia la sua risoluzione: abbandonerà la guida di Galactica, salirà solo a bordo di un Raptor, e attenderà Laura e i suoi alle coordinate stabilite per l'incontro in caso di separazione dalla flotta. Una missione suicida, secondo molti, inclusi Lee, che cerca inutilmente di fare desistere il padre, e Tigh, che, incredulo, si vede assegnare il comando della nave.
E' così che andiamo incontro all'avventura verso The Hub, con un doppio, inatteso passaggio di poteri, e con l'immagine di un uomo innamorato che attende la sua donna nel silenzio del cosmo.

Movieplayer.it

3.0/5