Viviamo in un mondo ciclico. La moda, la politica, l'arte. Sfruttiamo e riutilizziamo tendenze del passato, applicando sopra di esse l'etichetta del postmodernismo. Tutto passa, tutto torna. Come al cinema. Oggi le produzioni inseguono vecchi stilemi, provando a ricostruire l'immaginario con cui siamo cresciuti. Gli anni Ottanta, gli anni Novanta, fino agli inizi del Duemila. Trent'anni condensati in un film o in una serie, da aggiungere in quell'enorme calderone dello streaming. Del resto, se il futuro sembra una chimera, allora è naturale rifugiarsi nel passato. Un passato che ci tutela, e che ci conforta. Ma anche un passato che non ci permette di andare avanti.
Questo lungo incipit filosofico, per dire che non esistono solo i remake dei film, ma anche i remake delle leggende metropolitane, diventate cronaca pop. L'ultima in ordine di ritorno, quella che riguarda la rivalità tra Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone. Una rivalry che ha tenuto banco per oltre vent'anni, tra suggestioni e realtà, e adesso nuovamente portata in auge. Da chi? Facile: dallo streaming. Se durante gli anni Ottanta e Novanta i due pesi massimi del cinema americano si sono sfidati a colpi di box office, ora sono le piattaforme a dettare i tempi e i modi di uno scontro-incontro che si combatte a colpi di views.
Come detto all'inizio, lo streaming ha riacceso modi e costumi che appartengono al passato, scegliendo come nomi rappresentativi dei volti, diremmo, iconici. E cosa c'è di più iconico, se non la coppia Sly e Schwarzy? Appunto. Stallone, protagonista assoluto di Tulsa King, disponibile su Paramount+, e Schwarzenegger protagonista assoluto di Fubar, disponibile invece su Netflix. Due serie non troppo diverse, che ragionano sul concetto di last action hero, ereditato guarda caso dalle 90s vibes, in cui la regola aurea era intrattenere e divertire, senza lasciar troppo spazio al ragionamento e al pensiero. I cari vecchi blockbuster da gustare con i pop-corn e la Coca-Cola, adesso tramutati in un linguaggio seriale ad altezza divano.
Un duello decennale
Ma andiamo con ordine, e ripassiamo i fatti più o meno noti. Secondo numerose voci, in parte confermate dai diretti interessati, all'inizio della loro carriera i due erano totalmente incompatibili. Il primo scontro? 1977: durante i Golden Globes Stallone, nominato come miglior attore per Rocky, tirò un vaso di fiori a Schwarzenegger, nominato invece come New Star of The Year (premio poi cancellato). Arnold vinse, e rise del "perdente" Stallone. Un affronto che fece scoccare un duello capace di accompagnare le decadi successive, in quanto i due attori iniziarono quella che potrebbe essere considerata come la carriera più simile di tutta Hollywood.
Le frecciate, a mezzo stampa, non mancavano. Da The News of the World al New York Post, fino a Playboy, Schwarzenegger e Stallone, dialetticamente parlando, se le sono date di santa ragione, assestandosi a vicenda dei colpi sempre più bassi e sempre più scorretti. Ne I gemelli con Danny DeVito, Schwarzenegger dileggia un poster di Rambo, mentre Stallone in Tango & Cash picchia duro un tizio molto simile ad Arnold. Uno dei tanti episodi che hanno segnato la decennale rivalità. Una rivalità cavalcata dai media, dal pubblico e dalla stessa Hollywood, in grado di far riempire le tasche dei produttori. In ordine sparso, Last Action Hero e Cobra, la saga di Terminator e Cliffhanger - L'ultima sfida, True Lies e Dredd - La legge sono io. Muscoli tesi e armi (finte) spianate, l'armistizio è coinciso con i primi flop di inizio Millennio. Né Stallone, né Schwarzenegger sono riusciti a mantenere il loro status symbol, venendo superati da altri divi di genere (potremmo citare Vin Diesel).
L'armistizio, l'amicizia e il fattore streaming
Da lì in poi, l'ardente rivalità si è sgonfiata: Arnold Schwarzenegger, candidato come governatore della California, è stato supportato proprio da Stallone, per poi arrivare ad una sorta di armistizio cinematografico con Stallone, firmato prima grazie alla saga de I Mercenari - The Expendables e poi con l'action Escape Plan - Fuga dall'inferno, che tra l'altro ha segnato il ritorno al cinema di Schwarzenegger dopo la carriera politica. Tuttavia, se i due sono innegabilmente diventati amiconi, le inflessioni contemporanee pare vogliano effettivamente riaccendere la leggendaria sfida: Fubar è stabile nella Top 10 Netflix. Ed è di Netflix Arnold, docuserie in tre parti che ripercorre la storia di Schwarzenegger.
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Dall'altra parte, su Paramount+, Tulsa King ha ricevuto buoni feedback guadagnandosi il rinnovo, ed nel catalogo c'è pure The Family Stallone, una sorta di reality che segue Sly nella vita quotidiana. Ancora una volta, Sly vs. Schwarzy, lo scontro tra titani a portata di telecomando. Dunque, per ricollegarci all'inizio del nostro articolo, ecco i cicli e i ricicli, i corsi e i ricorsi. Pop e cinematografici. Purtroppo però non siamo più negli Anni Novanta, e la muscolosa competizione tra Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone sembra solo l'ennesimo frutto di un algoritmo che gioca con i nostri ricordi e con i nostri idoli.