25 Aprile: i più importanti film italiani sulla Resistenza al nazifascismo

In occasione dell'80° anniversario dal giorno della Liberazione d'Italia dal nazifascismo, celebriamo la ricorrenza attraverso i film italiani più significativi sul tema della Resistenza.

Anna Magnani in una celebre scena da Roma, città aperta
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Quest'anno si celebrano gli 80 anni di un evento fondamentale della storia italiana: il 25 aprile 1945, infatti, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), il cui comando si trovava a Milano, proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, spingendo i partigiani attivi nel Nord Italia ad attaccare i presìdi del nemico, costringendoli alla resa ancora prima che arrivassero le forze Alleate, le quali stavano completando la risalita del Paese. Da allora, ogni anno il 25 Aprile, si commemora la Liberazione d'Italia dall'occupazione nazifascista, lanciando un monito perché quanto accaduto in quegli anni drammatici non si ripeta mai più.

Tutti A Casa Alberto Sordi Eduardo De Filippo
Alberto Sordi e Eduardo De Filippo in una scena di Tutti a casa

Nonostante rigurgiti nostalgici del ventennio fascista si affaccino con sempre maggiore veemenza sulla scena pubblica, e persino forze politiche attualmente presenti in Parlamento rifiutino di proclamarsi apertamente antifasciste offendendo la Costituzione Repubblicana e la Storia, a nostra disposizione abbiamo un patrimonio culturale tale da permettere di tramandare alle giovani generazioni i valori straordinariamente importanti della Resistenza e dell'antifascismo. Il cinema italiano, sotto questo punto di vista, ci viene ampiamente incontro.

Ceravamo Tanto Amati Gassman Manfredi Satta Flores Foto Di Scena
Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores in una foto di scena da C'eravamo tanto amati

La filmografia su antifascismo e Resistenza annovera decine di pellicole, prodotte già immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale e fino all'epoca attuale. Indubbiamente, tra gli anni Cinquanta e Settanta si concentra la maggior parte delle opere più importanti, e in questo nostro approfondimento intendiamo menzionarne alcune tra le più significative, ben consapevoli del fatto che si tratterà di una lista tanto essenziale quanto parziale, ma che racchiude alcuni capolavori di eccezionale rilevanza artistica e culturale.

Andiamo dunque a scoprire i più importanti film italiani sulla Resistenza al nazifascismo, per rendere omaggio all'ottantesimo anniversario del 25 Aprile e rinnovare la memoria collettiva di un giorno che ha restituito la Libertà al nostro Paese.

1. Roma città aperta (1945)

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Anna Magnani e Aldo Fabrizi in una scena di Roma città aperta

Nel periodo dell'occupazione tedesca di Roma, mentre gli Alleati avanzano dal Sud Italia, il comunista militante Giorgio Manfredi riesce a sfuggire a una retata, nascondendosi presso Francesco, un tipografo antifascista in procinto di convolare a nozze con la fidanzata Pina, una vedova, madre di un figlio di dieci anni. A dare un aiuto concreto ai partigiani è don Pietro, il prete locale, che sostiene la Resistenza e dà rifugio ai perseguitati politici, guadagnandosi anche la stima di Giorgio, nonostante le visioni contrapposte. Ma la repressione dei nazifascisti si fa sempre più dura: un giorno, Francesco viene scoperto e arrestato, venendo caricato su un camion, mentre Pina, disperata, gli correrà dietro...

Roma Citta Aperta 1
Una drammatica scena di Roma città aperta

Diretto da Roberto Rossellini e scritto dal regista insieme a Sergio Amidei, Federico Fellini, Ferruccio Disnan e Celeste Negarville, Roma città aperta è il capostipite dei film sulla Resistenza, oltre ad essere uno dei primi fondamentali capitoli del Neorealismo, cronologicamente secondo soltanto a Ossessione di Luchino Visconti (uscito nel 1943). Indimenticabili Aldo Fabrizi (nel ruolo di don Pietro) e Anna Magnani (in quello di Pina): la corsa straziante di quest'ultima verso il camion sul quale Francesco viene deportato è una delle sequenze più celebri della storia del cinema internazionale, insieme ad altre che hanno reso questo film immortale.

