Andor 2, Ben Mendelsohn e gli imperiali: “Mentire alla stampa su Star Wars? Obbligatorio e divertente!”

In occasione dell'arrivo in streaming su Disney+ della seconda stagione dello show, abbiamo intervistato Kyle Soller, Ben Mendelsohn e Denise Gough.

Kyle Soller, Ben Mendelsohn e Denise Gough, i villain di Andor

Una delle intuizioni più interessanti di Andor, la serie di Star Wars ideata da Tony Gilroy che fa da antefatto a Rogue One così come il film faceva con i fatti raccontati da Una Nuova Speranza, è quella di mostrare la quotidianità dei personaggi che la popolano. Può essere quella di quelle persone che, Andor in primis, finiranno per accendere la scintilla che farà divampare il fuoco della ribellione, o quella di chi lavora per quel gigantesco apparato di oppressione noto come Impero Galattico.

Rogue One - A Star Wars Story: Ben Menderlsohn nel teaser trailer del film
Ben Mendelsohn in Rogue One: A Star Wars Story

Sì, è vero: in Star Wars avevamo già visto Luke Skywalker mangiare insieme Zio Owen e Zia Beru, tuttavia Andor mette le esistenze dei suoi protagonisti sotto alla lente di un microscopio. E lo fa andando a creare un contesto in cui questo tassello del mosaico che rappresenta la ben nota galassia lontana, lontana acquisisce tutta una nuova concretezza.

Andor 2: intervista a Kyle Soller, Ben Mendelsohn e Denise Gough

E per quanto chi guarda possa fare il tifo per i buoni, anche nel caso della creazione di Tony Gilroy, sono, per l'ennesima volta, i villain ad affascinarci di più. Fra i buoni, quello pù carismatico resta il Luthen Rael di Stellan Skarsgård un po' perché parliamo di un leader ribelle scritto in modo sopraffino, un po' perché... è Stellan Skarsgård a interpretarlo. Parliamo di un attore che, come si suol dire, renderebbe interessante la lettura della lista settimanale della spesa. Ma tornando ai villain di Andor sono figure che ci appassionano non perché indossino elaborate maschere o per le loro fattezze aliene.

Sono persone ordinarie nell'aspetto, tecnicamente aliene, ma con fattezze "terrestri" che restano impresse per il loro modo di pensare e di agire. Al junket virtuale di Andor abbiamo chiacchierato con i tre principali interpreti del "team imperiale", Kyle Soller (Syril Karn), Denise Gough (Dedra Meero) e Ben Mendelsohn di ritorno nei panni del Direttore Orson Krennic, la mente dietro alla costruzione della Morte Nera.

Segreti e bugie

La nostra conversazione è cominciata però all'insegna dell'aneddotica: in un'altra occasione, parlando con Denise Gough e Ben Mendelsohn, avevamo riflettuto su quanto, attori e attrici impegnati nell'universo di Guerre Stellari, durante le attività stampa, fossero portati a "mentire ai giornalisti", e quanto questo fosse divertente.

La chiacchierata parte proprio da questo spunto: "Quando hai a che fare con questioni collegate al mondo dell'intrattenimento è un modo di fare 'de rigueur' da seguire" spiega la star secondo cui "non c'è niente di più noioso a questo mondo dell'attore in quanto attore. Non è l'attore a essere importante. Ma fino a che si crea intrattenimento - e chiaramente parlo per me, non per altri colleghi perché amo guardare altri attori - per me è perfetto poter fare così".

"Poi se gli avessi detto qualcosa avresti avuto dei problemi" gli fa notare Denise Gough. Un'osservazione alla quale Ben Mendelsohn risponde: "Esattamente! Ma poi sai, ho degli accordi commerciali da rispettare. Amo l'Impero. Ho alcune problematiche alle quali far fronte perché, lo sai, ho questa cosa da costruire. La Morte Nera!".

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Di nuovo Krennic, questa volta in Andor 2

Aggiunge poi Denise Gough che, secondo lei, nessuno vuole davvero sapere in anticipo tutti gli spoiler. Arrivano infine le "amare riflessioni" di un Kyle Soller che ammette di essere pessimo a mantenere i segreti: "Non mi fanno mai fare le interviste da solo. È per questo che mi hanno appiccicato a voi due".

L'ambizione personale che prevale sugli ideali imperiali

Giusti o sbagliati che siano, l'Impero ha i suoi ideali che, in linea ipotetica, andrebbero perseguiti dalle persone che fanno parte di questo apparato. Eppure, proprio Orson Krennic, Dedra Meero e Syril Karn più che dalla fedeltà agli ideali di cui sopra, sembrano essere guidati dalle loro personali agende, dall'ambizione.

Per Denise Gough questo loro modo di agire "rende tutto più spaventoso. Se un villain a un suo interesse personale, a prescindere da quale esso sia, che lo motiva più di un qualche ideale, è così che diventa un cattivo di successo. Diventano personaggi con più sfumature, non sono standardizzati".

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Una scena da Andor 2

Per spiegarsi meglio, usa proprio la sua Dedra come punto di riferimento: "Pensa alla storyline iniziale di Dedra. In principio, tutti la apprezzano perché, anche se imperiale, la vediamo come una sorta di "girl boss". Qualcosa di davvero innovativo. Era un capo imperiale ed era una donna. Poi la vediamo torturare un'altra donna e realizzi che non puoi davvero metterti in relazione a un personaggio come lei. Per me questi sono personaggi più interessanti dei villain standard. Io voglio vedere un cattivo che mangia i cereali con la madre, solo per farti un esempio. È una trovata brillante ed è tutto scritto benissimo".

Aggiunge Kyle Soller che Andor mostra anche "i lati più oscuri di questa ambizione personale e come possano essere plasmati e manipolati dallo stesso Impero e impiegati come un'arma. È pericoloso avere a che fare con gente che crede di non avere nulla da perdere o che è disposta a fare di tutto per ottenere il potere".