Tutti noi, nascosto nel DNA, nascondiamo l'accesso alle mutazioni che ci trasformano in X-Men, mutanti, (super)heroes, alpha. Mutazioni che emergono spontaneamente o innescate da farmaci, da esposizioni a radiazioni, da sollecitazioni visive e sonore del cervello. Alphas, l'avvincente serie fantascientifica di Syfy che ha battuto il pilot rivale - l'altrettanto promettente Three Inches con James Marsters e Naoko Mori, dal soggetto molto simile - guadagnandosi la produzione di un'intera stagione (già trasmessa in Italia da Rai4), continua a indagare la natura mutante dei suoi protagonisti superevoluti nella seconda annata, attualmente in onda in USA.
Il dottor Rosen, padre di un'alpha con il potere dell'empatia, ha trascorso gli ultimi mesi rinchiuso in un istituto per malattie mentali: questa la misura di sicurezza approntata dal governo per smentire le rivelazioni elargite in diretta mondiale dallo psichiatra circa l'esistenza dei superumani. Il suo team è stato smembrato: i più solidi - sia fisicamente che psicologicamente - Hicks e Harken, continuano a essere impiegati dal governo che sfrutta l'abilità del primo e la forza del secondo, la più ribelle, Nina, è tornata ad abusare dei suoi poteri di persuasione e condizionamento mentale mentre i più fragili, Rachel e Gary, senza il supporto psicologico di Rosen hanno smesso di funzionare nella società. Rachel si è rinchiusa in casa dai suoi genitori e non riesce più a controllare i suoi sensi iper-sviluppati e Gary, impiegato come analista dall'NSA, è finito nel terrificante istituto per alpha Binghamton dopo aver aggredito un impiegato reo di averlo toccato.
La serie impiega poco a ristabilire lo status quo con il ritorno in libertà di Rosen e la ricostituzione del suo team, un po' di più ci vuole per redimere una Nina - intimamente la più fragile del gruppo - fuori controllo e ci presenta una nuova potenziale acquisizione del gruppetto, la simpatica Kat, dall'invidiabile potere di acquisire qualsiasi capacità solo osservandola, con il meno invidiabile effetto collaterale di una memoria a medio termine che cancella i suoi ricordi a scadenza mensile.
Dopo una prima annata introduttiva e dal taglio procedurale - ogni episodio sviluppato intorno a un singolo caso da risolvere nell'arco della puntata - e una sottile trama orizzontale, la seconda stagione di Alphas mette in scene un arcinemico, Stanton Parish, più immortale di Takezo Kensei di Heroes e con una capacità di guarigione più veloce di quella di Wolverine, ma per ora dalla personalità grezzamente definita.
Se il cliffhanger della season finale sembrava suggerire una stagione volta a introdurre un futuro dove l'esistenza dei mutanti rivelata al mondo avrebbe avuto conseguenze sugli equilibri mondiali - come quella dei vampiri per True Blood, una sorta di morning after di ciò che avremmo potuto vedere in Dark Angel e Heroes - la prima metà della seconda annata svela che la dichiarazione pubblica del Dr. Rosen ha perso i potenzialmente deflagranti effetti, smentita e ridotta ai deliri di uno squilibrato. Syfy sembra voler optare per una distinzione più manichea tra alpha buoni e cattivi dove i mutanti saranno più presi a schierarsi pro o contro Parish che a difendersi dalle conseguenze delle rivelazioni del dottore. Nonostante il mancato sviluppo delle premesse del cliffhanger Alphas garantisce una fruizione meno impegnativa e più divertente proprio perché il ritardato sviluppo di quella linea narrativa dalle implicazioni insidiose ha permesso di privilegiare un andamento più improntato alla semplicità e all'intrattenimento, che concede più spazio all'azione - con il recupero degli alpha fuggiti da Bighamton e la caccia a Parish - e ai personaggi.
Privilegio della serie reso ancora più evidente negli episodi recenti, è la qualità del cast. Raramente una serie di Syfy può vantare attori del talento e della bravura di David Strathairn - candidato all'Oscar per Good Night, and Good Luck - e Ryan Cartwright, interpreti rispettivamente di Rosen e di Gary. Cartwright è un volto conosciuto ai fan di Bones per il ruolo di Vincent Nigel-Murray, dottorando turnista della dottoressa Brennan nei laboratori del Jeffersonian: britannico dall'aspetto esile, dall'infinita erudizione e dall'inopportuna tendenza a snocciolare aneddoti, aveva lasciato la serie con un'uscita drammatica, ferito mortalmente da un cecchino che mirava a Booth. Lo ritroviamo nei panni - magliette a strisce e jeans al posto del camice - di Gary, personaggio altrettanto intelligente e logorroico.
Alphas si è attirata svariati fan normalmente non dediti alla fantascienza, orfani di Vincent conquistati dal ragazzo autistico dalla mamma superapprensiva e dall'insofferenza al tocco umano, in grado di captare qualsiasi frequenza attraversi l'etere. Gary è uno dei personaggi più convincenti e meglio sviluppati da una serie di Syfy al di fuori di Battlestar Galactica, e nella seconda stagione si guadagna un episodio, Gaslight, dedicato alla sua relazione con Anna - la giovanissima terrorista onnilinguista della Red Flag - e all'elaborazione del lutto risoltosi con un epilogo inquietante, che sembra quasi fatto apposta per evocare il famigerato arco narrativo dell'apprendista di Gorgomon noto al sopracitato pubblico bonesiano.
Alphas riserva più di una sorpresa.