Torna in televisione, con un suo show a puntata unica, il comico Corrado Guzzanti, scegliendo il palcoscenico di Sky in un periodo molto particolare e difficile per la satira e l'informazione televisiva.
Torna in TV in un periodo particolare, Corrado Guzzanti. Un periodo in cui la situazione politica del paese si riflette, come mai era successo in passato, sulla situazione dell'informazione e della satira, generando un tentativo di compressione degli spazi del pluralismo che si prepara a fare le prime vittime. Il caso ormai endemico di Michele Santoro, il cui Annozero si è concluso ieri (stavolta pare definitivamente) tra le polemiche, è emblematico di una situazione di disagio, in cui il duopolio Rai/Mediaset sta ormai stretto a conduttori, autori ed artisti che vogliano provare a portare avanti un discorso personale, slegato da logiche di potere e lottizzazione. E allora, che Aniene sia, e che sia su Sky, apparente isola felice dove è possibile sperimentare, osare, tentare nuove vie.
Il comico romano, assente dalla tv pubblica dal 2003, anno della sua striscia satirica Il caso Scafroglia, e dalla prima serata televisiva addirittura dal 2001, durante il quale insieme alla sorella Sabina Guzzanti e a Serena Dandini fu protagonista dell'ormai storico L'ottavo nano, approda sul canale satellitare Sky Uno con uno show a puntata unica, possibile preludio a una collaborazione più organica con il network (da pensare dopo l'estate) in cui verranno riproposti alcuni dei suoi personaggi più amati, insieme ad alcune novità: tra queste ultime, il dio Aniene del titolo, semidio roman(esc)o di ispirazione vichinga col compito di salvare il mondo, un Licio Gelli in una variante napoletana alle prese con l'Olgettina, e un Domenico Scilipoti in versione radiofonica, che a quanto pare sarà tra i pochi politici imitati. Accanto a questi, Guzzanti riproporrà alcuni suoi "sempreverdi" tra cui l'imitazione di Antonello Venditti (qui cantante della sigla iniziale), l'annunciatrice Vulvia e l'ormai ex maturando Lorenzo.
Lo sbarco su Sky di Guzzanti arriva dunque in un periodo che è più che mai delicato per il rapporto tra politica e informazione, e in cui regna sovrana l'incertezza sul destino di molte voci non allineate, che la classe politica sta cercando di zittire nel modo più indolore possibile. Sembrano lontanissimi i tempi in cui un programma come L'ottavo nano poteva essere trasmesso in prima serata senza colpo ferire, e in cui persino comici come Daniele Luttazzi trovavano il loro spazio sulle reti del servizio pubblico: se Santoro, ormai da anni sottoposto a un assedio interno dopo la sua reintegrazione ad opera di un tribunale, si è tolto ieri qualche sassolino dalla scarpa e ha rimpallato ai vertici Rai la responsabilità della sua partenza ("Nell'accordo che abbiamo firmato c'è scritto che Santoro può continuare a collaborare con la Rai già da domani: sono disposto a rifare Annozero a un euro a puntata", ha detto il conduttore, facendo una proposta che con tutta probabilità non verrà recepita) è il destino della terza rete Rai a suscitare le maggiori apprensioni: specie dopo lo slittamento continuo della presentazione dei palinsesti autunnali del 2011 e il destino ancora incerto di conduttori come Giovanni Floris, Fabio Fazio, Milena Gabanelli e Serena Dandini. L'ostracismo nei confronti di RaiTre è stato d'altronde ribadito esplicitamente mercoledì scorso dal consigliere di maggioranza Antonio Verro, che motivando l'assenza sua e di quattro suoi colleghi all'ultimo CdA Rai, e il conseguente rinvio dello stesso, ha parlato testualmente della terza rete come di "un'enclave separata dal resto dell'offerta aziendale, orientata quasi completamente su uno specifico target politico-culturale e con una programmazione che sembra spesso ispirata a logiche da tifoseria". In questa situazione, è difficile pensare a un futuro agevole per molte trasmissioni di informazione e approfondimento sulle reti del servizio pubblico, meno che mai per la satira: il trasferimento di molti dei nomi citati a La7 (altra destinazione sempre più vista come isola felice, almeno nell'ambito della tv in chiaro) sembra un'ipotesi sempre più concreta.
D'altronde lo stesso Guzzanti, durante la conferenza stampa di presentazione del suo show tenutasi ieri, ha tenuto a dichiarare il suo appoggio per la scelta di Santoro di risolvere consensualmente il suo rapporto con la Rai, e a stigmatizzare la situazione attualmente regnante nella TV di servizio pubblico: "Penso che Santoro abbia fatto bene a risolvere la cosa con la Rai", ha detto il comico. "Non si può vivere in una situazione d'assedio in cui l'editore ti è nemico. L'ultima volta che sono stato in Rai c'era già un clima di terrore da parte di molti dipendenti che si sentivano detestati dal proprio editore. Per fortuna che c'è Sky, che può essere insieme a La7 uno spazio libero". Il nuovo show, tra l'altro, arriva in un momento che è delicato a causa anche dell'imminente consultazione referendaria, nuovo banco di prova (o occasione di spallata, a seconda dei punti di vista) per il governo in carica: in piena par condicio, Guzzanti ha presentato anche un ironico "spot referendario" (che andrà in onda domani) in cui si invita tra le altre cose ad "andare a votare il 14 perché di sicuro c'è meno gente", a "non portare il documento che magari poi si perde: tanto al seggio vi riconoscono" e, una volta votato, a "piegare la scheda e metterla nell'apposita urna. Ma anche lasciarla lì accanto. Oppure piegarla come un aeroplanino e lanciarlo, di sicuro qualcuno lo raccoglie".
Non possiamo quindi che sintonizzarci stasera su Sky Uno, accogliendo con piacere il ritorno della corrosiva satira del comico romano, e guardando al palinsesto di Sky come a una delle possibilità per un modello di televisione realmente nuova e libera. Nella speranza che, per l'informazione e la satira televisiva nel suo complesso, arrivino in un prossimo futuro momenti migliori.