L'America come non l'avete mai vista. E, credeteci, non è una frase fatta. America The Beautiful, la serie disponibile in streaming su Disney+ dal 28 settembre, porta gli spettatori in un viaggio epico attraverso le regioni più spettacolari del Nord America, in quella che è la terra più diversificata del mondo. Dal team pluripremiato ai BAFTA e agli Emmy Award composto da Vanessa Berlowitz e Mark Linfield (Planet Earth, Il pianeta di ghiaccio) di Wildstar Films, America the Beautiful è la prima serie di storia naturale a utilizzare telecamere su aerei da caccia, portando gli spettatori in un viaggio sbalorditivo attraverso alcuni dei paesaggi più suggestivi della Terra. Le telecamere montate a bordo dei caccia mostrano come i paesaggi americani si incastrino e si modellino a vicenda. Ma questo sistema aereo si è dimostrato vincente anche per le riprese durante condizioni meteorologiche avverse, consentendo di filmare supercelle e tornado da una distanza ravvicinata. Dall'altra parte, per catturare i comportamenti di animali sfuggenti e mai visti prima è stata utilizzata una nuova gamma di telecamere remote e telecamere girostabilizzate.
Raccontare gli animali in modo diverso
Abbiamo intervistato Vanessa Berlowitz e Mark Linfield, i produttori di America the Beautiful. È davvero un'America mai vista? "Da un lato cerchiamo di mostrare al pubblico alcuni degli animali più iconici, come gli orsi Grizzly" ci ha spiegato Linfield. "Ma, soprattutto, cerchiamo di portare alla luce le piccole storie, quelle che la gente non riesce a vedere quando va a fare una passeggiata, perché non sa che sono lì. La gente potrebbe dire: conosco già la natura americana, hanno le catene montuose, hanno gli orsi. Ma noi abbiamo cercato di raccontare gli animali più ovvi in modo diverso. Per quanto riguarda gli orsi, abbiamo mostrato cose che la gente non ha visto. Negli Everglades, una zona umida, gli orsi sono dentro degli alberi e, quando l'acqua raggiunge gli alberi, loro iniziano a nuotare. Sono sempre gli orsi, ma sono visti in una maniera differente. I Grizzly che cacciano i Caribou in Alaska non credo li abbiano visti in molti. Così raccontiamo gli animali più noti, ma in un modo meno familiare".
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Filmare dai jet, come in Top Gun: Maverick
Ma, soprattutto, il team di America The Beautiful è riuscito a mostrare i paesaggi in un modo nuovo. "Siamo riusciti a mostrare le montagne dall'alto, filmandole da un jet" ci svela Linfield. "È qualcosa che dà il senso di una visione panoramica. Siamo riusciti a riprendere le nuvole, nel momento in cui le montagne bloccano le intemperie, e dalla parte opposta troviamo il deserto. Siamo riusciti a mostrare che il deserto del Mojave è così grazie alle montagne della Sierra. Possiamo vedere come tutti i paesaggi siano interconnessi tra loro. Ed è qualcosa che non puoi vedere dalle solite riprese fatte dagli elicotteri. Il pubblico vedrà questi paesaggi come mai li ha visti prima". Una delle chiavi è stata proprio trovare il modo di mostrare la dimensione epica dei paesaggi americani. "Il Nord America ha ogni tipo di habitat che si possa trovare al mondo. Ha un'area polare, ha le montagne, ha il deserto. Come mostri tutto questo?" riflette Vanessa Berlowitz. "Ogni versione di un paesaggio è la più grande: non abbiamo il Canyon, ma il Grand Canyon. Così abbiamo usato delle nuove tecnologie: abbiamo appeso una macchina da presa a un aeroplano, ma ci abbiamo messo ore per volare lungo il Grand Canyon, che è enorme! Così abbiamo usato un jet, un caccia che è quello che hanno fatto per Top Gun: Maverick. È una tecnologia che ti permette di volare vicino alla barriera del suono, E in questo modo puoi visualizzare il Gran Canyon in un'unica ripresa, e il pubblico può capire quanto sia gigantesco quel paesaggio. Abbiamo volato lungo alcune aree desertiche dell'America, come lo Utah, grandi come nazione. Abbiamo volato su quattro parchi nazionali con un'unica ripresa".
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Trovare nuove storie parlando con la gente
America The Beautiful si muove dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo. E, se per i grandi spazi la sfida era nella tecnologia, per le piccole storie presentava altre problematiche. "Nel raccontare le storie più piccole" ci ha spiegato Linfield, "la sfida è nella ricerca. Ma per fortuna in Nord America ci sono molti naturalisti in gamba, e grazie a internet e ai social media è facile come mai prima d'ora trovare queste storie". "Per trovare storie come queste devi parlare con tante persone in America, e poi devi portare queste storie alla luce tramite una serie di micro attrezzature che ti portino dentro quel mondo" aggiunge Vanessa Berlowitz. "Ma la vera sfida è trovare qualcosa di nuovo in una nazione dove vive tantissima gente, ma ce l'abbiamo fatta". "E un'altra grande sfida è stato il Covid" aggiunge. "Perché la serie è stata girata durante la pandemia. Immaginate di fare delle riprese aeree con un gruppo di persone quando è previsto che tu non possa incontrare nessuno per via della pandemia".