Roma città aperta venne insignito con la Palma d'oro al Festival di Cannes del 1946, la prima edizione in assoluto della rassegna cinematografica francese.

2. Paisà (1946)

Un Immagine Dal Film Paisa
Una scena dal film Paisà

Sei episodi che rievocano l'avanzata degli Alleati in Italia, fin dai giorni dello sbarco in Sicilia nel 1943. Qui, una ragazza e un soldato americano non possono vivere la loro storia d'amore nata inaspettatamente. A Napoli, un bambino deruba un soldato afroamericano, il quale lo inseguirà con l'intenzione di denunciarlo, per poi desistere dopo aver scoperto le condizioni di assoluta povertà nelle quali versa la famiglia del piccolo. A Roma, un soldato incontra una prostituta, raccontandole di una ragazza conosciuta tempo prima, senza rendersi conto che quella donna sia proprio lei. A Firenze, nei giorni della liberazione dai nazifascisti, una donna cerca il suo amico pittore, adesso votatosi alla causa della Resistenza. In Romagna, un piccolo convento sembra l'ultimo baluardo di serenità, mentre i combattimenti sulla Linea Gotica giungono al culmine. Sul Delta del Po, infine, i partigiani italiani si sacrificano in nome della libertà.

Paisa Una Scena Del Film
Una scena da uno degli episodi di Paisà

Diretto da Roberto Rossellini e scritto dal regista con Sergio Amidei e Federico Fellini, Paisà è il secondo capitolo della cosiddetta "Trilogia della guerra", avviata da Roma città aperta e che verrà chiusa da Germania anno zero nel 1948. Come il precedente capolavoro, anche Paisà unisce la tematica della Resistenza al Neorealismo, poiché la narrazione mette in mostra spaccati di straordinaria umanità sullo sfondo della distruzione bellica.

3. Il Generale Della Rovere (1959)

Il Generale Della Rovere Vittorio De Sica
Vittorio De Sica e Hannes Messemer in una scena de Il Generale Della Rovere

Genova, 1944. Emanuele Bardone utilizza le proprie abilità per vivere di espedienti, sprecando tutto al gioco e con le donne. Estorce denaro ai familiari dei detenuti politici, promettendo un interessamento per risolvere la situazione di questi ultimi, e inventando conoscenze tra le autorità che invece non possiede (si presenta come il "colonnello Grimaldi"). Truffando il prossimo, comprese le persone a lui più vicine, Bardone riesce a farla franca finché non si tradisce, cercando di ingannare una vedova. Arrestato e inchiodato alle sue responsabilità, accetta di collaborare con le SS per salvarsi e, in particolare, con il colonnello Müller, da lui conosciuto casualmente qualche giorno prima. Egli, consapevole delle capacità truffaldine di Bardone, gli propone di assumere l'identità del generale Giovanni Braccioforte della Rovere, un importante ufficiale badogliano ucciso per errore dai soldati tedeschi. Così, Bardone viene condotto a Milano, nel carcere di San Vittore, per trovare informazioni sul conto di "Fabrizio", riconosciuto come il capo della Resistenza, ma che gli oppressori non sono ancora riusciti a scoprire.

Il Generale Della Rovere Sandra Milo 1959
Sandra Milo in una scena de Il Generale Della Rovere

Diretto da Roberto Rossellini, tratto da un racconto di Indro Montanelli (che diverrà romanzo all'uscita del film) e sceneggiato dallo scrittore e giornalista insieme a Sergio Amidei e Diego Fabbri, Il Generale Della Rovere si inserisce tra le pellicole fondamentali dedicate alla Resistenza. Ispirato alla storia di un personaggio realmente esistito, ovvero Giovanni Bertoni (conosciuto da Montanelli in prima persona quando era prigioniero politico a San Vittore nel 1944, ndr), il film descrive con veridicità la realtà carceraria del periodo bellico e, in particolare, durante l'occupazione nazifascista del Nord Italia in seguito all'8 settembre 1943, quando la Resistenza divenne organizzata e combatté con ancora più vigore. Indimenticabile la prova di Vittorio De Sica, protagonista di un cast completato da Hannes Messemer, Vittorio Caprioli, Sandra Milo, Anne Vernon e Giovanna Ralli.

