Una bambina "particolare" che viene lasciata in un manicomio criminale come se fosse un pacco, e un mostro ormai adulto che cerca sua madre affondando il bisturi nei corpi delle sue vittime: questi sono i due personaggi-chiave del sesto episodio di Asylum, seconda stagione di American Horror Story, che sembra incentrato sul tema dell'abbandono, visto attraverso storie e punti di vista diversi, ma in fondo simili. E' un episodio di passaggio, questo The Origins of Monstrosity - che è stato scritto da Ryan Murphy e diretto da David Semel - che risolve alcune questioni tra quelle portate avanti finora, ma al tempo stesso apre nuovi percorsi narrativi che saranno sviluppati in seguito.
Nell'episodio precedente, avevamo lasciato la povera Lana nelle grinfie del dottor Oliver Thredson, che dopo averla portata a casa sua, le aveva rivelato la sua vera identità, quella del mostruoso Bloodyface il serial killer mascherato, che sta terrorizzando la comunità, e che ha ucciso diverse donne, tra cui Wendy, la compagna della giornalista. Lana viene svegliata dal profumo dei croque monsieur preparati per la colazione, ma il suo incubo non si è certo dissolto con le prime luci del giorno, perchè Thredson è ancora lì, davanti a lei, nella gelida cantina in cui il dottore ha il suo laboratorio, tra catene e strumenti da taglio e tortura, e le rivela di averla scelta perchè in lei ha trovato qualcosa di speciale che tutte le altre vittime non avevano, qualcosa che gli ricorda sua madre, che lo aveva abbandonato quando era piccolo, e che lui aveva sempre cercato nei corpi delle donne da lui torturate e uccise. E' uno dei momenti più forti di questa stagione, perchè la depravazione di Thredson non viene solo suggerita o chiarita a parole, ma è resa ancora più tangibile dalle sequenze che lo mostrano di fronte al cadavere di una donna, quando era ancora uno studente di Medicina, e dal confronto con Lana, verso la quale prova sentimenti contrastanti, in bilico tra un'attrazione torbida e furore cieco, l'abbandono alla tenerezza filiale e ossessione malata.Mentre il dottor Thredson - del quale Zachary Quinto ci offre un'interpretazione da brividi - ha trovato la sua "mammina" nella reporter che seguiva da vicino il caso di Bloodyface, qualcuno viene lasciato al Briarcliff e abbandonato al suo destino. La piccola Jenny Reynolds (Nikki Hahn) viene affidata alle cure delle suore da sua madre, che ha difficoltà a gestire una bambina dalla personalità così spaventosamente "adulta", e che sembra nascondere qualcosa di terrificante. Nonostante il Briarcliff sia sprovvisto di un reparto pediatrico, la piccola viene accolta da Suor Mary Eunice, che la rincuora e le offre protezione, ma soprattutto sembra conoscerla molto bene, visto che è anche a conoscenza del fatto che la piccola ha ucciso a sangue freddo una sua coetanea, perchè "era una stronza, non le piacevi e giocava con te solo perchè glielo imponeva sua mamma." D'altronde anche Mary Eunice, da ragazzina aveva avuto gli stessi problemi di Jenny, e aveva preso i voti con la convinzione che accanto a Dio sarebbe stata al sicuro. Poi le cose per lei sono cambiate e adesso la piccola e timida Suor Mary Eunice si diverte di più alle dipendenze di Satana, seminando zizzania, inducendo in tentazione i pazienti (e non solo loro) ma soprattutto eliminando coloro che possano metterle i bastoni tra le ruote, come Sam Goodman, l'anziano cacciatore di nazisti al quale Suor Jude si era rivolta perchè la aiutasse a scoprire la vera identità del dottor Arden.
Il buon Sam - interpretato da Mark Margolis - ha la certezza assoluta che il dottor Arden sia in realtà Hans Gruber, un medico di stanza ad Auschwitz che torturava i prigionieri sottoponendoli ai suoi terrificanti esperimenti scientifici, cosa che ha poi continuato a fare tra le mura del Briarcliff. Tuttavia, per avere la prova definitiva che sia davvero lui, Goodman ha bisogno delle sue impronte digitali. E Suor Jude riesce a procurargliele, ma non avrà modo di consegnarle a Sam, che giace in fin di vita nel bagno di casa sua, dopo essere stato massacrato "da una delle sue suore", come svela in un fil di voce alla direttrice del Briarcliff, già sconvolta dal fatto che presto dovrà lasciare la struttura. Uno dei dettagli più importanti di questo episodio, è proprio nella notizia che viene comunicata a Jude dal Monsignor Howard, che intende trasferirla altrove, dove non potrà intromettersi nelle faccende del dottor Arden, che conta sulla sua protezione. Al tempo stesso, Arden è diventato un problema anche per il monsignore, che non si aspettava certo orrori simili, dai suoi esperimenti, e soprattutto non si aspettava di dover impartire l'estrema unzione a Shelley, ormai ridotta ad un pezzo di carne senza connotati, anche lei abbandonata (come i protagonisti di questo episodio) in una stanza d'ospedale, e senza che nessun altro prete trovasse il coraggio di impartirle l'ultimo sacramento.Dal prossimo episodio si vedrà se Suor Jude sarà effettivamente trasferita altrove, cosa succederà dopo la rivelazione di Sam e se a questo punto Suor Eunice mostrerà il suo vero volto. Bisognerà vedere a cosa porterà la singolare amicizia che si è sviluppata tra la diavolessa in abito religioso e la piccola Jenny, e se monsignor Howard deciderà di non offrire più protezione al dottor Arden. La storia di Bloodyface intanto, non finisce qui, perchè nel 2012 c'è qualcuno che uccide con le sue stesse dinamiche, e uccide anche gli "impostori" che si spacciano per lui.