Asterix & Obelix: Il duello dei capi, su Netflix il ritorno di un mito dell’animazione

Qualche mese fa siamo volati a Tolosa per farci raccontare la nuova serie animata tratta dal mito di René Goscinny e Albert Uderzo. In streaming dal 30 aprile.

I TAT Studio, realizzatori di Asterix & Obelix: Il duello dei capi

Arriviamo a Tolosa e subito una mail ci sorprende in negativo: il nostro bagaglio non è stato imbarcato con noi e ci raggiungerà. Forse. Un fastidio che non è in grado di bilanciare l'emozione, perché ci stiamo recando presso TAT Productions, uno degli studi d'animazione più importanti d'Europa, attivo dal 2020 quando è stato creato da David Alaux, Éric Tosti e Jean-François Tosti, responsabile di film come A spasso con Willy o Argonuts - Missione Olimpo. Siamo lì per farci raccontare la serie tv a cui stanno finendo di lavorare, per Netflix e al servizio di un nome iconico, anzi un paio di nomi, dell'intrattenimento europeo e mondiale: Asterix e Obelix.

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Aurelien Predal, art director della serie realizzata da TAT Studio

Un primo sguardo di cui vi parleremo a seguire, per anticiparvi la nuova serie animata, una moderna interpretazione del mondo di questi personaggi, realizzata in CGI e pronta a raccogliere un nuovo pubblico a sostegno di questi irriducibili Galli creati da René Goscinny e Albert Uderzo. Asterix & Obelix: Il duello dei capi, tratta da un albo del 1970 che è la settima storia pubblicata su questi personaggi, sarà disponibile su Netflix a partire dal 30 aprile, diretta da Alain Chabat e Fabrice Joubert, e racconta quel che accade agli abitanti del celebre villaggio gallico quando lasciati a loro stessi contro la potenza di Roma per la perdita di memoria del creatore della pozione che li rende imbattibili.

Nel cuore di TAT Productions

È proprio David Alaux di TAT a darci il benvenuto e iniziare a parlarci del progetto e del coinvolgimento del suo studio, al suo primo lavoro di commissioning e con Netflix dopo gli anni passati su serie tv e i cinque film per il grande schermo prodotti, mettendo a disposizione "le competenze tecniche e artistiche, l'esperienza e il know-how, a supporto del team creativo di Alain Chabat e tradurre in immagini le intenzioni della produzione." Una traduzione per immagini coordinata da Aurélien Prédal, art director del progetto, sul quale è stato al lavoro per gli ultimi tre anni, seguendo ogni fase della produzione "dai primi concept fin al risultato finale, dalla creazione dei set ai personaggi alla realizzazione pratica in CGI."

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Tante immagini di lavorazione della serie animata Netflix

Con un passato di grandi collaborazioni sul campo dopo la laurea in Gobelins nel 2006, Prédal ha lavorato per i più grandi studi del settore, da Aardman a Pixar, Sony Animation, DreakWorks e Laika. Un curriculum di tutto rispetto che l'ha reso la figura migliore per mettere in pratica questa nuova incarnazione di Asterix e Obelix, quella che lui stesso ha definito "una grande responsabilità" per trovare un equilibrio tra le "tante cose a cui stare attenti nel rendere un'eredità di questo tipo", ma anche parallelamente nel "trovare una propria voce" e renderlo proprio. Anche perché rispetto al passato abbiamo all'opera "un regista differente, uno studio differente e il coinvolgimento di una realtà come Netflix."

Una direzione diversa per Asterix e Obelix

Non si tratta, però, di una sfida a quanto fatto in precedenza, ma all'intenzione di sfruttare le tante opportunità che il format dei cinque episodi lascia a disposizione, con il valore aggiunto dell_"umorismo molto personale di Alain Chabat", autore molto famoso in Francia, nonché della volontà di alzare l'asticella dal punto di vista visivo, sfruttando il talento dello studio per "realizzare il miglior prodotto possibile". E per farlo hanno preso in esame tutti gli strumenti a disposizione, chiedendosi se andare verso il 2D o direttamente verso la CGI, senza mettere da parte la stop-motion: "ho lavorato con quella tecnica, Alain la ama e anche Fabrice, il co-regista, ci lavora in Aardman, quindi ci abbiamo pensato. Abbiamo cercato di catturarne il sapore e il calore", lavorando molto sulle texture, come abbiamo potuto apprezzare guardando i bozzetti di Obelix, con una certa tessitura della cinta o dei pantaloni, "molte realistica"_.