Il Generale Della Rovere venne premiato con il Leone d'oro alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 1959, ex-aequo con La grande guerra di Mario Monicelli.

4. Era notte a Roma (1960)

Era Notte A Roma Un Immagine Dal Film
Una scena dal film Era notte a Roma

Roma, 1943. Esperia Belli, giovane e bella popolana, vive di borsa nera nella Roma occupata dai nazisti. In casa propria nasconde tre militari, fuggiti da un campo di prigionia: sono il maggiore inglese Michael Pemberton, il sergente russo Feodor Natsukov e il tenente americano Peter Bradley. Nonostante la paura, a rassicurare Esperia è il fidanzato Renato, un antifascista militante. Alcuni degli abitanti del quartiere vengono a conoscenza della presenza dei tre, tra cui il dottor Costanzi, che assisterà uno dei militari, ferito. Ma tutti, per adesso, mantengono il segreto. Una leggerezza del russo metterà però in pericolo il nascondiglio: proprio mentre si avvicina Natale, i partigiani decidono di portare via i militari, ma uno spasimante di Esperia, Tarcisio, spia dei tedeschi, informa questi ultimi della presenza dei prigionieri. Soltanto l'aiuto del generoso Principe Antoniani e del barone Von Kleist - colonnello nazista, ma cattolico e amico dello stesso Antoniani - potrebbe risolvere la drammatica situazione...

Era Notte A Roma Giovanna Ralli In Una Scena
Giovanna Ralli in una scena dal film Era Notte a Roma

Diretto da Roberto Rossellini e scritto dal regista con Sergio Amidei, Diego Fabbri e Brunello Rondi, Era notte a Roma è probabilmente tra i film meno considerati tra i capolavori del regista romano, ma è in realtà un'opera di estrema rilevanza, sia perché si addentra nella Resistenza attiva nella Capitale nel tragico periodo dell'occupazione nazista, che per il fatto di restituire un affresco storico di pagine non sempre raccontate con la dovuta dovizia.

Cast artistico straordinario, composto da Giovanna Ralli, Renato Salvatori, Leo Genn, Sergej Bondarčuk, Peter Baldwin, Enrico Maria Salerno, Paolo Stoppa, Laura Betti, Sergio Fantoni, Hannes Messemer e Rosalba Neri.

5. Tutti a casa (1960)

Tutti A Casa Alberto Sordi
Alberto Sordi chiede rinforzi al comando militare in una scena di Tutti a casa

Veneto, 8 settembre 1943. Mentre il sottotenente Alberto Innocenzi si trova fuori sede con i suoi artiglieri, via radio giunge una notizia inaspettata: il governo italiano ha firmato l'armistizio con le forze Alleate. Subito esplode il tripudio tra civili e militari, ma prima che si possa davvero festeggiare la pace, la reazione dei tedeschi non si fa attendere: immediatamente i nazisti aprono il fuoco contro i "traditori" italiani, costringendo i soldati a mettersi al riparo, rimasti nel frattempo da soli contro un nemico armato e spietato. Il reggimento di Innocenzi inizia a sfaldarsi e, in poche ore, il tenente non si ritroverà che con un solo uomo al suo seguito: è il geniere Assunto Ceccarelli, il quale ha la licenza per poter tornare a casa. Insieme, Innocenzi e Ceccarelli si uniranno al sergente Fornaciari e all'artigliere Codegato in un tortuoso viaggio fino alle rispettive città, ma sulla loro strada incontreranno nuovamente tedeschi e fascisti, oltre a una ragazza ebrea, Silvia Modena, che sta cercando di mettersi in salvo. Nel frattempo, gli Alleati stanno risalendo la penisola, e sono quasi arrivati a Napoli, lì dove i partigiani stanno eroicamente combattendo...

