Ti sentirai così male che vorrai morire, e non c'è niente che tu possa fare oltre che sopportarlo. Ma lo farai, e resterai viva. E poi ti sorprenderai a pensare a qualcosa o a qualcuno che non ha alcun legame con il passato; qualcuno che è soltanto tuo. E capirai che questa è la tua vita.
Tratto dall'acclamato libro omonimo dello scrittore irlandese Colm Toibin, adattato per il grande schermo da un altro celebre romanziere prestato al cinema, Nick Hornby, Brooklyn è, prima ancora che una storia d'amore, la storia di un viaggio: quello fra il passato, simboleggiato dai luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza, e il futuro, una terra straniera ancora tutta da esplorare, capace di incutere angoscia e di far precipitare nella nostalgia. Ma il futuro, una volta superata la paura, è anche una tavolozza su cui distendere nuovi colori, disegnando la vita che più si desidera. E magari, in questa terra straniera si può addirittura trovare un altro luogo da chiamare "casa".
È l'altalena di emozioni a cui va incontro Eilis Lacey (Saoirse Ronan), una ragazza che nel 1952, a causa della povertà e del disagio sociale del proprio paese, è costretta a lasciare la cittadina natale di Enniscorthy, nel Sud dell'Irlanda, ad attraversare l'Oceano Atlantico e ad approdare a New York, ricominciando una quotidianità del tutto diversa a Brooklyn. Sola, afflitta dalla malinconia per la famiglia che si è lasciata alle spalle e da un senso di inadeguatezza che non riesce ad allontanare, Eilis troverà in compenso un motivo di felicità grazie ad Anthony Fiorello (Emory Cohen), un giovane di origini italiane conosciuto a New York. E in breve tempo, fra Eilis ed Anthony nascerà un tenero sentimento...
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Diretto da John Crowley, regista che si è sempre diviso agilmente fra il teatro, la televisione e il cinema, Brooklyn esordisce questa settimana nelle sale italiane, dopo il grande successo riscosso nel resto del mondo (oltre cinquanta milioni di dollari d'incasso e sei milioni di spettatori), le tre nomination agli Oscar, tra cui miglior film e miglior attrice per la bravissima Saoirse Ronan, il BAFTA Award come miglior film britannico e l'annuncio di uno spin-off televisivo prodotto dalla BBC e basato sul personaggio di Madge Kehoe, la proprietaria di una pensione a Brooklyn, interpretata da Julie Walters. E l'uscita di Brooklyn in Italia ci offre l'occasione di approfondire il tema al cuore della pellicola, ovvero il distacco forzato dalle proprie origini e la ricerca di un "nuovo mondo" in cui non sentirsi più degli stranieri, in altri dieci titoli cinematografici degli scorsi anni, presentati di seguito in ordine cronologico...
1. Yentl (1983)
"What's wrong with wanting more? / If you can fly then soar / With all there is, why settle for / Just a piece of sky?". Perché accontentarsi di un pezzetto di cielo, si domanda nei versi della canzone A Piece of Sky la giovane Yentl Mendel, sulla nave che la porterà in America, nel finale di Yentl, un film che con Brooklyn presenta numerosi punti in comune. Ispirato a un racconto di Isaac Bashevis Singer, Yentl è stato la prima grande produzione hollywoodiana scritta, prodotta, diretta e interpretata da una donna, Barbra Streisand, la quale nel 1983 si è calata nel ruolo en travesti di Yentl: una ragazza ebrea che, nella Polonia agli inizi del Novecento, in seguito alla morte del padre decide di fingersi un maschio per avere la possibilità di studiare il Talmud, completando così quell'istruzione che, nella società dell'epoca, era offerta solo agli uomini. Realizzato sotto forma di musical e di commedia romantica, Yentl sviluppa con pathos il tema dell'abbandono del proprio paese natale per saziare la sete di conoscenza e di esperienza, mettendo in scena le difficoltà, ma anche i piccoli, grandi trionfi di chi sceglie di mettersi in gioco per costruirsi il futuro con le sue mani. Accolto da un ampio successo di pubblico, Yentl è stato ricompensato con due Golden Globe per miglior film e regia e con il premio Oscar per la miglior colonna sonora.
