Essere Hercule Poirot non è facile: l'investigatore belga riesce a vedere il mondo solo come dovrebbe essere e per questo nota ogni difetto, ogni stortura, che se da una parte lo rende il migliore in quello che fa, dall'altra non gli permette mai di fidarsi totalmente di una persona o di lasciarsi andare. E a volte è un bene, soprattutto se ci si ritrova su un treno con il vicino di vagone pugnalato da uno dei passeggeri.
Dal 30 novembre è nelle sale italiane Assassinio sull'Orient Express, nuova versione cinematografica del giallo di Agatha Christie diretta e interpretata da Kenneth Branagh, che sfoggia un paio di baffi maestosi nei panni vigili di Poirot. Con lui un cast eccezionale: i premi Oscar Judi Dench e Penelope Cruz, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Willem Dafoe, Josh Gad, Derek Jacobi, Daisy Ridley e molti altri. Elegante e raffinato nella forma, il film di Branagh mette in luce soprattutto il suo grande talento come attore: come Poirot è perfetto e implacabile.
All'anteprima europea del film a Londra abbiamo intervistato Michelle Pfeiffer e Leslie Odom Jr., interpreti rispettivamente di Caroline Hubbard, vedova americana che parla troppo, e del dottor Arbuthnot. Prendendo spunto dalle frasi a effetto di Poirot, abbiamo intavolato una conversazione poliedrica con i due attori americani.
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Il crimine è una frattura dell'anima
Poirot alla fine del film dice che "il crimine è un'anomalia che richiede una frattura dell'anima": come si può reagire a un momento storico come questo in cui la frattura dell'animo umano è, a livello globale, enorme? "È facile scoraggiarsi e non avere più speranza, ma è la cosa più pericolosa che possa succedere. Possiamo combattere questo aggrappandoci a ciò in cui crediamo, cercando di fare la nostra parte e contribuire il più possibile" ci ha detto Michelle Pfeiffer, mentre per Odom jr. "Ci sono persone che portano distruzione ovunque vadano: per contrastarle dobbiamo portare un po' di bellezza e speranza".
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Capire se fidarsi o no di una persona guardandola in faccia
Poirot dice a Ratchett, il personaggio interpretato da Johnny Depp, che non vuole accettare il suo caso perché non gli piace la sua faccia: è successo anche agli attori di non voler lavorare con qualcuno perché "non amavano la sua faccia"? "Non è semplicemente la sua faccia, è quello che vedo sotto" ci ha detto Pfeiffer, continuando: "Sì, mi è capitato. Non succede spesso, ma a volte ho rifiutato di lavorare con qualcuno perché 'non mi piaceva la sua faccia'. Di recente ho abbandonato un progetto perché sentivo di non farne parte".
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Commuoversi per il pane o per una torta
Nonostante la sua mente sia continuamente stimolata da mille dettagli e pensieri, Poirot si commuove per cose molto semplici e piccole, come il pane, che definisce un capolavoro. Anche ai due interpreti capita di commuoversi per cose come una torta o un tramonto? "Nei momenti migliori sono un artista, nei peggiori irritante, ma quando sono al meglio mi sento un artista e quindi amo chi mette arte in quello che fa" ci ha risposto Odom jr., spiegando meglio: "Amo il fatto che lei dica che ci sia arte in una torta: c'è in chi fa il fiorista, ma c'è anche nella moda, nella falegnameria. In ogni cosa che richiede tempo e amore".
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