Bambole di celluloide
Neanche Barbie aveva osato tanto, ma oggi nel cinema e nel mercato tutto è concesso. Anche trasformare quattro tarchiate bambolette dalle labbra gonfie, dai capelli lunghi, dai mille lustrini e dal look un po' stravagante nelle protagoniste di un filmetto per adolescenti. Già, avete capito bene: Cloe, Sasha, Jade e Yasmin fanno il grande salto dalle vetrine dei negozi al grande schermo divenendo quattro 'monelle' griffate alle prese con l'amicizia, il liceo e con l'affermazione personale.
Le quattro ragazzine passano ogni spensierato giorno della loro vita insieme, a fare shopping, a parlare dell'ultimo rossetto alla moda e a crogiolarsi davanti allo specchio. Quando non possono vedersi si parlano via computer tramite webcam e riescono ugualmente a sentirsi vicine. Con l'ingresso nella prestigiosa Carry Nation High School, tenuta sotto scacco dalla megalomane e dispotica figlia del preside Meredith Baxter Dimly, i rapporti tra le quattro amiche cambiano radicalmente e la loro amicizia inizia a scricchiolare. I diversi interessi le porteranno ad un allontanamento: Sasha diventa una cheerleader, Jade entra nella classe di scienze e Cloe nella squadra di calcio, mentre Yasmin rimane isolata per via della sua innata timidezza che la porta a fuggire il confronto con il palcoscenico e col suo grande sogno di diventare una cantante. Ma l'amicizia e i buoni sentimenti si sa trionfano sempre (almeno al cinema) e una volta ritrovata la loro unità di gruppo le quattro amiche sfideranno la loro rivale nel Talent Show della scuola sbaragliando tutti i partecipanti e conquistando finalmente la tanto agognata ribalta.
Le miniature in versione trendy della vecchia Barbie solcano il grande schermo nel peggiore dei modi, senza mai tentare di trasformarsi in ragazze vere, intelligenti e simpatiche prima che belle e ben vestite. Indossate le scarpe dai tacchi vertiginosi (a 15 anni!) e steso il lucidalabbra all'ultimo grido, le quattro inseparabili lolite sono pronte al grande passo verso il liceo, visto non come luogo di socializzazione e formazione culturale ma più come vetrina in cui mettere in mostra le proprie 'virtù'. In questa versione cinematografica diretta da Sean McNamara, le Bratz hanno una famiglia (o qualcosa di simile) e si sforzano di non parlare solo di moda, ma proprio non ci riescono. Del cartone animato (Bratz - Le star della moda) e dei popolari giocattoli che hanno ispirato tutto (anche linee di moda, poster e persino un videogame) restano i colori appariscenti e i toni infantili, qualcosa di distante dalla realtà, ma alla fine (ahinoi!) neanche troppo.
Narrato da McNamara con piglio compiaciuto, pretestuoso e a tratti molto trash, Bratz: The Movie trova la facile chiave dell'esteriorità e della vittoria facile per raccontare la storia di queste quattro ragazzine moderne, frastornate dall'apparire e dall'avere ma totalmente disinteressate all'essere, perennemente indaffarate tra musica, balli, urletti, feste e sfilate di moda nei corridoi e nei cortili della scuola. A metà tra la parodia del cartone animato e un serial televisivo per teenager, Bratz lascia il tempo che trova fungendo da trampolino di lancio (speriamo di no, ma sappiamo che sarà così) per le quattro giovani protagoniste, scelte dal casting tra le migliaia di candidate giunte ai provini.
Il perché un attore del calibro di Jon Voight abbia accettato di partecipare al progetto, nei panni di un preside rimbambito totalmente soggiogato da una figlia tanto irritante quanto patetica, rimane un mistero.
Movieplayer.it
1.0/5