Il sudcoreano Park Chan-wook è un grande appassionato di cinema sin da adolescente, quando rimane folgorato dalla Settima arte dopo aver visto il capolavoro di Alfred Hitchcock La donna che visse due volte. Nonostante questa grande passione tuttavia, decide di iscriversi alla Facoltà di Estetica dell'Università di Seoul per tentare di studiare da critico d'arte. Tuttavia, non essendo ammesso, è costretto a ripiegare sulla Facoltà di Filosofia, dove riesce a conseguire la laurea pur non trovando particolarmente stimolanti le materie di studio. Durante gli anni dell'università frequenta il circolo cinematografico degli studenti noto come "Film Gang" e inizia a scrivere di cinema pubblicando saggi e recensioni, che saranno in seguito raccolti in volumi.
Verso la fine degli anni Ottanta inizia a lavorare sui set cinematografici e riesce a diventare aiuto regista di Kwak Jae-young. Debutta dietro la macchina da presa nel 1992 con il la commedia Moon is the Sun's Dream che però passa inosservata. Dovranno passare altri cinque anni prima che il regista torni sul set: nel frattempo lavora in una videoteca e continua a scrivere articoli sul cinema per le riviste specializzate. Nel 1997 dirige Trio, anch'esso non particolarmente notato, e due anni dopo firma il cortometraggio Judgment, film di denuncia incentrato su un terremoto che ha distrutto un centro commerciale mal progettato. Finalmente viene notato dalla casa di produzione Myung Films , che gli propone la regia di JSA - Joint Security Area, un thriller ispirato a un romanzo di Park Sang-yun che narra della scandalosa amicizia nata tra un gruppo di soldati Sud e Nord coreani al confine tra le due nazioni, grazie al quale ottiene il suo primo grande successo di pubblico.
Due anni dopo, sfruttando il successo di JSA, il regista riesce a trovare i finanziamenti per un progetto al quale stava lavorando da tempo: l'efferato e cinico Sympathy for Mr. Vengeance, thriller dallo stile indipendente che vanta un'affilata ironia nera. Il film in breve tempo diventa un cult, e viene presentato nell'ambito di numerosi festival di cinema internazionali, mentre gli interpreti Song Kang-ho e Shin Ha-kyun si trasformeranno in veri e propri divi in patria.
Nel 2003, dopo aver diretto un episodio per un progetto collettivo sui diritti umani, If You Were Me, il regista realizza il secondo capitolo della sua personale trilogia dedicata alla vendetta, il visionario e crudo OldBoy, trasposizione di un fumetto coreano, nel quale Park porta a compimento la ricercatezza formale del suo stile. Interpretato da uno stupefacente Choi Min-sik nel ruolo del disperato protagonista Oh Dae-su, vittima di un intricatissimo e spietato piano di rivalsa, Il film vince nel 2004 il Gran Premio della Giuria al Festival de Cannes, anche con la complicità del Presidente della giuria Quentin Tarantino, ottenendo un enorme consenso anche presso numerosi fan occidentali (tanto che per lungo tempo a Hollywood è stato portato avanti il progetto di realizzare un remake, poi accantonato).
Nel 2005, dopo aver diretto un episodio dell'horror Three... Extremes, Cut, caratterizzato dal consueto stile registico ricercato, Park conclude la sua trilogia firmando Lady Vendetta, con il quale partecipa alla Mostra del Cinema di Venezia, presso cui sarà membro della giuria l'anno successivo. Con questa opera per la prima volta il regista si affida a una protagonista femminile, la sbalorditiva Lee Young Ae, per mettere in scena un altro elaborato marchingegno vendicativo, portando all'eccesso barocco la sua estetica visionaria.
Abbandonato il vengeance movie, Park spiazza tutti realizzando l'anno seguente il colorato e immaginifico I'm a Cyborg, But That's OK, una commedia romantica ambientata in un centro psichiatrico, nel quale la protagonista (Im Su-jeong) si crede un robot. Ricco di effetti speciali in computer grafica e illuminato da una fotografia satura e pop, il film, che al Festival di Berlino vince il Premio Alfred Bauer per l'opera più innovativa, lascia però interdetti gli appassionati dei precedenti action del regista.
Tre anni dopo l'autore ritorna ad atmosfere più cupe, senza però rinunciare all'estetica barocca e alla sinuosità dei suoi movimenti di macchina con Thirst: una sorta di personalissima rivisitazione in chiave horror del romanzo Teresa Raquin di Émile Zola, con protagonista un prete trasformato in vampiro (ennesima straordinaria interpretazione di Song Kang-ho). Il film, che è stato anche insignito del premio della giuria al Festival di Cannes 2009, ha destato scandalo per le ardite scene erotiche in cui è coinvolto il protagonista assieme all'affascinante attrice e modella Kim Ok-bi, divenuta una star in patria.
Park è particolarmente attivo anche come sceneggiatore, e nel corso degli anni ha spaziato tra vari generi. tra i suoi copioni, infatti, vi sono l'action politico Anarchists, incentrato su una cellula terroristica in lotta contro l'occupazione coreana dei giapponesi, il thriller The Humanist, il romantico Boy Goes To Heaven e la divertente commedia scolastica Crush and Blush.
In attesa della sua prima incursione a Hollywood (il regista aveva in passato rifiutato di dirigere il remake de La Casa) con il cupo dramma Stoker, nel quale dovrebbero prendere parte Nicole Kidman, Mia Wasikowska e Matthew Goode, Park si è sbizzarrito realizzando un corto sperimentale girato con l'iPhone, Night Fishing, racconto di una possessione spiritica dalle atmosfere sfumate e inquiete, presentato alla Berlinale del 2011.
2022 Premio Prix de la mise en scène per Decision to Leave
2009 Premio Prix du Jury per Thirst
2004 Premio Grand Prix per Old Boy
2018 Premio Miglior film non in lingua inglese per Mademoiselle
2005 Candidatura Film Non Europeo 2005 per Lady Vendetta
2022 Produzione, Regia, Sceneggiatura, Soggetto
2016 Regia, Produzione, Sceneggiatura
2013 Produzione
2013 Regia
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