Una delle forze di Soul, il film Pixar distribuito direttamente in digitale su Disney+ lo scorso Natale, risiede nei suoi personaggi, nel protagonista Joe così come nella sua cinica compagna d'avventura 22. Proprio a quest'anima che non riesce a trovare un senso alla propria esistenza è dedicato il nuovo corto dello studio, disponibile sulla piattaforma streaming di casa Disney dal 30 aprile: 22 contro la Terra. E il titolo mette subito in chiaro che quella che ci viene raccontata è una sfida, uno scontro tra 22 che non ha intenzione di incarnarsi e il pianeta su cui tutti viviamo, che non fa altro che portarle via le altre anime con cui stringe amicizia. Uno scontro per il quale si circonda di volenterosi ma poco caparbi seguaci dai nomi bizzarri, che uno dopo l'altro si lasceranno conquistare dalle proprie passioni per lasciarla sola nel suo cinismo.
Ne abbiamo parlato con Kevin Nolting, regista del cortometraggio con un passato di montatore, sia per film in live action sin dagli anni '80, sia di alcuni dei capolavori Pixar degli ultimi anni, da Alla ricerca di Nemo a Wall-E, Up e lo stesso Soul. Con lui abbiamo discusso delle scelte fatte in quanto a messa in scena e musica, concentrandoci sull'approfondire proprio il personaggi di 22 e il lavoro della sua doppiatrice originale Tina Fey (da noi è ancora Paola Cortellesi a darle voce).
Le origini di 22
Molte persone si sono chieste cosa sia accaduto a 22 dopo gli eventi di Soul, ma avete scelto di raccontare quello che accade prima. Come mai avete deciso di andare indietro piuttosto che avanti?
Kevin Nolting: In realtà ci sono versioni di Soul in cui si vede dove finisce 22, ma per varie ragioni abbiamo scelto di non includerle nel film. Mentre lavoravamo al film abbiamo esplorato i personaggi di Joe e 22. Con lei in particolare l'abbiamo presa nel momento in cui entra nella storia e l'abbiamo portata avanti per tutto il film, ma abbiamo parlato e scherzato molto di ciò che ha reso 22 la 22 che conosciamo. Ne abbiamo parlato per tre anni, abbiamo buttato giù molte idee, ma non le abbiamo approfondite perché non ci servivano per il film, ma nel lavorare al corto ci è sembrata l'idea più logica da seguire, perché ero molto più interessato a capire cosa l'ha resa quel che è, piuttosto che cosa diventa dopo. Mi piace lasciare le storie aperte. Se guardiamo l'ultima scena di Soul, ci sono versioni in cui si poteva vedere in che paese andava a finire, ma Pete ha messo intenzionalmente delle nuvole e reso la Terra fuori fuoco, così non si può intuire.
Cosa ti piace di più di 22?
Mi ritrovo molto nel suo cinismo, nel suo dubitare di tutto e ragionare su ogni cosa. Joe è il tipo di persona che sa quello che vuole e cosa vuol fare, ma io sono più come 22 e mi ci sono voluti molto tempo e molti giri a vuoto prima di scoprire cosa volessi fare. Posso comprenderla bene.
Com'è stato lavorare con un'attrice brillante come Tina Fey?
È stato fantastico. L'avevamo registrata diverse volte ed ero lì durante la lavorazione di Soul, quindi non è stata una novità. Sapevo quanto fosse gentile e intelligente, di quanto fosse una professionista totale. La sfida per il corto è stato il lavorare da casa, perché erano le prime settimane dello smart working e ancora non eravamo abituati a confrontarci a distanza, a comunicare via Zoom. Per fortuna il marito di Tina Fey ha uno studio di registrazione a casa e lei poteva usufruire di un buon microfono, ma la figlia era a casa e doveva avere a che fare con le lezioni e tutto il resto mentre registrava. Questo però ha reso il contesto più rilassato e naturale.
Pensi che ci sia spazio per approfondire ulteriormente 22?
Spero di sì, ma ovviamente in Pixar sono molto riservati su quello che andranno a fare, quindi non ci sono piani immediati di riprendere il discorso. Quel che facciamo con i corti così legati a un film è lavorarci quando abbiamo ancora tutte le risorse a disposizione, perché i piani produttivi della Pixar sono molto serrati e cerchiamo di sfruttare la disponibilità degli artisti. In questo caso ci siamo lanciati non appena i diversi reparti chiudevano il lavoro su Soul per recuperare le persone di cui avevamo bisogno. Avrei preferito aspettare, perché stavo ancora montando il film, ma bisogna cogliere il momento giusto e non so se sarà possibile ritrovare questo tempismo in futuro.
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Il debutto di Kevin Nolting
Come mai hai scelto di dirigere questo film come debutto alla regia?
