Alan Cumming: “Vivere negli Stati Uniti di Trump è terrificante. Il ritorno di Nightcrawler? Catartico”

Drive Back Home e l'eclettismo, il testa a testa con Stanley Kubrick e la sensibilità queer. L'attore è stato premiato con la Stella della Mole al Lovers Film Festival.

Alan Cumming al Lovers Film Festival

Arriva all'appuntamento in anticipo. Pantalone a costine e giacchetto blu scuro, t-shirt verde oliva e montatura degli occhiali rotonda. Qualche parola in italiano, un sorriso smagliante e la richiesta di un caffè. Incontriamo Alan Cumming in una stanza di un albergo di Torino qualche ora prima che l'attore sia premiato con la Stella della Mole al Lovers Film Festival - "Sono arrivato ieri sera, ho una stanza che affaccia sulla stazione. È l'unica cosa che ho visto finora" - ed essere accompagnato in una visita guidata al Museo del Cinema all'interno della Mole Antonelliana.

La situazione "terrificante" negli Stati Uniti

The Good Wife: Alan Cumming interpreta Eli Gold in Bond
Alan Cumming in The Good Wife

Apertamente bisessuale, Alan Cumming si è sempre battuto per i diritti della comunità queer. La stessa che oggi è presa di mira dall'amministrazione Trump che si è scagliata contro la cultura woke e la comunità trans. "Vivo tra New York e la Scozia", racconta l'attore. "È una combinazione interessante perché New York, nonostante la situazione politica, è sempre progressiva. È come vivere in una bolla, sei protetto. Ma oggi vivere negli Stati Uniti è un incubo, specie per i membri della comunità queer. La situazione è cambiata molto, è terrificante. Amo la città e sono fortunato perché ho la possibilità di tornare nella mia Scozia. Ma ho anche la consapevolezza che presto potrebbe diventare difficile viaggiare e vivere negli Stati Uniti. È tutto quello che potete immaginare e peggio".

Drive Back Home

Proprio per il suo impegno costante nel rappresentare la comunità queer, Alan Cumming è stato scelto come ospite d'onore del 40° Lovers Film Festival dove l'attore ha anche presentato Drive Back Home, film diretto da Michael Clowater ambientato del Canada degli anni Settanta. "Sono ornato del premio e una delle delle ragioni per cui sono venuto è per supportare il film che parla di una storia che rischia di essere cancellata", sottolinea Cumming.

"Sono ornato del premio e una delle delle ragioni per cui sono venuto è per supportare il film che parla di una storia che rischia di essere cancellata", continua l'attore. "A quell'epoca i diritti gay non esistevano e al cinema non si vedono spesso questo genere di storie. Un tempo in cui gli Stati Uniti cercavano di cancellare la storia delle persone trans del registri governativi. È un piccolo film è credo sia importante supportare i giovani registi. La Stella della Mole è la ciliegina sulla torta. Credo che i premi siano un'occasione per promuovere qualcosa che va al di là di se stessi".

La storia ruota attorno all'idraulico Weldon che viaggia da New Brunswick a Toronto per recuperare il fratello Perley in arresto per atti osceni in luogo pubblico. Una tattica poliziesca comune in quegli anni per compromettere gli omosessuali con le proprie famiglie. I due non avevano più rapporti e questa fatalità finirà per riavvicinarli scatenando ricordi su fatti oscuri del passato. "È stato difficile girarlo, non ho mai sentito tanto freddo come sul set nel nord dell'Ontario", ricorda Cumming.

"È una storia autobiografica, il regista l'ha scritta raccontando di suo nonno e suo zio. Era importante rendergli onore. Ho cercato di capire come potesse essere vivere in quegli anni in Canada da omosessuali e ho lavorato duramente sull'accento rurale del luogo. Non è affatto un ruolo glamour. Ho messo su peso, ho dovuto indossare una parrucca e radere parte della tasta. Ricordo che sono andato al party di Vanity Fair agli Oscar e ho supplicato la produzione di potermi tenere i miei capelli. Appena sono tornato sul set me li hanno tagliati (ride, ndr). È stata un'esperienza intensa ma ho amato molto fare il film. Ne sono orgoglioso".

L'eclettismo

Da Spy Kids a The Tempest passando per il teatro, The Good Wife e Schmigadoon!, l'attore ha preso parte a progetti estremamente diversi tra di loro che hanno contribuito a renderlo indefinibile e impossibile da incasellare. "Credo di essere inciampato in un film da una parte all'altra. Non ho strategie o piani. Penso solo di avere un grande eclettismo che dai film indipendenti mi ha portato ai blockbuster fino a diventare il direttore artistico di un teatro in Scozia o a condurre un reality show come The Traitors", riflette Alan Cumming.

Chris Cooper e Alan Cumming  in un'immagine del film The Tempest
Chris Cooper e Alan Cumming in un'immagine del film The Tempest

"Proprio quest'eclettismo mi ha permesso di fare così tante cose diverse. Ho sempre detto sì a tutto quello che pensavo fosse giusto fare e resto aperto alle possibilità. Se fai cose diverse le persone ti chiederanno di fare cose diverse. Mi piace che, specie negli Stati Uniti, le persone non sappiano come etichettarmi".

