"Poesia". C'è tutta la potenza della poesia dietro la scrittura di Steve Knight. A dircelo Malachi Kirby, Erin Doherty e Stephen Graham, i protagonisti di A Thousand Blows, scritta proprio dall'autore di Peaky Blinders. La serie in sei episodi, arrivata su Disney+, ci porta in piena epoca Vittoriana: nella Londra del Diciannovesimo secolo si intrecciano le storie brutali e disperate di un gruppo di personaggi (realmente esistiti) in lotta per la sopravvivenza: tra loro Hezekiah, immigrato jamaicano che si imporrà nel sottobosco dei ring illegali dominati dal boxeur Sugar Goodson. A muovere le fila criminose, Mary Carr, leader della Forty Elephants, una banda di fuorilegge composta esclusivamente da donne.
A Thousand Blows: intervista a Malachi Kirby, Erin Doherty e Stephen Graham
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Abbiamo incontrato i tre protagonisti su Zoom, parlando con loro di quanto lo script di Steve Knight sia colmo di bellezza: "La sceneggiatura è pazzesca quando la leggi, figuriamoci ad interpretarla", ci dice Erin Doherty, in un ruolo molto diverso da quello intrapreso in The Crown. "Ogni giorno, qualunque scena girassimo, era come recitare poesia. È stato un dono poter esprimeri in questo modo. Non capita spesso di trovare sceneggiatura del genere. Non sono sicura che mi verrà ridata un'opportunità del genere".
Per Malachi Kirby è anche un questione di profondità e di background: "Tutti i personaggi hanno la loro storia. Non solo i protagonisti. Hanno un loro arco, un senso. Vengono da qualche parte, e vanno da qualche altra parte ancora. C'è un mondo di persone, di esseri umani". Stephen Graham, che in A Thousand Blows sfoggia un fisico imponente, spiega che: "Il genio di Steve Kinght è questo: prende un mondo e lo crea. Un mondo che sappiamo già esistere. La cosa particolare è questa: il 90% dei personaggi all'interno della storia è esistito davvero. Se leggi i libri di storia puoi ritrovarli. Steve ha messo insieme tre storie creando un mondo meraviglioso. Resti stupito perché c'è un senso di realtà. Knight lo dice sempre: non c'è finzione migliore della realtà".
Una prospettiva diversa
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In qualche modo A Thousand Blows parla anche del presente. Malachi Kirby spiega che: "Lo show è colmo di elementi. Sembra la Londra di oggi, ma anche di quel periodo. Ci sono personaggi che vengono dalla Jamaica, dalla Cina, dalla Francia. Non so se ci sia un commento consapevole sull'immigrazione o una dichiarazione politica, ma credo ci sia però la dimostrazione di quanto Londra è stata costruita con il contribuito di individui venuti da altri luoghi". E prosegue Graham: "Steve ha creato e raccontato le cose da una prospettiva diversa. Ha mostrato la diversità e l'aspetto multiculturale in Gran Bretagna. Non dimentichiamoci che il nostro piatto preferito è il curry, non il cottage pie. Capite cosa intendo? E nella mia opinione spero che continui ad essere un paese multiculturale".
La potenza dello sport
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Altra dimostrazione con A Thousand Blows: lo sport è sempre efficace al cinema o nelle serie. In particolare la boxe. Secondo Erin Doherty è una questione di "immediatezza". "Ho assistito alla riprese delle scene di boxe, e non riuscivo a smettere di guardarle. È qualcosa che ha a che fare con l'immediatezza tra due persone. C'è una spetto primordiale: lottare per la propria vita, portando un livello drammatico". Conclude Stephen Graham: "Per questo motivo raccontiamo tante storie che ruotano attorno alla boxe. La boxe è una lotta tra underdog. Una disciplina che arriva dalle zone popolari, e non dall'aristocrazia. Penso a Roberto Duràn o altri boxeur: se guardi dove hanno lottato capisci la loro elevazione nella traiettoria della società. Questo avviene con Hezekiah, un abile combattente senza consapevolezza dei propri mezzi. Lo seguiamo mentre diventa un esperto. Raccontiamo la gentrificazione della boxe: uno sport da strada, poi abbellito per gentiluomini".