La prima stagione della serie televisiva Roma (1), composta da 12 episodi, è stata trasmessa per la prima volta dal 28 Agosto 2005 al 20 Novembre 2005. Disponibile in Italia.
Trama di Roma 1. E' il 52 a.C. e il Senato di Roma è seriamente preoccupato per la straordinaria polarità di cui gode Giulio Cesare, fresco conquistatore della Gallia.
Dopo otto anni di guerra, Gaio Giulio Cesare ha finalmente completato la sanguinosa conquista della Gallia. Mentre si appresta a festeggiare l'eclatante vittoria e tornare col suo esercito a Roma, gli giunge notizia che sua figlia Giulia è morta durante il parto. Spossato e afflitto, invia immediatamente dei suoi aiutanti di campo a cercare una nuova moglie per Pompeo Magno, suo genero e come lui governante della Repubblica. A Roma, nel frattempo, Azia, l'ambiziosa e calcolatrice nipote di Cesare, e Servilia, sua ex-amante, da tempo dimenticata, sono impazienti per il suo ritorno. L'arrivo del grande condottiero però non è ben visto dalla classe dirigente. I senatori della repubblica temono che l'amato generale possa sconvolgere lo status quo. Quattrocento anni dopo la fondazione della Repubblica, Roma è diventata la città più ricca del mondo. Benché originariamente fondata sui principi della condivisione del potere e della competizione personale, le sue fondamenta cominciano a crollare. La classe dirigente è diventata smisuratamente ricca e sfarzosa e tra le diverse classi sociali si è aperto un abisso insormontabile.
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Marcantonio torna a Roma insieme ai due uomini che hanno liberato Ottaviano: Voreno e Pullo. Lucio torna dalla moglie Niobe dopo aver trascorso otto anni lontano da casa, mentre Pullo fa il giro dei bordelli. Il Senato rifiuta il compromesso offerto da Cesare per il suo ritorno. Antonio viene a sapere che Pompeo ha preparato un ultimatum per privare il generale del suo potere. Inizia un'estenuante lotta al potere che culmina con l'allontanamento del generale dalla città. Roma si prepara alla guerra.
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Pompeo, allarmato a causa della sostenuta avanzata di Cesare, emette un'ordinanza al popolo di Roma: tutti i nobili, i cavalieri devono abbandonare la città, e chiunque, plebeo o proletario, offra aiuti materiali o procuri sollievo ai traditori, sarà considerato nemico di Roma. L'ordine impone alle famiglie patrizie di schierarsi. Bruto sceglie di fuggire. Servilia decide di rimanere, mentre il figlio Bruto fugge insieme a Pompeo. Atia incarica il mercenario Timone di assicurare la sicurezza della sua famiglia e di uccidere suo genero. Durante una missione, Voreno non riesce a credere al fatto che nessuno sembra resistergli...
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Pompeo continua le sue manovre al di fuori della città. Cesare cerca di consolidare il suo potere, la sua missione prioritaria è guadagnarsi il sostegno dei sacerdoti e chiede loro che siano fatte delle divinazioni tali che il popolo di Roma sappia che gli dei sono dalla sua parte. Atia si prepara la cena di benvenuto a Cesare, un grande onore di cui si occupa con gioia. Tito Pullo consegna Quinto Pompeo a Cesare e quest'ultimo rispedisce l'uomo al campo del padre con un'offerta di tregua che sa già che Pompeo non potrà mai accettare. Lucio Voreno muove i primi passi come uomo d'affari romano..
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Cesare soppesa la controfferta di Pompeo nonostante le raccomandazioni di Marcantonio che vorrebbe mettere in ginocchio l'esercito di Pompeo. Voreno è costretto a riconsiderare la sua carriera dopo una serie di rovesci finanziari: si reca da Marco Antonio per comunicargli di riarruolarsi nell'esercito di Cesare. Marco Antonio accetta, ma solo perché Cesare l'ha lasciato a Roma e ha un gran bisogno di uomini abili. Voreno è subito iniziato negli Evocati da un sacerdote anziano, che celebra un'elaborata cerimonia al Tempio di Marte. Atia prepara un piano per separare Cesare da Servilia. Pullo insegna ad Ottaviano la fine arte del soldato ma finisce con l'apprendere dal giovane un paio di lezioni...
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Cesare si ritrova ad essere numericamente schiacciato dalle legioni di Pompeo e così chiede ad Antonio di unirsi con lui in battaglia. Antonio è assalito dal dubbio circa il suo futuro politico. Voreno e Niobe riscoprono la loro intimità. Atia forza Ottaviano a fare un ulteriore passo sulla strada della virilità.
