Joan Crawford e Bette Davis, Fausto Coppi e Gino Bartali, Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, Madonna e Cyndi Lauper, Batman e Joker, Silvio Berlusconi e Romano Prodi, Milly Carlucci e Maria De Filippi. Tra le leggendarie rivalità dei tempi moderni non può mancare quella catodica e tutta al femminile tra la Regina Mediaset e la Sovrana di Ballando con le Stelle, tornato in onda sabato scorso su Rai1 con una prima puntata che ha subito ribaltato il tavolo Auditel.
Perché la 19esima edizione è partita fortissima, con 3.390.000 telespettatori e uno share medio al 25,29%. Battuto Tu si Que Vales, che mai aveva perso un confronto con Ballando con le Stelle, con 3.238.000 telespettatori e uno share del 24.5%. Carlucci ha così sconfitto De Filippi, detta la Sanguinaria, dando vita ad un evento che negli ultimi anni è di fatto riuscito solo a Milly, ovvero l'unica che accetta la sfida diretta, che osa l'inosabile, che si mette in gioco provando a superare le corazzate mariane.
Fenomeno Ballando
Ballando con le Stelle, da questo punto di vista, è la macchina da guerra che Carlucci guida con indiscussa capacità da quasi 20 anni. Un programma dove nulla cambia, cristallizzato nel tempo e nello spazio del Foro Italico, con scenografie monolitiche, co-conduttore insostituibile, giuria inaffondabile e palette mitologiche, dove è il cast, da sempre, a fare la differenza.
E Milly, da questo punto di vista, raramente sbaglia. Un mix di vecchie glorie, ex sportivi e olimpionici ancora in attività, cantanti e/o presentatori in cerca di rilancio, attori non necessariamente di primissimo piano, volti e nomi con cui alimentare gossip, giovani che possano essere appetibili per un target di riferimento che non sia già in età pensionabile. Storie da costruire, raccontare e possibilmente indirizzare verso litigi più o meno inevitabili con il giurato di turno, che da nove edizioni ha il nome e il cognome di Selvaggia Lucarelli.
Pungente, mai banale, consapevolmente divisiva, perfettamente centrata nel dare forme a dinamiche, narrazioni, schizzi di viralità social. In mezzo a tutto questo c'è anche il ballo, che in quasi cinque ore di diretta andrà a riempirne probabilmente una soltanto, con queste "stelle" chiamate a studiare, ad impegnarsi, a crescere in tutti gli stili su piazza, facendo persino nascere storie d'amore con l'insegnante di turno. Nella sua lunghezza drammaticamente infinita, resasi necessaria nel tempo solo e soltanto per acquisire share rispetto alla concorrenza diretta, Ballando con le Stelle è un mezzo miracolo televisivo, un unicum assoluto perché in grado di risorgere, puntualmente, pur senza mai cambiare realmente, con la sua conduttrice a dispensare gratuiti entusiasmi e forzati sorrisi come se fosse ancora alla prima puntata e non alla 192esima, con oltre 200 ospiti gentilmente accolti dal 2005 ad oggi.
La stanchezza di Tu Si Que Vales
Dinanzi a cotante certezze anche Maria De Filippi ha dovuto piegarsi. Non era mai capitato che Tu Si Que Vales perdesse uno scontro diretto, che non facesse suo lo scettro del sabato sera. Dopo 11 edizioni e 110 puntate, è successo. Milly aveva già sconfitto Maria in passato, ma dinanzi al serale di Amici, quando Ballando andava in onda tra febbraio e marzo, e non tra settembre e ottobre. Erano gli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. Successivamente Ballando è sempre partito più o meno un mese dopo Tu si Que Vales, in modo tale da non doversi scontrare, fino alla colpo di scena di questo 2024, quando tra gli esordi dei due programmi è sorprendentemente trascorsa una sola settimana. Come se Carlucci percepisse una certa stanchezza del competitor diretto, da due stagioni rimasto orfano di Teo Mammuccari. Come se il sentore di un calo di interesse nei confronti del format spagnolo arrivato in Italia nel 2014 fosse intuibile. Ed è qui che Milly e i suoi autori hanno spinto, plasmando un cast forte e variegato, in grado per lo meno di sfidare a testa alta chi si pensava insuperabile, fino a due settimane fa.
Parlano gli ascolti
Perché i numeri sono numeri e quelli di Tú sí que vales sono inequivocabili. Nel 2020, con la 7a edizione, il programma di Canale5 scende per la prima volta sotto una media di 5 milioni di telespettatori a puntata. Nel 2021 cala ancora sotto una media di 4 milioni e mezzo. Nel 2022 scende per la prima volta sotto la media dei 4 milioni di telespettatori. La prima puntata del 2024 è stata vista da 3.636.000 telespettatori, contro i 4.191.000 del 2023, mentre la 2a ha lasciato per strada 4 punti percentuali di share rispetto a 7 giorni prima. Merito anche, se non soprattutto, di Ballando con le Stelle, che al 19esimo anno di età ha deciso di giocare fino in fondo con la concorrenza diretta, sfidandola dichiaratamente. Da una parte la donna più potente della tv italiana, colei che da sola tiene in piedi il palinsesto di Canale5 con programmi amatissimi e seguitissimi.
Dall'altra una colonna del servizio pubblico, riuscita a rimanere sugli scudi per quattro decenni consecutivi. Un'entusiasmante sfida del sabato sera a tutto vantaggio dello spettatore medio, che attraverso il telecomando ha la possibilità di scegliere, come raramente accade. Perché concluso Ballando con le Stelle Rai1 tende puntualmente a spegnersi, a giocare al risparmio, pur di non andare a sbattere contro colossi come C'è posta per Te e Amici di Maria. Sbagliando. Perché Milly Carlucci è la dimostrazione vivente che osare è lecito, stimolante, che vincere è possibile. Perché anche l'imbattibile De Filippi, checché se ne dica, può perdere.