Tutti A Casa Alberto Sordi Serge Reggiani
Alberto Sordi e Serge Reggiani in una scena di Tutti a casa

Diretto da Luigi Comencini e scritto dal regista con Age (Agenore Incrocci) & (Furio) Scarpelli e Marcello Fondato, Tutti a casa racconta i tragici e paradossali giorni seguenti all'Armistizio siglato tra l'Italia e gli Alleati, nei quali regnò la più assoluta e inaccettabile confusione, che mise in grave crisi l'intero Paese, indifeso e sbandato, mentre la furiosa reazione tedesca avrebbe avuto facile sopravvento, almeno fino alla risposta della Resistenza e all'arrivo degli angloamericani. Formidabile interpretazione di Alberto Sordi (nel ruolo di Innocenzi), affiancato da un commovente Serge Reggiani e da Martin Balsam, Nino Castelnuovo, Carla Gravina e Claudio Gora, con la partecipazione di Eduardo De Filippo.

Tutti a casa, una drammatica pagina di storia italiana Tutti a casa, una drammatica pagina di storia italiana

6. La lunga notte del '43 (1961)

Belinda Lee Gabriele Ferzetti La Lunga Notte Del 43
Gabriele Ferzetti e Belinda Lee in una toccante scena de La lunga notte del '43

Ferrara, autunno 1943. I fascisti hanno riorganizzato il partito, e l'avanzata degli Alleati sembra ancora lontana. L'ufficio di federale è amministrato dal console Bolognesi, nonostante tutto uomo moderato, ma a voler dare una sferzata decisa all'azione del governo locale è Carlo Aretusi, detto Sciagura, fascista violento e fanatico. Nel frattempo, in città la vita scorre apparentemente tranquilla. Nella strada principale si trova la farmacia di Pino Barilari, fascista della prima ora adesso costretto a rimanere in casa, poiché reso invalido da una malattia venerea. A gestire la farmacia è sua moglie Anna, più giovane di lui, che nei grigi giorni autunnali incontra nuovamente Franco Villani, l'uomo da lei amato in passato, appartenente a una delle famiglie più in vista di Ferrara. I due divengono amanti, ma la situazione attorno a loro sta per cambiare tragicamente. Aretusi, infatti, ha deciso che è ora di agire e, in accordo con i suoi scagnozzi, organizza l'assassinio di Bolognesi, per subentrare così al comando. L'omicidio verrà attribuito agli antifascisti: così, le milizie concluderanno il loro diabolico disegno, fucilando undici persone innocenti dinanzi il Castello Estense. Tra le vittime vi è anche il padre di Franco...

La Lunga Notte Del 43 Enrico Maria Salerno Belinda Lee
Belinda Lee e Enrico Maria Salerno in una scena de La lunga notte del '43

Diretto da Florestano Vancini, alla sua opera prima, e scritto dal regista con Ennio De Concini e Pier Paolo Pasolini, La lunga notte del '43 è tratto dal racconto Una notte del '43, incluso nel libro Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani (insignito del Premio Strega nel 1956). Un film straordinario che riesce a unire elementi narrativi originali alla ricostruzione di fatti realmente accaduti: l'eccidio del Castello Estense avvenne infatti il 15 novembre 1943. Oggi, quel tragico evento viene ricordato da quattro lapidi, di cui due poste sul muretto del fossato del castello, e altrettante sulle colonne che sostengono il cancello di accesso al fossato stesso, tra piazza Savonarola e corso Martiri della Libertà.

Il cast de La lunga notte del '43 è composto da attori di primo calibro, fra i quali Belinda Lee, Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno, Gino Cervi, Andrea Checchi, Nerio Bernardi e Loris Bazzocchi, con la partecipazione di una giovanissima Raffaella Carrà (qui ancora accreditata come Pelloni).

