Alaska Baby, recensione del documentario: on the road con Cesare Cremonini alla ricerca della luce

Girato tra Italia e America, il progetto video e musicale accompagna il viaggio di rinascita personale e artistica del cantautore culminato con il suo ottavo album in studio. Su Disney+.

Cesare Cremonini in un momento di Alaska Baby, il documentario

"Cosa ci faccio nel cuore dell'Alaska? Aspetto l'aurora boreale. E fino a che lei non arriverà io non tornerò a casa". Cesare Cremonini, a 8.100 chilometri che lo separano dalla sua Bologna, si ritrova su un lago ghiacciato, circondato da una distesa di neve compatta e marmorea. È l'ultima tappa di un viaggio di rinascita artistica e personale intrapreso dal cantautore e che ha dato il via alla scintilla grazie alla quale è nato Alaska Baby, il suo ottavo album in studio uscito lo scorso 29 novembre con Emi. Da quell'esperienza è germogliato anche un omonimo documentario diretto e montato da Ivan D'Ignoti disponibile su Disney+.

On the road per "spegnere" l'ego

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Cesare Cremonini in un momento del documentario

Un progetto video e musicale di poco più di trenta minuti di cui l'artista è l'assoluto protagonista. Il documentario si apre su un preciso momento della sua vita. All'indomani della fine di un tour che l'ha portato in giro per gli stadi di tutta Italia e culminato con il concerto, nel 2022, a Imola davanti a 70 mila persone, Cremonini si ritrova a fare i conti con un blocco artistico. "Credo che il vuoto dello scrittore sia un pieno di ego", afferma il cantautore che decide di "spegnerlo" preparando una piccola valigia e prendendo un aereo. La prima tappa del suo viaggio è l'isola caraibica di Antigua dove va alla ricerca del sole nascosto dalla sua città da 45 giorni di nebbia ininterrotta.

È in cammino che si rende conto come nei momenti cruciali della sua vita privata e professionale sia stato proprio un viaggio ad aiutarlo ad attraversare determinate fasi. Come quello in Argentina con il suo amico Giorgio John Squarcia dopo la fine dei Lùnapop. Lo stesso amico che lo raggiunge dall'altra parte del mondo e con il quale firma il documentario. È grazie a Nashiville e Memphis, lì dove è nata la musica americana che Cesare Cremonini inizia a pensare all'origine della sua vita: Bologna.

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Uno dei luoghi in Alaska visitati dal cantautore

"Quando inizia a staccarti da casa inizia a ricordare". Ed ecco allora che davanti gli occhi del cantautore si staglia l'immagine di San Luca, un santuario che sovrasta la sua città posto sulla cima del Colle della Guardia che Cremonini vede dalla finestra della sua casa. Un luogo a lui caro e che diventa anche titolo di una delle dodici tracce che compongono Alaska Baby in cui collabora con Luca Carboni. È negli Stati Uniti che riapre la custodia della sua chitarra per non chiuderla più. Da Tuscon a Los Angeles, passando per Seattle, El Paso, Joshua Three, White Sands. Chilometri e chilometri di strade e paesaggi sempre diversi grazie ai quali ritrovarsi.

La genesi dei brani

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Cesare Cremonini in Alaska

Intervallato da interviste in studio e riprese della lavorazione del disco, che ospita anche il leggendario pianista Mike Garson e i Meduza, il progetto ha il sapore del diario/confessione in cui il cantautore svela le sue emozioni. Molto curato dal punto di vista visivo, con grafiche minimali quanto eleganti e un lavoro sulle immagini che regala un'atmosfera calda, in Alaska Baby, il documentario Cesare Cremonini racconta la genesi di alcuni brani che compongono il disco.

Dal "primo volta pagina" Ora che non ho più te a Ragazze facili, "un'esplosione cosmica maturata per tantissimi anni" e unica canzone della sua vita in cui sente di aver "perso" perché si mette totalmente a nudo raccontando il coraggio di amare. Da Alaska Baby che dà il titolo al disco ad "Aurore boreali", "l'incontro di due voci che diventano una" nato da un messaggio di Elisa arrivato al cantautore mentre si trovava sul lago ghiacciato di Fairbanks in attesa di assistere al fenomeno naturale.

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Cesare Cremonini e l'aurora boreale

"Ogni album è un punto di arrivo, percorri una lunga strada". Quella fisica e intima percorsa da Cesare Creminini lo ha portato ai confini del mondo e a superare i suoi spinto dal desiderio di ritrovare la luce. L'ha trovata in una notte buia e silenziosa improvvisamente squarciata da una danza colorata nel cielo.

Conclusioni

Cesare Cremonini si mette a nudo con un documentario che accompagna l'uscita del suo ultimo disco a due anni di distanza dal tour negli stadi e dal live a Imola davanti a 70 mila persone. Dopo quell'esperienza il cantautore ha sentito un blocco artistico che lo ha portato a decidere di partire per un viaggio, da Antigua agli Stati Uniti fino all'Alaska. È nel corso delle varie tappe che Cremonini torna ad imbracciare la chitarra. Il seme che darà il via al suo ottavo album Intervallato da interviste in studio e momenti della lavorazione del disco, Alaska Baby, il documentario racconta le genesi dei brani e le emozioni vissute dal cantautore partito con l'obiettivo di ritrovare la luce e se stesso. Il risultato è un diario/confessione in cui parole, immagini e musica si intrecciano tra di loro.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Il parallelo del viaggio interiore e professionale
  • Dal punto di vista visivo il documentario è molto curato
  • Il taglio da diario/confessione che regala al progetto un sapore intimo
  • Il racconto della genesi del brano

Cosa non va

  • La durata esigua potrebbe scontentare degli spettatori