Scene che non puoi organizzare in uno storyboard
America The Beautiful ci ha fatto capire che, nell'era in cui vediamo nei film live action della Disney animali animati fotorealistici che ci sembrano veri, gli animali reali sono molto più interessanti. E i creatori della docu-serie sono bravissimi a creare storie così interessanti che sembrano scritte. "Ci sono alcuni animali hollywoodiani, che ognuno ama" ci spiega Vanessa Berlowitz. "Che sono stati in ogni film della Disney, e la gente sa tutto di loro. Ad esempio, abbiamo voluto filmare alcuni orsi Grizzly. Così abbiamo trovato una nuova storia, in Alaska, dove loro cacciano i Caribou. CI siamo spinti nel tentativo di trovare nuove storie, prendere rischi". "I personaggi dei film d'animazione vengono dalla natura, sono ispirati ai veri animali" continua. "Ogni volta che giriamo ci chiediamo: cosa possiamo fare di meglio? Cosa possiamo mostrare che non sia stato già visto prima? Abbiamo lavorato duro per trovare nuovi angoli da cui vedere la storia. E credo che la sequenza di apertura sia davvero un buon esempio. C'è una lotta tra uno scoiattolo e un orso. E non puoi organizzarla in uno storyboard come in un film della Disney. È accaduta davvero: è completamente selvaggia, naturale".
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Filmare gli animali: quali sono i segreti?
Ma quali sono i segreti per girare una scena come questa? "Per girarla abbiamo usato delle innovative macchine da presa da remoto" ci spiega Vanessa Berlowitz. "Abbiamo dovuto lavorare duramente per tirare fuori questi personaggi. Si tratta di togliere qualsiasi persona da quella situazione e lasciare gli animali essere se stessi. E così vedi i loro comportamenti particolari. Se avessimo avuto una persona lì vicino a girare, anche se nascosta, non avremmo mai potuto vedere quello scoiattolo tenere testa a quell'orso. Non ho mai visto niente di smile ed è stato possibile coglierlo con queste macchine da presa da remoto". Ma per girare scene di questo tipo c'è più di un segreto. "Uno di questi è lavorare con degli scienziati molto esperti che ti possano aiutare a proteggere il comportamento degli animali" ci spiega Linfield. "L'altro segreto è avere molto tempo: passare il più tempo possibile. Se fai una passeggiata nel Grand Canyon in un pomeriggio probabilmente non riuscirai a vedere queste cose. Ma se passi mesi, mesi e mesi in quei posti ce la farai. Siamo stati molto attenti al budget, a fare cose frugali, ma a investire una gran parte del budget nel tempo. Avevamo piccole troupe per grandi periodi. Nei film normali invece hai grandi troupe per piccoli periodi. Sapete, i talent come Tom Cruise costano molto, così si cerca di girare il più possibile nel minor tempo possibile. Noi siamo il contrario: non abbiamo nessun controllo sulle nostre movie star, gli animali, e così abbiamo bisogno di tanto tempo. La maggior parte delle sequenze sono filmante da troupe di una o due persone. in tanti tanti mesi".
Michael B. Jordan: un eroe americano
Nella versione originale, la storia è narrata da Michael B. Jordan, l'attore di Creed e Black Panther. "Volevamo una voce che fosse contemporanea, e che fosse inclusiva, che rappresentasse l'America moderna" ci ha spiegato Berlowitz. "L'idea dietro la serie è che dovesse rappresentare gli eroi, gli eroi della conservazione del patrimonio naturale, tutti quegli incredibili personaggi che hanno salvato la natura e hanno dimostrato una straordinaria resilienza e coraggio. Michael B. Jordan impersona sempre questo ruolo. Ed è davvero una persona di questo tipo nella vita di tutti giorni. Ha una passione nel rappresentare un'America diversa. Ama interpretare dei personaggi che sono degli outsider, che hanno grandi sfide da affrontare. Per questo è la voce giusta".
La musica
La colonna sonora suggestiva vuole evoca l'orgoglio, ma anche l'eterogeneità dell'America ed è stata composta da Joseph Trapanese. Alcune delle musiche della serie sono interpretate dal cantante powwow Ojibwe Joe Rainey Sr. "Un cantante powwow da parte di un gruppo di cantanti, chiamati the jump group" ci ha spiegato, "Il cantante powwow è una sorta di guida spirituale, è qualcuno che invita gli altri a godere della compagnia del prossimo, incontrare nuovi amici, gustare del cibo. Il ruolo del cantante powwow è quello di cantare per i diversi tipi di danza Quindi devi conoscere le diverse danze e le diverse canzoni. Anche se canto e registro musica da molto tempo, mi considero ancora uno studente. Ho ancora tanto da imparare".
Imparare da Richard Attenborough
A proposito di imparare, Vanessa Berlowitz ha lavorato con Richard Attenborough, da sempre sinonimo del documentario di qualità. "Sono stata molto fortunata a lavorare alla BBC" ci ha spiegato. "Mi ha insegnato lui, e ho imparato tutto da lui, ho imparato a come portare la natura nelle storie da raccontare in tv. La più grande lezione che mi ha raccontato riguarda il fatto di portare la personalità degli animali nelle storie per lo schermo. È tua la responsabilità di rappresentare accuratamente quella storia. E il tuo ego da filmmaker deve essere messo da parte. Pensare dal punto di vista degli animali porta un senso di realtà al tuo lavoro". Nel curriculum di Mark Linfield invece ci sono anni di lavoro in Sudafrica a studiare le scimmie. Cos'ha di diverso il lavoro in Africa e quello in America? "L'America ha in sé paesaggi molto differenti" ci risponde. "Quando film on in Florida posso essere ricoperto da zanzare, ed essere in un ambiente inospitale come una giungla africana. Mi sento come in Africa. Se sono nell'America del Nord, è come se filmassi al Polo Nord. E poi c'è tutto quello che c'è in mezzo".