Stanley Kubrick e il set di Eyes Wide Shut

Tra i tanti ruoli di una carriera lunga quasi quarant'anni, Alan Cumming è stato anche un portiere d'albergo per Stanley Kubrick in Eyes Wide Shut. "Ho molto lavorare con Stanley" ricorda l'attore. "Siamo rimasti amici dopo il film fino alla sua morte. Ho un aneddoto divertente sulla lavorazione e il nostro incontro. Feci molti provini per il ruolo e aspettai parecchio per la risposta. Era un periodo in cui mi sentivo deluso dalla recitazione, non mi piaceva vivere a Los Angeles così me ne tornai in Inghilterra e decisi che avrei aspettato facendo festa".

Alan Cumming Kubrick
Cumming e Kubrick sul set

"Quando finalmente mi hanno chiamato, il cast stava girando da un anno. Erano tutti devastati", ricorda Cumming. "Avevo conosciuto prima Tom Cruise e quando mi presentarono Stanley - che aveva la nomea di essere burbero - mi disse: 'Tu non sei americano'. Se vedeva che eri timido sarebbe stato un pretesto per attaccarti. Gli risposi: 'Sì, lo so. Ma sono un attore'. Ma nella mia testa pensavo: 'Fanculo, ho fatto una marea di provini, lo sai che sono scozzese'. Mi è sembrato impressionato da quello scambio perché non gli ho permesso di spaventarmi. Abbiamo impiegato una settimana a filmare quella piccola scena. Ma capivo perché tutte le volte volesse aggiungere qualcosa. Ha riacceso il mio interesse nella recitazione".

Avengers: Doomsday e il ritorno di Nightcrawler

Nelle scorse settimane l'attore è stato al centro di una notizia che ha sorpreso i fan Marvel. Alan Cumming, infatti, tornerà a vestire i panni del mutante Nightcrawler in Avenders: Doomsday dopo X-Men 2 uscito nel 2003. Al suo fianco Patrick Stewart, Kelsey Grammer, James Marsden, Rebecca Romijn e Ian McKellen. "Sono sotto shock e sorpreso come tutti", ammette l'attore. "Amo tornare a esperienze già fatte. Credo che X-Men 2 sia un ottimo film, ma ho odiato farlo. È stata un'esperienza orrenda. Non essendo un fan della Marvel era rimasto sentimento amaro perché tendo a dare più valore alla qualità dell'esperienza che all successo del film al botteghino".

X-men 2: un wallpaper di Alan Cumming
Cumming versione Nightcrawler

"Lo scorso autunno mi hanno chiamato mentre dovevo andare a Los Angeles per un concerto. Era il mio agente che mi diceva che la Marvel mi stava cercando ma non sapeva per quale film", aggiunge Cumming. "Quando sono arrivato agli uffici della Disney, non c'era nessuno. Lo studio era deserto perché c'era una festa ebraica. Ricordo di aver pensato: 'È uno scherzo?'. Sono appena arrivato da Londra dove mi sto allenando con le controfigure del film. Non pensavo di poterlo fare a 60 anni (ride, ndr)".

"Sono felice di essere tornato. È catartico, una sorta di guarigione. I fratelli Russo sanno che ho avuto un'esperienza negativa la prima volta e sono attenti che sia a mio agio. Apprezzo quello calore. Non avevo realizzato quanto fosse amato il primo film e sono rimato colpito dalla reazione del pubblico all'annuncio del mio ritorno. Sto aspettando il copione definitivo, ma sono felice di rivivere quell'esperienza in modo diverso. E in più ora so dare un bel sinistro! (ride, ndr)".

La sensibilità queer

Il suo impegno a favore della comunità queer passa anche attraverso le sue interpretazioni e il suo lavoro. Un mezzo attraverso il quale lanciare dei segnali che il pubblico può cogliere consapevolmente o inconsapevolmente. "Mi piace rappresentare la comunità queer perché non è solo una parola, rappresenta una sensibilità. E anche gli etero possono apprezzarla", spiega Alan Cumming. "Cerco sempre di metterla in risalto in tutti i miei ruoli mandando dei segnali che possono essere nascosti o non venire colti. L'ho fatto anche in The Good Wife. Sebbene interpretassi un personaggio etero, l'ho infuso della mia sensibilità queer. La stessa cosa che sto facendo ora con la conduzione del reality The Traitors".

Alan Cumming in una scena di Sex and the City, episodio Scrittrice in passarella
Alan Cumming in una scena di Sex and the City, episodio Scrittrice in passarella

"Il pubblico impazzisce per questo show. E lo trovo incredibile perché da un lato demonizzano la comunità queer e dall'altra amano il reality", continua l'attore. "Sentiamo continuamente notizie contro la comunità LGBTQIA+ invece di concentrarci sui problemi economici o la crisi dei diritti umani. Per questo mi domando come sia possibile il successo di The Traitors dato dallo stesso pubblico che magari ha votato il governo ora al potere".

"Credo sia necessario parlare della vergogna. Un sentimento che caratterizza molti Paesi dominati dalla religione, dagli Stati Uniti all'Italia. Dobbiamo combatterla. È qualcosa di nascosto ma consuma gli esseri umano. personalmente lotto contro la vergogna da sempre con tutto quello che dico e faccio. Voglio che la sensibilità queer smetta di essere qualcosa che spaventa".