Eccolo il nuovo perdente che si va ad aggiungere alla lunga e grottesca galleria di personaggi ritratti dai formidabili Ethan Coen e Joel Coen: è Llewyn Davis, interpretato da un ottimo Oscar Isaac, musicista folk del Greenwich Village dei primi anni Sessanta a New York. Con una curiosa ma efficace trama circolare, A proposito di Davis racconta qualche giorno della vita di un musicista di discreto talento, ma in sostanza un fallito che per dormire girovaga a casa di conoscenti e amici che gli concedono un divano e perde sempre l'occasione buona per far decollare la sua carriera, fra scelte sbagliate, un pizzico di sfortuna e guai che non sembrano dargli tregua.
Llewyn si arrabatta a suonare nei caffè newyorchesi, cerca di "sistemare" l'ennesima gravidanza che ha causato, perde per distrazione un gatto dei suoi amici e non si accorge che quello che ritrova è solo un suo sosia, si avventura fino a Chicago per un'importante audizione in un viaggio dai toni grotteschi, sempre circondato da personaggi bizzarri e sopra le righe. Oltre all'indiscusso e bravissimo protagonista Oscar Isaac, azzeccato tutto il cast di contorno, da Carey Mulligan a Justin Timberlake, da John Goodman a Garrett Hedlund.
Video ottimo e fedele alla fotografia flou di Delbonnel
A proposito di Davis è arrivato in homevideo anche in alta definizione, con un blu-ray targato Lucky Red e distribuito da Warner Home Video. Sul fronte video, va fatta una premessa importante: la fotografia di Bruno Delbonnel, e chi ha visto il film nelle sale lo avrà ben presente, è davvero molto particolare.
Le immagini sono morbidissime, hanno un continuo effetto flou quasi onirico, con colori desaturati, atmosfere cupe e grande prevalenza di grigi e tonalità molto fredde, il tutto per ricreare non solo gli anni Sessanta ma anche l'inverno e lo stato d'animo malinconico del protagonista. Tenendo presente tutto questo, si può dire che il riversamento è davvero di ottimo livello e la resa sul blu-ray molto fedele alle particolari scelte stilistiche originali, che come detto per certi versi sono molto estreme.
Ecco quindi che pur nella morbidezza già citata, il dettaglio è comunque elevato, con particolari sempre in evidenza e un'ottima resa complessiva. Certo non c'è da aspettarsi un quadro nitido, ma le ombre, le tante sfumature e le atmosfere soffuse sono comunque molto piacevoli. La grana è leggera ma appare del tutto naturale, mentre il grigio e sbiadito aspetto cromatico riproduce quanto visto nelle sale. Da rivelare solamente qualche leggero fenomeno di banding, mentre la compressione tutto sommato sembra sempre ben gestita, anche se sui neri nei movimenti di macchina affiora un lieve velo digitale.
Audio lossless per apprezzare le canzoni di Davis
Sul fronte audio va registrato un errore nella fascetta, dove si riporta la presenza di due tracce, italiana e inglese, in dolby digital 5.1. Per fortuna sul disco entrambe le tracce sono in DTS HD, un lossless che consente di apprezzare al meglio le tante canzoni presenti nel film, che presentano grande corposità e calore, con una buona dinamica e un'efficace resa del timbro vocale dei cantanti. Per il resto il film dal punto di vista sonoro è molto tranquillo, ma la bontà del reparto audio è dimostrata dai momenti appena appena più vivaci, nei quali i diffusori sono puntuali per precisione e direzionalità del suono. Basti pensare allo sferragliare improvviso della metropolitana e ai precisi effetti panning a riguardo. Per il resto l'ambienza è ben curata e il mix ben calibrato, mentre la traccia inglese alla fine è preferibile solamente per la naturalezza dei dialoghi.
Extra: interviste e un corposo making of
Soddisfacente il reparto dei contenuti speciali. Troviamo innanzitutto una lunga sequenza di intervista a registi, vari componenti del cast e della troupe: in tutto si tratta di circa 26 minuti di contributi. Il pezzo forte è comunque il corposo making of di 43 minuti, nel quale comunque vengono ripresi anche molti spezzoni delle interviste precedenti. In ogni caso è un contributo da vedere, con molti video dietro le quinte e discussioni sull'ispirazione per il film, sul personaggio di Davis, sulla scena folk di inizio anni Sessanta, sulle varie scene musicali, il lavoro con i gatti, le scenografie e altro ancora. A completare il tutto c'è il trailer.