7. Un giorno da leoni (1961)

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Renato Salvatori in primo piano in una scena di Un giorno da leoni

Dopo l'8 settembre 1943, un gruppo di giovani uomini si riunisce un po' casualmente e un po' per scelta. Lo studente universitario Danilo, il suo amico ragioniere Michele, il popolano Gino e il militare Orlando, insieme ad altri soldati, cercano di lasciare Roma per raggiungere la Linea Gotica, ma dovranno ripiegare nuovamente nella Capitale dopo alcune peripezie e aver rischiato di finire nella rete dei tedeschi. Verranno successivamente raggiunti da Edoardo, un partigiano che istruirà i militari su come far saltare un ponte sul quale passa la linea ferroviaria che rifornisce le truppe naziste. L'uomo verrà arrestato dai tedeschi di lì a poco; quando apprenderanno che sarà stato ucciso, Michele, Danilo e Gino decideranno di portare a termine, insieme ad Orlando, la missione di cui il partigiano era stato incaricato...

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Una scena dal film Un giorno da leoni

Diretto da Nanni Loy e scritto dal regista insieme ad Alfredo Giannetti, Un giorno da leoni è ispirato a un fatto realmente accaduto, ovvero la distruzione del ponte Sette Luci sulla linea ferroviaria Roma-Formia, all'altezza del km 25, come viene puntualmente descritto da Pino Levi Cavaglione nel libro Guerriglia nei Castelli Romani. Il cast artistico del film è composto da Renato Salvatori, Tomas Milian, Leopoldo Trieste, Carla Gravina, Nino Castelnuovo, Saro Urzì, Romolo Valli, Anna Maria Ferrero, Valeria Moriconi, Corrado Pani e Carlo D'Angelo.

8. Una vita difficile (1961)

Alberto Sordi Una Vita Difficile
Alberto Sordi in una scena del film Una vita difficile

Nel 1944, durante la guerra di Liberazione dal nazifascismo, il romano Silvio Magnozzi si ritrova a combattere con i partigiani. Durante quei giorni, viene inviato in un albergo per prendere contatto con la proprietaria, ma viene scoperto da un soldato tedesco che intenderà fucilarlo sul posto. Verrà però salvato da Elena, figlia della padrona dell'albergo, che con un ferro da stiro uccide il soldato, e indica inoltre a Magnozzi un rifugio sicuro. Silvio, però, non si unirà più ai partigiani, preferendo nascondersi per diversi mesi con Elena in un vecchio mulino. Dopo la Liberazione, Silvio tornerà a Roma insieme ad Elena, e troverà un impiego come giornalista presso Il Lavoratore, quotidiano d'ideologia comunista vicino alla questione degli operai. Dopo alcune vicissitudini, ed essere anche finito in carcere per aver partecipato ai moti del 1948 (successivi all'attentato a Togliatti), Silvio tenterà di risalire, anche su spinta di Elena, ma le sue idee mal si conciliano con la scalata sociale e guadagni più sostanziosi. Il suo rapporto con Elena entrerà così in crisi, e per l'uomo saranno anni molto complicati...

Lea Massari Alberto Sordi Una Vita Difficile
Lea Massari e Alberto Sordi in una scena del film Una vita difficile

Diretto da Dino Risi e scritto da Rodolfo Sonego, Una vita difficile è un film che racconta quindici anni di storia italiana attraverso un protagonista che prima cerca di fuggire alle proprie responsabilità, poi resta coinvolto nella mediocrità cui egli stesso si è abbandonato, quasi per inerzia, per poi risalire la china e trovare un riscatto finale inatteso. Magistralmente interpretato da Alberto Sordi, il personaggio di Silvio Magnozzi disperde quasi del tutto i valori della Resistenza, prima di ricordare che anche lui, un tempo, li aveva difesi. Insieme a Sordi, fanno parte del cast artistico anche Lea Massari, Franco Fabrizi, Lina Volonghi, Claudio Gora, Antonio Centa, Loredana Nusciak, Paolo Vanni, Daniele Vargas ed Ennio Balbo, con l'amichevole partecipazione di Vittorio Gassman, Silvana Mangano e Alessandro Blasetti.

