Dopo il doppio episodio di Halloween, la prima stagione di American Horror Story sembra aver messo da parte i toni più ironici dei primi episodi, per proseguire su una linea narrativa più cupa e a tratti malinconica, che con l'episodio Piggy, Piggy approfondisce la storia di Tate, e di conseguenza anche quella di Violet. Un nuovo flashback apre il sesto episodio della serie ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk, e stavolta ci ritroviamo nel 1994, nella biblioteca della Westfield High School, in cui studio e bisbigli vengono interrotti da alcuni colpi di arma da fuoco. I ragazzi capiscono subito cosa sta succedendo, e insieme ad un loro professore cercano di tenere a freno la paura e si barricano nella sala, fino a quando Tate non li raggiunge per fare fuoco anche su di loro. Ma subito dopo sarà lui ad essere ucciso in casa sua - abitava con sua madre Constance proprio nella Murder House - da una squadra speciale della polizia.
E' una sequenza che gioca tutto sulla tensione più che sulla violenza esplicita, e svela la natura soprannaturale di Tate aprendo nuovi scenari nel rapporto tra lui e Violet, la vera protagonista di questo episodio, che assomiglia ad un viaggio nell'abisso della follia, in cui i confini tra realtà e incubo sono ancora meno definiti che nei precedenti episodi. Violet si ritrova Constance nella cucina della sua casa e in compagnia di Billie (Sarah Paulson, protagonista di Studio 60 on the Sunset Strip, e prossimamente sul grande schermo con il thriller Martha Marcy May Marlene), una signora bionda che le viene presentata come una medium e che le spiega di essere "una prescelta". E come tale, Violet dovrà decidere se seguire il suo destino o impazzire. E' una figura enigmatica, quella di Billie, perché non sembra certo una medium dolce e compassionevole, come siamo abituati a vederne sul piccolo schermo, ma un personaggio ambiguo che si fa carico di fare da tramite tra l'aldilà e il mondo terreno, ma si affida ad un agente per organizzare il proprio lavoro, come se fosse una star. La delusione di Violet, per aver scoperto il passato di Tate, la conduce ad un percorso che rasenta la follia suicida, e del quale i genitori, presi da altri problemi, sembrano essere all'oscuro.
Vi sono ancora incertezze invece - ma è proprio questo il bello della serie - sul ruolo di Constance, che a questo punto viene da chiedersi se appartiene al mondo dei vivi o a quello dei defunti, e quello della medium, apparsa praticamente dal nulla, dopo la tragica scomparsa di Adelaide, che ci aspettiamo di rivedere a breve nei corridoi della Murder House, o nella cantina, sempre più affollata di presenze. Ma soprattutto, resta da capire in che modo possa essere "utile" il bambino di Vivien a Moira e Constance, le cui premure nei confronti della padrona di casa mascherano un complotto in piena regola.
Movieplayer.it
3.0/5