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2. Cuori ribelli (1992)
L'America come meta sognata, idealizzata e infine conquistata da parte di immigrati irlandesi, proprio come in Brooklyn, è il nucleo di un altro melodramma in costume, ambientato però alla fine dell'Ottocento, e relativo nello specifico al periodo della "corsa alla terra" in Oklahoma, quando un'enorme quantità di campi coltivabili vennero messi a disposizione di chiunque volesse occuparsene e ricostruirsi lì una nuova vita. È l'impresa tentata dall'agguerrito Joseph Donnelly, un ragazzo espropriato di tutti i suoi beni, e da Shannon Christie, benestante ereditiera impaziente di sfuggire al giogo di una famiglia oppressiva, i quali si imbarcheranno insieme per raggiungere l'altra sponda dell'Atlantico. Interpretato nel 1992 da due fra i più popolari divi di Hollywood, Tom Cruise e Nicole Kidman, all'epoca marito e moglie, Cuori ribelli è un kolossal dal sapore classico confezionato dal regista Ron Howard e accolto alla sua uscita da un ottimo responso di pubblico.
3. Le ceneri di Angela (1999)
Dall'apprezzatissimo romanzo autobiografico di Frank McCourt, nel 1999 Alan Parker ha tratto il film Le ceneri di Angela: come in Brooklyn, anche in questo caso ci troviamo di fronte a una storia sulla migrazione dall'Irlanda agli Stati Uniti, considerati la "terra promessa" in cui trovare rifugio dalla povertà della madrepatria. Da un'infanzia di stenti e di drammi familiari a Brooklyn, nel corso degli anni Trenta, insieme ai suoi fratelli e ai loro genitori, Malachy (Robert Carlyle) e Angela McCourt (Emily Watson), al ritorno nel villaggio natale di Limerick, in Irlanda, Le ceneri di Angela si propone come un racconto di formazione narrato prevalentemente attraverso lo sguardo innocente del giovane Frank, il cui ruolo di figlio maggiore lo spingerà a prendersi cura dei fratellini mentre il matrimonio fra l'alcolizzati Malachy e Angela va disintegrandosi giorno dopo giorno.
4. In America (2002)
Una vicenda piuttosto simile, per certi aspetti, a Le ceneri di Angela è quella raccontata nel 2002 dallo stimato regista e sceneggiatore irlandese Jim Sheridan in uno dei suoi film più applauditi, In America. Opera di ispirazione autobiografica, In America è una cronaca familiare incentrata su Johnny (Paddy Considine) e Sarah Sullivan (Samantha Morton), una giovane coppia sposata che, all'inizio degli anni Ottanta, si trasferisce dall'Irlanda a New York in cerca di fortuna insieme alle due figlie. Il peso di una terribile tragedia, le difficoltà quotidiane di ricominciare una nuova esistenza nei quartieri malfamati di una metropoli alienante, ma anche la meraviglia insita nello sguardo dei più piccoli sono gli spunti offerti da questa pellicola delicata e toccante, che ha ricevuto tre nomination agli Oscar (inclusa quella per la protagonista Samantha Morton).
5. The Terminal (2004)
Il senso di sradicamento, lo smarrimento di chi non appartiene ad alcun luogo, il dramma di non poter tornare nella propria patria ma di non poter neppure essere accolto in un altro paese: è la surreale situazione in cui viene a trovarsi Viktor Navroski, cittadino di un'immaginaria nazione dell'Europa dell'Est appena travolta da un colpo di stato e protagonista del film The Terminal. Diretto nel 2004 da Steven Spielberg, The Terminal riflette con ironia e leggerezza sui paradossi di leggi e frontiere che spesso non tengono conto delle necessità degli esseri umani e delle circostanze dei loro percorsi di vita: un tema declinato in chiave di commedia romantica, con la descrizione del rapporto sentimentale che nasce fra il personaggio interpretato da Tom Hanks e la hostess Amelia Warren (Catherine Zeta-Jones).
6. Nuovomondo (2006)
In questo caso è un film italiano a raccontare l'emigrazione e il travagliato viaggio dall'Europa all'America, simbolo di opportunità e di una vagheggiata fortuna, nei primi anni del Novecento. Diretto dal regista romano Emanuele Crialese e molto apprezzato al Festival di Venezia 2006, Nuovomondo narra la lunga traversata dell'Oceano Atlantico da parte del contadino siciliano Salvatore (Vincenzo Marra) e della sua famiglia, nonché l'incontro, a bordo della nave, fra Salvatore e un'affascinante donna inglese, Lucy (Charlotte Gainsbourg). Opera sofisticata, immersa in un'atmosfera dai contorni quasi onirici, Nuovomondo ha proposto uno sguardo differente e carico di suggestione su uno dei principali fenomeni della storia del ventesimo secolo.
