Dopo un anno "di pausa" siamo tornati ad un 2025 pieno zeppo di serie tratte dai romanzi di Harlan Coben, in seguito al suo accordo pluriennale con Netflix. Questo significa storicamente maggior quantità, minor qualità e reiterazione anche forzata degli stessi elementi, snodi e tematiche, come per Ryan Murphy o Shonda Rhimes per citare due showrunner particolarmente prolifici.

Dopo Missing You, siamo passati alla produzioni internazionali che traspongono nel proprio Paese i libri dello scrittore. Prima con la polacca Un solo sguardo e ora con Atrapados - in Trappola che, partendo da Caught, ci fa volare in Argentina. Un altro titolo, tra l'altro, il primo statunitense, dovrebbe approdare in piattaforma verso giugno. Per fortuna, in questo marasma c'è questo prodotto che (finora) si distingue dagli altri.
Atrapados: in trappola o in fuga?

Prima produzione latino-americana tratta da un romanzo di Harlan Coben, la miniserie Netflix è ambientata tra Bariloche e Buenos Aires, quindi tra paesino e metropoli del Sud America. Ema Garay è un'affermata giornalista d'inchiesta che ha già smascherato vari criminali attraverso l'uso dei propri canali social e dei propri video divenuti virali, che conclude poi sul portale web per cui scrive. Quando incappa in un possibile predatore sessuale, viene messa di fronte ad un dilemma professionale: ha scovato l'ennesimo scoop prima degli altri oppure le è sfuggito qualcosa? Come se non bastasse, una ragazza del posto scompare misteriosamente dopo una festa e le domande si sommano una dietro l'altra. Dove si nasconde la verità? Magari in fondo al lago, dove viene trovata una barca al largo con dentro la sua sciarpa?
Una denuncia nella serie Netflix
Atrapados si iscrive, come dicevamo, tra i prodotti seriali dello scrittore che hanno una tematica sociale di fondo: in questo caso i rischi sul web di incappare in possibili aggressori sessuali, oppure in luoghi di ritrovo giovanili come i boyscout o i centri per ragazzi, insomma il cosiddetto grooming virtuale o fisico. Un tema sviscerato attraverso molteplici sfaccettature. Parallelamente c'è anche l'elaborazione del lutto dato che Ema è rimasta vedova con un figlio e non riesce a perdonare il colpevole.

Da quel momento sembra essersi chiusa in se stessa e nel lavoro, non rendendosi conto di non prestare davvero attenzione al figlio quando lui gliela chiede: inizia similmente a Sarah Linden di The Killing ma poi saprà redimersi da peggior madre dell'anno. Infine la libertà di stampa e il pericolo delle fake news: per quanto faccia sorridere, soprattutto a noi che scriviamo, vedere redazioni fisiche di giornali web con persone che vi si recano per scrivere e consegnare l'articolo in tempo, ci sono vari dilemmi etici e morali che la protagonista deve affrontare. Sia sul lavoro che nella vita privata, anche perché le due continuano ad incrociare le proprie strade, rischiando di confondersi e fare del male l'una all'altra. Dove si pone il confine tra le due? Quanto poco ci vuole per distruggere la reputazione di qualcuno e quanto per provare a ristabilirla?
Genitori e figli

La serie thriller parla sicuramente del rapporto tra genitori e figli, non solo tra Ema e Bruno. Fondamentali in questo senso sono tutti gli snodi narrativi, che portano a colpi di scena capaci di tenere incollati allo schermo e col fiato sospeso gli spettatori, fino alla fine, flashback compresi. Soprattutto con un rapporto causa-conseguenza meno inverosimile ed improbabile di altre storie dello scrittore.
Anche la regia, per quanto un po' troppo da cartolina in alcuni frangenti verso i paesaggi immensi dell'Argentina, e la fotografia, che prova a mescolare colori caldi e freddi a seconda del pericolo apparente o reale vissuto dai protagonisti, contribuiscono a creare tensione. Senza dimenticare la soundtrack vero pezzo forte del serial, anche se un po' troppo ammiccante verso vecchi classici pop e rock. Ma, arrivati alla fine, si ha la sensazione che tutto sia stato raccontato al momento giusto e tutto sia finito al proprio posto. Non c'è niente di meglio all'ultima pagina di un bel giallo.
Conclusioni
Atrapados è una valida miniserie thriller che finalmente rivitalizza un po’ lo schema narrativo ripetuto delle opere di Harlan Coben su Netflix. Si affrontano varie tematiche sociali e attuali, si sviscerano un po’ di rapporti genitoriali sotto svariati punti di vista, il tutto condito con un soundtrack pop’n’rock e guidato da una protagonista inizialmente respingente ma che pian piano fa entrare il pubblico nel suo mondo e in quello dei suoi cari.
Perché ci piace
- La protagonista (anche se inizialmente distante).
- I rapporti tra genitori e figli.
- Le tematiche affrontate.
- I colpi di scena, ben assestati fino all’ultimo, e l'uso dei flasback.
- La soundtrack…
Cosa non va
- …anche se un po’ troppo ammiccante.
- Alcune riprese un po’ da cartolina.
- Superate il primo episodio, molto introduttivo e che non rende subito chiari i rapporti tra i personaggi per potersi avvicinare a loro.