1918 - I giorni del coraggio, la recensione: un onesto film bellico sull'orrore della guerra

La recensione di 1918 - I giorni del coraggio, film ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e raccontato dalla parte degli inglesi, impegnati in un'estenuante guerra di trincea contro il nemico tedesco. Stasera su RAI3 e disponibile su RaiPlay.

1918 - I giorni del coraggio, la recensione: un onesto film bellico sull'orrore della guerra

Nonostante sia uscito in patria ben due anni prima, il titolo italiano - contando invece su una distribuzione nostrana successiva all'arrivo in sala del film di Sam Mendes - cerca di cavalcare il successo del successivo 1917 (2019), vincitore di ben tre Oscar nell'anno del Parasite (2019) pigliatutto. D'altronde anche in quest'occasione la vicenda è ambientata durante il primo conflitto mondiale e vede al centro del racconto un giovanissimo protagonista, scaraventato in un contesto brutale dove ogni giorno equivale a una lotta per la sopravvivenza.

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1918 - I giorni del coraggio: Asa Butterfield in una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di 1918 - I giorni del coraggio, il film prende spunto dalla cosiddetta "Offensiva di primavera" - conosciuta anche come "Kaiserschlacht" o in italiano "Battaglia per l'imperatore" - con il quale l'esercito tedesco mirò gli ultimi sforzi sul fronte occidentale, provocando la morte di oltre settecentomila soldati britannici.

Fino all'ultimo uomo

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1918 - I giorni del coraggio: una scena del flim

La storia ha inizio nell'aprile del 1918, proprio alla vigilia della suddetta operazione da parte dell'esercito teutonico, che cercava una mossa disperata pur di cambiare la situazione sul campo. In una trincea nell'Aisne, sul fronte occidentale, un ridotto numero di soldati inglesi, comandati dal capitano Stanhope, sono in prima linea a fronteggiare le forze nemiche. A quello sparuto manipolo di uomini, costretti a condizioni inumane dai piani alti e visti come pedine sacrificabili in uno scacchiere più ampio, si è appena aggiunto il sottotenente Jimmy Raleigh, ancor adolescente: questi ha chiesto allo zio, generale di compagnia, di essere trasferito lì per poter ritrovare proprio Stanhope, amico di gioventù nonché fidanzato di sua sorella, che ora attende a casa il ritorno di entrambi. Ma Jimmy è ignaro di ciò che li attende una volta arrivato nella sua nuova divisione e si troverà a fare i conti con tutta la crudeltà della guerra.

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Spazio di manovra

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1918 - I giorni del coraggio: una scena del film

Sin dall'inizio, con un breve piano sequenza che ci trasporta immediatamente nel vivo dell'unica e sola ambientazione, si ha l'impressione che 1918 - I giorni del coraggio sarà limitato ad un univoco teatro degli eventi, con la trincea e i rifugi ad accompagnare le quasi due ore di visione. L'azione è affidata ad una sporadica incursione e questa è una scelta sicuramente precisa ma a doppio taglio: se da un lato infatti aumenta l'ansiogeno senso di claustrofobia, alla lunga può risultare stancante quando non monotona, lasciando all'interazione tra i vari personaggi principali il compito di scardinare le difese emozionali dello spettatore. Lo spettacolo è sacrificato in favore di una sobrietà di intenti che si rispetta nelle ottime caratterizzazioni dei protagonisti, ognuno alle prese con le proprie paure quando il momento di quell'ipotetica fine si avvicina. Non è un caso che il titolo originale Journey's End racchiuda al meglio quel senso di attesa che d'altronde permea l'intera narrazione.

Tutti per uno, uno per tutti

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1918 - I giorni del coraggio: una scena del flim

Uomini, citando testualmente i dialoghi, "mandati lì a morire" da chi sta ben lontano dalla furia della battaglia, incurante di una vita o più perse pur di arrivare all'obiettivo prefissato. Missioni suicide ai quali i soldati dovevano prestarsi se non volevano incorrere in accuse di diserzione o codardia che avrebbero potuto costare una morte ben più ignominiosa. Lettere spedite a chi a casa attende speranzoso un improbabile ritorno, discorsi motivazionali e condivisione delle medesime paure, farsi forza l'uno con l'altro nei momenti di maggiore periglio: 1918 - I giorni del coraggio segue fedelmente tutti i vari topoi del filone e paga in questo una certa mancanza di personalità, non aggiungendo nulla di effettivamente nuovo a quanto già visto e rivisto in decine e decine di film bellici.

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1918 - I giorni del coraggio: una scena del flim

Certo, qualcuno potrebbe obbiettare come la vicenda sia in realtà un adattamento dell'omonima opera teatrale di Robert Cedric Sherriff, scritta nel lontano 1928, ma un pizzico di personalità in più nell'aggiornarla ai canoni moderni sarebbe stata apprezzabile. Allora fondamentale è lo scavo psicologico e in questo aiuta non poco l'impegno del cast, che vanta in ruoli più o meno corposi la presenza di Sam Claflin, Asa Butterfield, Paul Bettany, Tom Sturridge e Toby Jones, abili nel dar vita a figure vive e vivide, spingendo il pubblico ad appassionarsi al loro già segnato destino.

Conclusioni

L'azione, la guerra in tutta la sua furia e il suo roboante, tragico spettacolo rimane fuori campo per la pressoché totalità del film ma la sua più sporca essenza traspare in realtà in ogni fotogramma, con uno stringente senso di attesa che si attacca addosso ai personaggi, e con essi al pubblico, per quel che verrà. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di 1918 - I giorni del coraggio, questa produzione britannica paga una certa verbosità e risulta meno originale del previsto nella gestione delle dinamiche narrative, ma può al contempo contare su un acuto scavo dei personaggi e un ottimo cast al quale affezionarsi prima del momento della verità, di quel giorno del giudizio senza vinti né vincitori.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • Un cast solido alle prese con personaggi ben caratterizzati.
  • Il senso di attesa è straniante e aumenta la tensione emotiva del racconto...

Cosa non va

  • ... non privo però di lungaggini, dovute all'impostazione scenica e narrativa.