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Abbandonati nel bel mezzo del Mar Adriatico, Voreno e Pullo cercano un modo per sopravvivere. In Grecia, Pompeo decide di attaccare le truppe di Cesare. Sul campo di battaglia le forze decimate di Cesare combattono quelle di Pompeo con disperata ferocia, nonostante il rapporto sia di cinque a uno. L'esercito più numeroso è tuttavia nemico di se stesso. Pompeo è costretto a ritirarsi, alla ricerca di rinforzi. Cesare fa subito giungere a Roma la notizia che ha vinto la battaglia, mentre Pompeo, stordito e insanguinato riunisce i senatori per accertarsi che stanno riconsiderando le loro fedeltà. Azia continua a cercare l'amicizia di Servilia allo scopo di assicurarsi la sua protezione.
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Per trovare Pompeo Magno, Cesare e i suoi uomini si dirigono in Egitto, dove fanno visita al dodicenne re Tolomeo, che gli offre un sorprendente regalo. Voreno e Pullo fanno ancora la parte dei liberatori quando restituiscono la libertà alla sorella del re egiziano, Cleopatra. Cesare richiede all'Egitto il pagamento dei debiti del passato e finisce con l'assicurarsi una strategica unione con il faraone stesso. A Roma, nel frattempo, Cicerone e Bruto s'incontrano nel Senato vuoto e contemplano i loro destini qualora Cesare non dovesse più tornare...
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Sulle polverose pianure africane Catone e Scipione, sconfitti, si trascinano verso la città più vicina con una manciata di soldati e di schiavi. Nonostante siano riusciti a mettere su un esercito con il re della Numidia, Cesare e le sue legioni li hanno sconfitti in una battaglia decisiva a Tapso.Ora dovranno valutare il loro destino.Con la sconfitta di Scipio e Cato, Cesare torna a Roma da eroe. Il piano di Servilia di usare Ottavia per sedurre suo fratello e rendere così pubblico il segreto inerente l'invalidità di Cesare fallisce e la donna viene pubblicamente umiliata. La resa dei conti fra Voreno, Pullo ed un criminale locale finisce con una inattesa reprimenda di Cesare nei confronti dei suoi due uomini fidati.
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Quando il Senato si riunisce per conferire a Cesare i poteri di un "imperatore di fatto", Scipione e Bruto mettono da parte l'onore per appoggiare l'uomo che avevano combattuto, esortando gli altri senatori a fare altrettanto. Proclamato Dittatore da tutti i componenti del Senato, Cesare annuncia la fine della guerra e predispone cinque giorni di festa per il suo trionfo. Pullo prende in considerazione un futuro con Eirene. Con l'aiuto di Posca, Voreno aspira alla carica di magistrato municipale. Servilia invita un vendicativo Quinto Pompeo a casa sua, nonostante lo sgomento di Bruto. Ottaviano mette fine al volontario esilio di Ottavia. Nei boschi immediatamente fuori Roma il corpo del re dei Galli, rinvenuto tra un mucchio di immondizia in città, brucia al rogo. Diverse dozzine di Galli si sono radunati in una cerimonia clandestina per l'ultimo omaggio al loro capo decaduto.
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Voreno negozia un'indennità per i soldati che hanno combattuto insieme a Cesare. Lui e Niobe vengono invitati ad una festa organizzata da Azia, quest'ultima prende Cesare in disparte per metterlo in guardia contro Bruto: è convinta che Servilia non avrà pace finché Cesare non sarà morto. Cassio tenta di convincere Bruto che la vita e la morte della Repubblica è nelle sue mani: prende così vita una cospirazione. Antonio e Ottavia si sposano. Ottaviano viene a sapere che Pullo, accusato di omicidio, è in attesa di processo e supplica Cesare di intervenire... Pullo, sembra rassegnato al suo.
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In seguito alle loro epiche battaglie nell'arena, Pullo e Voreno sono diventati gli eroi delle truppe romane, ispirando rappresentazioni teatrali, murali e canzoni che li celebrano come simboli di amore fraterno e di salvezza. Cesare è intenzionato ad inserire alcuni nuovi membri fidati nelle fila del Senato Romano, con la delusione della vecchia guardia che decide di entrare in azione. Nel cuore della città, nel Senato, Cesare procede attraverso una calca di lettori e sostenitori, cercando in vano Voreno. Giunto nei pressi della sua sedia, si affianca a Bruto, il quale, paralizzato, nasconde a malapena il suo pugnale. Questi sta trovando il coraggio di uccidere un uomo che in fondo ama... e il sangue scorre. "Questa è la sorte dei tiranni!" dichiara Cassio, sollevando in aria la mano di Bruto.
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