American Horror Story - Finale della stagione 1, 'Afterbirth'
La prima stagione della serie di Ryan Murphy si chiude con un episodio toccante al quale non mancano un tocco di ironia nera e nemmeno un pizzico di atmosfera natalizia.
Il flashback che apre il dodicesimo e ultimo episodio della prima stagione di American Horror Story, Afterbirth, ci riporta indietro di pochi mesi, prima ancora che gli Harmon decidessero di trasferirsi a Los Angeles per provare a ricominciare daccapo e ricostruire il loro rapporto, gravemente compromesso dall'infedeltà di Ben. Il dottor Harmon prova a convincere sua moglie a dare almeno un'occhiata ad una casa che potrebbe piacerle, e nella quale potrebbero iniziare una nuova vita insieme. Tante promesse che adesso, dopo tutto quello che è successo agli Harmon, appaiono sinistre.
Dopo che sua moglie è morta nel dare alla luce i suoi gemelli - uno dei quali nato morto - Ben fa fatica a dare un senso alla sua vita, visto che è rimasto solo nella grande casa. Vivien evita di mostrarsi a Ben e ha chiesto anche a Violet di non farlo, perchè vuole che suo marito lasci per sempre la casa insieme a suo figlio e vada a vivere in un luogo più sicuro per entrambi. Il bambino è momentaneamente affidato a Constance, e quando Ben va a recuperarlo, la vicina di casa sembra restia a cederglielo e lo mette in guardia sul fatto che le presenze maligne che infestano la casa potrebbero fargli del male. L'incontro tra Constance e Ben inoltre, offre l'occasione al dottore di scoprire che Tate - il ragazzo che ha distrutto la sua famiglia - è proprio il figlio della loro vicina di casa, una ragione in più per rompere definitivamente i rapporti con lei.
In realtà Ben ha altri piani per sè e suo figlio, che intende affidare a Jo, la sorella di Vivien, dopo che egli si sarà tolto la vita con un colpo di pistola alla testa, ma Vivien riesce a fermarlo e a fargli cambiare idea. E' un confronto toccante, che vede gli Harmon riuniti per la prima volta dopo la morte di Vivien, e emotivamente uniti come non capitava da tempo. Il destino però ha in serbo un percorso diverso per Ben, che subito dopo l'incontro con Vivien e Violet, viene ucciso da Hayden con l'aiuto di Dallas e Fiona, che dopo avergli stretto un cappio al collo, lo lanciano giù dal secondo piano della casa, lasciandolo appeso al lampadario del soffitto. Un drastico cambio di rotta che accelera la storyline degli Harmon e, in generale, della prima stagione di American Horror Story verso la conclusione. Per la seconda stagione della serie targata FX, infatti, è stato già annunciato che lo scenario e i personaggi saranno completamente differenti, e se con gli Harmon (e in parte con gli altri abitanti della Murder House) ci sono stati svelati gli "orrori" di una relazione in crisi, con la prossima "storia" saranno affrontati temi diversi.
Dopo la morte di Ben, la casa viene messa nuovamente in vendita, e tra gli interessati ad un acquisto così conveniente - forse troppo, come fanno notare al loro ingresso - c'è una coppia di ispanici, Stacey e Miguel Ramos (interpretati da Anthony Ruivivar e Lisa Vidal) con il figlio, Gabriel, che sin da subito si rende conto che la casa ha qualcosa di strano, anche se non crede ai fantasmi. Marcy stavolta informa i Ramos he la casa ha un prezzo così vantaggioso perchè Ben Harmon si è tolto la vita subito dopo la morte di sua moglie Vivien, ma d'altronde, sottolinea l'agente immobiliare, "qualsiasi casa ha una storia alle spalle, ma questa costa 200mila dollari in meno". I Ramos riescono quindi a farsi convincere e acquistano la casa, facendo già progetti per il loro futuro: Gabriel (che intanto ha già incontrato Violet, suscitando le gelosie di Tate) presto andrà via per motivi di studio, e quindi loro potrebbero decidere di avere un altro figlio. A scombinare i loro piani, fortunatamente, intervengono Ben e Vivien che insieme agli altri "inquilini" della Murder House, mettono in scena un vero e proprio spettacolo da grand guignol per terrorizzarli e convincerli a scappare via, mettendosi in salvo. E' una scena eccessiva ed ironica, che vede coinvolti quasi tutti i personaggi che abbiamo conosciuto nel corso di questi dodici episodi - da Beau alla Dalia Nera, ma anche Moira (in duplice versione), ed Elaine, la moglie di Larry - e che al tempo stesso mostra la ritrovata complicità di Vivien e Ben, che quasi si divertono a spararsi e strapparsi le viscere a vicenda a titolo puramente "dimostrativo".
Una delle formule più conosciute, tra quelle legate al concetto di matrimonio, è "finchè morte non vi separi", ma il caso di Vivien e Ben è l'eccezione che conferma la regola: gli Harmon, insieme a Violet, adesso sono davvero una famiglia, e a rendere più sereno e completo il loro legame, si aggiunge anche il piccolo che era morto quasi subito dopo il parto, e al quale Nora sembrava interessata più per capriccio, che per vero istinto materno, tanto che alla fine decide di cederlo alla sua vera mamma. Con Moira, che accetta con commozione di diventare la madrina del bimbo, gli Harmon si ritrovano a passare finalmente un'eternità serena, nonostante l'ombra minacciosa di possibili interventi da parte di Hayden e Tate. A proposito di quest'ultimo, una delle sequenze più belle di questo episodio, lo vede in un durissmo confronto con Ben, che mette da parte il distacco professionale al quale era obbligato in vita, per rinfacciargli di essere solo uno psicopatico, sicuramente carismatico e manipolatore, ma incapace di provare sentimenti.
In tutto questo, dalla morte di Ben, nessuno ha più visto il bambino (quello che era riuscito a sopravvivere, dopo il parto) e anche la polizia si chiede che fine abbia fatto. Ma Constance afferma di non saperne nulla e che l'ultima volta che era passata dagli Harmon per vedere se Ben avesse bisogno d'aiuto, si era trovata di fronte ad uno spettacolo orribile, tanto che era scappata via d'istinto. In realtà, dopo essere rimasta a guardare il cadavere di Ben appeso al lampadario, con malcelata soddisfazione, Constance era riuscita a strappare il bimbo dalle mani di Hayden, grazie all'aiuto di Travis. E adesso lo tiene nascosto nella stessa stanzetta in cui chiudeva Adelaide per punizione.
La ritroviamo tre anni dopo, nel salone di una vivace parrucchiera alla quale racconta di essere stata impegnatissima con un bimbo avuto in affido, il piccolo Michael, che le ha cambiato la vita, ma senza soffermarsi sui primi, sanguinari, progressi del bambino. Davanti allo specchio della parrucchiera, Jessica Lange chiude la prima stagione di American Horror Story con un breve e straordinario monologo, che conferma il suo talento e quello degli autori di una delle serie più belle, avvincenti ed emozionanti di questa stagione televisiva. Dispiacerà a tutti sapere che non rivedremo più Constance, ma siamo certi che voltando pagina, resteremo conquistati anche dal nuovo capitolo e dai suoi protagonisti, vivi o morti che siano.