Mi sono trovato al posto giusto al momento giusto. Tradizionalmente questi film vanno all'Head of Story del film e vengono usati per gli homevideo. Questo perché di solito i montatori sono ancora al lavoro sul film, quando si lavora a queste produzioni. Ma in questo caso Kristen Lester, la regista dello SparkShort Purl, non poteva prendersi in carico il progetto e si è passati al piano successivo. Ed è capitato che fossi lì presente quando si è discusso del corto. Sono stato fortunato.
Al posto giusto al momento giusto. E com'è questo ruolo rispetto a quello del montatore?
Avevo già avuto delle esperienze con i 48 Hours Film Project. Sono operazioni in cui ricevi un concept, un genere e una frase di dialogo e hai 48 ore per realizzare un corto di 4 minuti. Ricevi tutto il venerdì e per la domenica devi consegnare il progetto finito e compreso di colonna sonora. È necessario prendere decisioni rapidamente ed è molto diverso dal lavorare in Pixar. Per 22 contro la Terra si è creata una situazione ideale, perché conoscevo la storia per aver lavorato a Soul, ma anche le persone coinvolte. Inoltre era scritto da qualcuno altro e dovevo limitarmi a dirigerlo, non si trattava di un progetto personale frutto di passione. È stata una bella esperienza.
Il montaggio può migliorare un film, ma com'è montare un film d'animazione rispetto al live action?
In animazione abbiamo molto più tempo per provare e sbagliare. In live action concepisci uno script, lo giri così com'è e poi il montatore ha quel materiale a disposizione. In animazione abbiamo un percorso di tre anni in cui abbiamo la possibilità di riscrivere. Non dobbiamo cercare di immaginare come sarà lo script su schermo, abbiamo la possibilità di vederlo in immagini prima di renderlo definitivo. È un aspetto chiave per me.
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Nel mondo di 22 contro la Terra
Con che aspetto di questo lavoro ti sei sentito più in contatto?
Come ho detto prima, per tutta la lavorazione di Soul mi sono sentito molto vicino a 22, ma sono rimasto sorpreso dai bambini. Di solito è difficile lavorare con loro ed è una delle prime cose che impari, di non lavorare con bambini e animali, ma in questo caso sono stati fantastici e divertenti. Sono stati importanti per costruire il contrasto tra la loro innocenza e il cinismo di 22. Ho un nipote di tre anni, provare e riprodurre quella purezza è stato qualcosa di speciale per me.
Musica e suono sono elementi chiave di Soul. Ci dici qualcosa di come avete lavorato su questi aspetti nel corto?
Avevo lavorato prima con Ren Klyce, che è un fantastico sound designer, ma in questo caso il mondo era così nuovo e strano che ha iniziato a lavorare al film dopo un paio d'anni dall'inizio della produzione, così come Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste, mentre di solito chi si occupa di sonoro e musica arriva in post-produzione. Avevamo una stanza in Pixar in cui montavamo scene e storyboard e Ren la frequentava per contribuire con i suoni alle atmosfere. Lo stesso vale per i compositori, che sono stati coinvolti molto presto e ci hanno fornito dei brani lunghi e con molti livelli a cui potevamo attingere per provarli sulle scene. Non avevo mai lavorato così, ma ci ha aiutato tantissimo.
Qual è stata l'ispirazione per i nomi delle nuove anime?
Abbiamo avuto diverse alternative e Josh all'inizio aveva scritto qualcosa di completamente diverso, ma non abbiamo potuto usarlo, quindi ci siamo buttati su nomi molto infantili. Non ricordo chi c'era al momento nella stanza, ma io ho ei nipoti, altri avevano bambini molto piccoli, e abbiamo iniziato a buttar giù idee di quel tipo. Uno fa riferimento a una canzone di Bob Dylan, Moonbeam si riferisce al governatore della California, Jerry Brown, che negli anni '70 era chiamato Governatore Moonbeam.
Una cosa che mi ha sorpreso è il riferimento al fatto che una delle anime diventerà un cane. È un cambiamento o un'espansione di quanto visto in Soul?
Ci abbiamo giocato un po', perché poi il Jerry risponde "mi dispiace per i genitori di quel ragazzino", quindi va inteso che quel bambino è solo difficile da gestire, non necessariamente che sarà un cane. Ne abbiamo discusso, ma non siamo andati in quella direzione.
Quanto è difficile trattare temi delicati come il significato della vita in animazione?
È difficile, ma per fortuna per i film passiamo tre anni al lavoro sulla storia prima di iniziare la produzione, quindi abbiamo molto spazio per provare diverse strade e capire se funzionano, ne parliamo molto. Nel caso di uno corto come questo, l'idea è di tenerlo leggero e divertente. Non prendersi troppo sul serio è forse la strada più sicura da seguire.
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