7. L'ospite inatteso (2007)
L'immigrazione, la speranza - e la paura - di ripartire da zero, il contatto con una diversa realtà in cui ci si sente inevitabilmente 'estranei'. Queste tematiche, già affrontate da vari altri film citati in precedenza, ne L'ospite inatteso sono sviluppare però da un punto di vista insolito: quello di Walter Vale (Richard Jenkins), un professore vedovo di mezza età, il quale scopre che nel suo appartamento di New York si è stabilita in segreto una giovane coppia di immigrati clandestini provenienti dalla Siria. Dopo la sorpresa iniziale, il solitario professor Vale decide di offrire riparo ai due ragazzi, instaurando con loro un'inaspettata amicizia. Scritto e diretto nel 2007 da Thomas McCarthy, regista del recentissimo premio Oscar Il caso Spotlight, L'ospite inatteso è una delle pellicole più interessanti e acute sulla questione dell'immigrazione da aree di guerra, ed è valsa all'eccellente Richard Jenkins la candidatura all'Oscar come miglior attore.
8. Welcome (2009)
Un ideale "film gemello" del succitato L'ospite inatteso, ma ambientato sul suolo francese: è Welcome, dramma sceneggiato e diretto da Philippe Lioret, presentato al Festival di Berlino 2009 e molto apprezzato da critica e pubblico in tutta Europa. Il bravissimo Vincent Lindon interpreta il ruolo dell'istruttore sportivo Simon Calmat, che stringe amicizia con Bilal Kayani (Firat Ayverdi), un ragazzo di origine curda in fuga dal proprio paese, teatro di conflitti civili e di massacri, e intenzionato ad attraversare a nuoto il Canale della Manica da Calais fino alla Gran Bretagna, per poi raggiungere la propria fidanzata a Londra. Pur di impedire che il giovane Bilal sia arrestato e rimpatriato Simon accetterà di proteggerlo e di prepararlo a una sfida fisica così impegnativa, cercando nel frattempo il modo migliore per aiutarlo. Film rigoroso ma emozionante, Welcome ci racconta l'immigrazione e lo stato di clandestinità sottolineando la sofferenza di chi fugge dal proprio paese e la necessità di un approccio quanto più possibile aperto e solidale verso questo problema.
9. C'era una volta a New York (2013)
Di nuovo indietro nel tempo, e per la precisione ad Ellis Island, meta delle navi provenienti dall'Europa, nel 1920, quando sul suolo statunitense mette piede Ewa Cybulski, un'affascinante immigrata polacca a cui presta il volto una magnetica Marion Cotillard. Separata a forza dalla sorella Magda (Angela Sarafyan), Ewa si ritrova completamente sola in un mondo a lei sconosciuto e dai contorni ostili, e viene circuita dal subdolo Bruno Weiss (Joaquin Phoenix), accettando di condurre una "vita da strada"; della donna, però, si innamorerà il cugino di Bruno, il prestigiatore Orlando (Jeremy Renner), per quello che sarà l'inizio di un pericoloso triangolo. Con C'era una volta a New York, presentato al Festival di Cannes 2013, il regista James Gray punta a rileggere le convenzioni del melodramma, con una messa in scena di grande pathos che punta soprattutto sul talento di Marion Cotillard.
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10. Dheepan - Una nuova vita (2015)
E in un periodo in cui la questione dell'immigrazione in Francia è quanto mai attuale e scottante (sono recentissime le notizie del drammatico smantellamento della Jungle di Calais), il cinema nazionale continua ad occuparsi della questione, analizzandola da vari punti di vista senza tralasciare i suoi aspetti più aspri e complessi. Così anche uno dei massimi autori del panorama francese, Jacques Audiard, è tornato a raccontare il mondo degli immigrati e le loro sfide quotidiane nella sua ultima pellicola, Dheepan - Una nuova vita, ricompensata con la Palma d'Oro come miglior film al Festival di Cannes 2015. L'attore Antonythasan Jesuthasan si cala nei panni del personaggio del titolo, un soldato in fuga dal conflitto nello Sri Lanka, dove era braccato dai suoi nemici, e intenzionato a ottenere l'asilo politico in Francia; ma per riuscirsi Sivadhasan, questo il suo vero nome, dovrà assumere l'identità del defunto Dheepan e iniziare una nuova esistenza nella periferia di Parigi, insieme a una famiglia che non è la sua.