Adverse, la recensione: vendetta, tremenda vendetta

La recensione di Adverse, film a basso budget che rispecchia in pieno le dinamiche classiche dei revenge movie anni '80 e '90, con Mickey Rourke nelle vesti di amaro villain. Stasera su Rai 4.

Adverse, la recensione: vendetta, tremenda vendetta

Un film che spiazza questo Adverse, capace di sorprendere per via di un'anima piacevolmente grezza, da b-movie vecchia scuola, ma anche di cadere in alcune ingenuità narrative e registiche, che riportano il tutto coi piedi per terra. Un'operazione sgusciante che sguazza nel torbido per mettere in scena l'ennesima storia di vendetta "senza se e senza ma", intrapresa dal cocciuto protagonista dopo l'evento chiave che scatena le relative dinamiche a tema.

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Adverse: una scena del film

Si guarda anche a modelli alti, con un prologo su quattro ruote che può inizialmente riportare alla memoria il legame tra i due antagonisti di Collateral (2004), salvo poi adagiare il tessuto narrativo in un'ottica prettamente revenge, pronta a consumarsi con sempre più cieca violenza nell'avvicinamento all'epilogo.

Furia cieca

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Adverse: una foto del film

La vicenda vede per protagonista Ethan, autista per un'agenzia di car sharing e reduce da un tormentato passato che gli ha procurato non pochi problemi con la legge, tanto che si trova in libertà vigilata e ogni settimana deve recarsi a colloquio da uno psicologo. Il ragazzo inoltre si prende cura della sorellastra più piccola, Mia, dopo la morte dei genitori e fa non poca fatica in quanto la giovane ha preso anch'essa una cattiva strada ed è dipendente dalla droga. Proprio per via dei legami con un piccolo narcotrafficante locale, Mia e il suo fidanzato finiscono nel mirino di Kaden, un potente boss che gestisce la criminalità locale e ha al suo servizio un giro di spietati strozzini, pronti a reclamare anche con la forza i debiti non saldati. Quando Mia viene ritrovata senza vita per un collasso causato da un'overdose inflitta, Ethan si metterà sulle tracce dei responsabili e avrà modo di confrontarsi nuovamente con Kaden, che già aveva avuto come cliente durante il suo lavoro al volante.

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Due facce

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Adverse: Mickey Rourke in una scena del film

Graffiante e sballato, tragico e a tratti involontariamente comico, un film dalle due anime che collimano in un ibrido che affascina e respinge al contempo. Al giungere dei titoli di coda si resta con una sensazione strana, che risalta ulteriormente le contraddizioni in essere di una visione meno scontata del previsto, facilmente etichettabile come action-thriller a basso costo salvo rivelarsi opera sui generis in grado di stupire, sia in positivo che in negativo. La sceneggiatura opta per soluzioni melodrammatiche assai derivative, ma al contempo trova un paio di colpi ad effetto che risultano a loro modo peculiari, sfruttando poi al meglio la dolente fisicità di Mickey Rourke nelle vesti di un villain afflitto e malato, pronto a fare i conti con se stesso e con il proprio passato.

Sangue chiama sangue

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Adverse: una scena del film

Più scontata ma non disprezzabile l'interpretazione di Thomas Nicholas - era uno dei volti ricorrenti nella saga cult di American Pie - nelle vesti dell'antieroe della situazione, pronto a tutto pur di farsi giustizia e farla pagare ai colpevoli: una caratterizzazione figlia di un approccio stereotipato, così come nel caso delle persone a lui care, vittime anch'esse di costrizioni più o meno evidenti. La parte finale vive su un crescendo di tensione, con la furia finalmente pronta a esplodere non soltanto nella definitiva resa dei conti "a due" conclusiva ma anche in un rabbioso piano sequenza nel quale il Nostro elimina uno dopo l'altro gli scagnozzi del boss, anche a sangue freddo, in un'escalation di furore fuori controllo che mette in mostra una discreta personalità da parte del regista Brian Metcalf. Peccato per quel senso di parziale inadeguatezza, dovuto sì al basso budget ma anche a limiti tecnici e attoriali, che accompagna costantemente lo scorrere degli eventi.

Conclusioni

Un'oscurità pregnante domina l'ora e mezzo di visione, non priva di momenti più fiacchi e soluzioni narrative scontate ma abile nel rendere sporca al punto giusto la messa in scena, compensando con quello stile graffiante i limiti di una produzione low budget. Adverse è un film che non va per il sottile, senza mezze misure nella sua ciclica reiterazione delle dinamiche da revenge-movie classico, adagiato su stereotipi e cliché in un'ottica piacevolmente citazionista, anche al netto delle suddette mancanze. E con un Mickey Rourke che gigioneggia di par suo nei panni del tormentato e disilluso villain.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Un film dark e sporco al punto giusto nella sua essenza da revenge movie puro.
  • Mickey Rourke funziona nelle vesti di villain.

Cosa non va

  • La sceneggiatura paga alcune ovvietà.
  • Il basso budget si sente e si vede in certe occasioni.