9. Le quattro giornate di Napoli (1962)

Le Quattro Giornate Di Napoli Una Scena Del Film
I partigiani partenopei attendono in una scena del film Le quattro giornate di Napoli

Diretto da Nanni Loy e scritto dal regista insieme a Carlo Bernari, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa, Le quattro giornate di Napoli non segue una vera e propria trama, quanto il susseguirsi di straordinaria intensità degli eventi che, tra il 27 e il 30 settembre 1943, videro il popolo napoletano insorgere contro l'occupazione nazifascista, dando il via a combattimenti senza sosta per le strade della Città Partenopea. L'evento scatenante fu la fucilazione di alcuni marinai italiani, l'ultimo affronto che il nemico ebbe maniera di perpetrare nei confronti dei civili e dei militari indifesi.

Le Quattro Giornate Di Napoli Gian Maria Volonte
Gian Maria Volonté dal film Le quattro giornate di Napoli

Le quattro giornate di Napoli, accompagnato dalla magnifica colonna sonora di Carlo Rustichelli, è dedicato alla memoria di Gennaro Capuozzo, ragazzino undicenne insignito della Medaglia d'oro al valor militare, dopo che eroicamente si sacrificò per la causa della libertà, restando ucciso per l'esplosione di una granata in uno scontro con i carri armati tedeschi. Il 1° ottobre, gli Alleati entrarono a Napoli, non trovando più alcuna resistenza da parte del nemico.

Nel cast artistico de Le quattro giornate di Napoli diversi attori importanti, tutti impegnati in piccoli ma significativi ruoli: tra di essi troviamo Gian Maria Volonté, Lea Massari, Aldo Giuffré, Carlo Taranto, Enzo Cannavale, Frank Wolff, Jean Sorel, Raf Vallone, Luigi De Filippo, il giovanissimo Domenico Formato (nel ruolo di Gennarino), Regina Bianchi, Curt Lowens, Pupella Maggio, Rosalia Maggio, Franco Sportelli, Enzo Turco, Georges Wilson e Eduardo Passarelli.

10. Il terrorista (1963)

Il Terrorista 1963 Una Scena Della Pellicola
Il Comitato di Liberazione cittadino riunito in una scena de Il terrorista

Venezia, autunno 1943. L'ingegner Renato Braschi, esponente del Partito d'Azione, ha formato un gruppo di partigiani con l'obiettivo di compiere atti di sabotaggio contro i tedeschi che occupano la città. Tra di essi vi sono il professor Rodolfo Boscovich, l'impiegato Oscar Varino, e il popolano Danilo. Ad aiutarli vi è anche un sacerdote, Don Carlo. Braschi è un uomo rigido e determinato, disposto a tutto pur di portare a termine l'obiettivo prefissato di colpire quanto più ferocemente i tedeschi, tanto da mettersi in aperto contrasto con il Comitato di Liberazione cittadino, il quale vorrebbe essere più prudente nell'agire. Dopo alcuni contrattempi e con la morsa del nemico sempre più stretta, il gruppo si sfalderà: Braschi resterà da solo, ma fino a quando gli sarà possibile non fermerà la sua lotta...

Il Terrorista Gian Maria Volonte
Gian Maria Volonté in una scena de Il terrorista

Diretto da Gianfranco de Bosio e scritto dal regista con Luigi Squarzina, Il terrorista è un film estremamente prezioso. Infatti, porta la narrazione della Resistenza all'interno dei gruppi partigiani, esplorando contrasti, punti di vista e opinioni divergenti, oltre a inquadrare l'azione di ciascuno dei suoi componenti dall'interno. Qui, in particolare, quella del protagonista Braschi, interpretato da un eccezionale Gian Maria Volonté. Insieme a lui, nel cast artistico, appaiono anche Philippe Leroy, Raffaella Carrà, Anouk Aimée, Tino Carraro, Giulio Bosetti, José Quaglio, Carlo Bagno, Cesare Miceli Picardi, Roberto Seveso e Mario Valgoi.