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Al lavoro sul modello di Asterix

Si è lavorato, insomma, come su un vero pupazzo da stop motion, gestendo abiti e accessori con un look più realistico, "come se fosse vera stoffa", tenendo invece la pelle molto semplice, "come un giocattolo". Un principio applicato anche ai set: "spesso in CGI tutto sembra molto morbido, mentre noi volevamo che si avesse l'impressione che toccando una roccia o un tavolo o il muro di una casa, fosse solido, ruvido, irregolare. Questo per noi era molto importante." Inoltre, non meno significativo, "stavamo adattando un fumetto, che è in due dimensioni, e visto che amiamo il 2D abbiamo cercato di combinare quanto detto sopra con alcuni elementi 2D. Per esempio le onomatopee: non ci sono sempre, ma le abbiamo usate qua e là per dare risalto ad alcuni momenti."

Un lavoro sugli stili che ha portato anche a cambiare completamente il look in alcune sequenze, per esempio mantenendo tridimensionale quanto in primo piano, ma semplificando il fondale quasi a renderlo 2D, stilizzandolo e creando un contrasto tra quel lavoro molto tattile e solido ottenuto sfruttando la CGI e il look bidimensionale più da fumetto. Con un intento in mente: "tenere molto alta la qualità, come se fosse un film piuttosto che una serie."

Asterix e Obelix, tra fedeltà e libertà

Molta attenzione si è dedicata ovviamente ai personaggi, affinché fossero "fedeli al materiale di partenza" anche in termini di pose e di intento generale degli autori. Sono stati coinvolti, infatti, molti artisti che conoscono e amano i fumetti di Asterix, per assicurare questo tipo di fedeltà. Laddove ci si è presa qualche libertà in più è stata sui set, sugli ambienti in cui muovere le figure che animano la storia: "abbiamo dei set molto grandi" ci hanno infatti spiegato, "lo script di Alain Chabat ci ha permesso di espandere molto le location" anche per rendere giustizia alle sequenze d'azione che si muovono lungo gli ambienti di Asterix & Obelix: il duello dei capi. Un esempio concreto è il palazzo di Cesare, che "è enorme. È come un enorme scatola di scarpe lunga un chilometro e alta cinquanta metri."

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Il lavoro sulle onomatopee di Asterix & Obelix: Il duello dei capi

Un lavoro sugli ambienti immaginato anche per differenziare quelli romani da quelli gallici: "tutto nel contesto romano è molto squadrato e parallelo, mentre sul fronte gallico c'è molta artigianalità ed è tutto più arrotondato." Dettagli su cui ci si è concentrati molto per far sì che tutto fosse molto specifico della storia e del progetto in generale. Un altro esempio è la grande arena che si intravede anche nel trailer: "nel fumetto era un grande anello in una prateria, noi abbiamo costruito un intero stadio, con corridoi all'interno. È stato un grande lavoro di progettazione, ma anche molto divertente per gli artisti", che va a enfatizzare quel contrasto tra fedeltà per quanto riguarda i personaggi ed espansione sul fronte degli ambienti.

L'impegno di TAT Studio

Tanto lavoro per TAT Studio, ma anche una grande opportunità di crescita e di lavorare con artisti, come lo stesso Alain Chabat, che hanno permesso a tutti di alzare l'asticella e raggiungere risultati straordinari. Ma anche una grande opportunità di crescita concreta, passando a 150 dipendenti a 350. D'altra parte di tratta di una produzione che mira a raggiungere un pubblico ampio, perché tale è quello di riferimento che già conosce a ama Asterix e il suo imbattibile villaggio gallico. Ed è stato quindi necessario trovare un modo universale per rendere la storia e i suoi temi, "ma penso che siamo riusciti a farlo" ci ha detto Prédal, "e che tutti, di ogni generazione, potrà guardarlo e apprezzarlo."

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Lo staff al lavoro

Realizzare insomma qualcosa che fosse "senza tempo, in linea con il nome che porta e la storia dei fumetti, ma che parlasse alla cultura contemporanea". Importante per una serie che "tutta la famiglia possa guardare insieme" e che risulti internazionale, come è da sempre interesse, e forza, di Netflix.