11. C'eravamo tanto amati (1974)

Manfredi Sandrelli Satta Flores Da Ceravamo Tanto Amati
Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli e Nino Manfredi nella scena d'apertura di C'eravamo tanto amati

Diretto da Ettore Scola e scritto dal regista insieme ad Age & Scarpelli, C'eravamo tanto amati è uno dei capolavori riconosciuti del cinema italiano. Trent'anni di storia, dai giorni della Resistenza fino agli anni Settanta, attraverso le vicissitudini di tre amici partigiani: l'infermiere Antonio, l'avvocato Gianni e il professore Nicola, e della donna che in qualche modo li legherà l'un l'altro, ovvero Luciana, aspirante attrice. Alterne fortune, liti e riappacificamenti contraddistingueranno la loro esistenza, finché non si ritroveranno, a distanza di anni, riuscendo a tracciare il bilancio di quanto avrebbero potuto fare e non hanno fatto, più che rallegrarsi di aver vissuto nel periodo del rilancio del Paese dopo la guerra.

Vittorio Gassman Stefania Sandrelli Ceravamo Tanto Amati
Stefania Sandrelli e Vittorio Gassman in una scena di C'eravamo tanto amati

La lotta partigiana viene accennata nel prologo del film e citata a più riprese durante la pellicola, attraverso battute formidabili (i dialoghi di Scola e di Age & Scarpelli restano insuperabili). Vi sono soprattutto tanta malinconia e un'amarezza di fondo, perché i valori della Resistenza (che abbiamo menzionato anche a proposito di Una vita difficile) sembrano disperdersi con il trascorrere del tempo, come se l'amicizia fraterna, la solidarietà e la speranza di un futuro migliore venissero meno progressivamente, lasciando spazio solamente ai rimpianti. Una riflessione che si può fare anche al giorno d'oggi, poiché il patrimonio sociale e politico che la Resistenza e l'antifascismo - e in ultimo la Liberazione - ci hanno lasciato, sembra sempre più essere un vago e polveroso ricordo, dato il desolante contesto generale del nostro Paese (e dell'Europa in generale).

Indimenticabile la colonna sonora di C'eravamo tanto amati, composta da Armando Trovajoli, così come è unico il cast artistico, composto da Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli, Aldo Fabrizi, Giovanna Ralli e Marcella Michelangeli, con la partecipazione di personaggi quali Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Mike Bongiorno, Isa Barzizza, e l'apparizione fondamentale di Vittorio De Sica, cui il film è dedicato.

C'eravamo tanti amati, i 50 anni di una generazione ancora delusa C'eravamo tanti amati, i 50 anni di una generazione ancora delusa

12. L'Agnese va a morire (1976)

Ingrid Thulin L Agnese Va A Morire
Ingrid Thulin in una scena del film L'Agnese va a morire

Nella bassa Emilia del periodo dell'occupazione, la lavandaia Agnese decide di passare alla lotta partigiana dopo la morte del marito sotto un bombardamento, mentre veniva trasferito in Germania. Dopo aver ucciso un tedesco con il calcio di un fucile, la donna mostra ancora più convintamente il proprio coraggio, senza mai venir meno ai compiti che le vengono assegnati, divenendo la vivandiera e la staffetta di collegamento dei combattenti locali, e una figura fondamentale anche nelle decisioni da prendere. Durante il successivo inverno, un gruppo di partigiani viene tradito e sterminato dai tedeschi appostati lungo il percorso che avrebbe dovuto portarli oltre le linee. Agnese cercherà così di salvare i superstiti, rischiando però gravi conseguenze...

Un Immagine Dal Film L Agnese Va A Morire
Una sequenza del film L'Agnese va a morire

Diretto da Giuliano Montaldo e scritto dal regista con Nicola Badalucco, L'Agnese va a morire è tratto dall'omonimo romanzo di Renata Viganò, che fu anch'essa una partigiana insieme al marito. Un'opera intensa e molto importante, che rende omaggio a tutte le donne che hanno creduto nella causa della Resistenza, e per essa si sono sacrificate. Ad interpretare Agnese è l'attrice svedese Ingrid Thulin; accanto a lei, fanno parte del cast artistico anche Stefano Satta Flores, Michele Placido, Aurore Clément, Ninetto Davoli, William Berger, Flavio Bucci, Rosalino Cellamare (noto successivamente come Ron), Alfredo Pea, Aldo Reggiani, Gino Santercole e Bruno Zanin. Da ricordare anche la colonna sonora di Ennio Morricone.