Nino Manfredi, nato nel 1921 a Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone, dopo aver frequentato l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma, ha esordito a teatro nella metà degli anni Quaranta, recitando, tra l'altro, in ruoli drammatici nelle rappresentazioni di Shakespeare e Pirandello al Piccolo Teatro di Milano per la regia di Giorgio Strehler, cui sono seguite interpretazioni comiche sia in varietà radiofonici, sia nel teatro di rivista romano.
La popolarità arrivò tuttavia negli anni Cinquanta con il cinema, grazie ad alcuni film in cui interpretava con abilità vizi e ingenuità dell'"italiano del boom": tra questi, sono da ricordare almeno Tempo di villeggiatura (1956), Susanna tutta panna (1957), Guardia, ladro e cameriera (1958), Audace colpo dei soliti ignoti (1959) e L'impiegato (1960), dove ottiene il primo ruolo da protagonista. I quattro diversi ruoli interpretati in Questa volta parliamo di uomini (1965) di Lina Wertmüller gli valsero il suo primo riconoscimento ufficiale, ovvero il Nastro d'Argento.
Contemporaneamente, Manfredi approdò in televisione con sceneggiati di successo come L'alfiere e Un trapezio per Lisistrata, quest'ultimo a fianco di Delia Scala, con cui condusse anche l'edizione del 1960 di Canzonissima, per il quale creò anche il celebre personaggio del ciociaro "barista di Ceccano". La consacrazione a teatro arrivò pochi anni dopo con il memorabile Rugantino di Garinei e Giovannini nel 1963.
Per tutti gli anni Sessanta e Settanta, Manfredi ha continuato a interpretare ruoli cinematografici che sono rimasti impressi nell'immaginario collettivo, come quello del rappresentante scambiato per gerarca fascista in Anni ruggenti (1962); del barbiere innamorato di Straziami, ma di baci saziami (1966); dello stregone in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968); dell'innocente perseguitato in Girolimoni, il mostro di Roma (1972), o dell'emigrante italiano in Svizzera del malinconico Pane e cioccolata (1974).
Nel 1970 diresse l'interessante riflessione sulla religione Per grazia ricevuta (sua seconda regia dopo L'avventura di un soldato, segmento del film a episodi L'amore difficile, del 1962), premiato a Cannes con la Palma d'oro per la miglior opera d'esordio, del quale è anche protagonista. Nel 1981 Manfredi ha diretto il suo terzo film, la commedia enigmatica e crepuscolare Nudo di donna. Ha invece collaborato anche alla sceneggiatura de Il giocattolo di Giuliano Montaldo (1979), amara satira in cui interpreta un uomo divenuto ossessionato della sua pistola.
Seguirono altri successi come C'eravamo tanto amati (1974) di Ettore Scola, In nome del Papa Re (1977) di Luigi Magni e Café Express (1980) di Nanni Loy, con gli ultimi due che gli fruttarono ancora il Nastro d'Argento.
Alla televisione Manfredi ha regalato un altro dei suoi personaggi più riusciti e commoventi, il Geppetto del Pinocchio di Luigi Comencini, mentre nel 1975 impersonò Barabba per La vita di Gesù. È sempre al piccolo schermo che l'attore ha dedicato le sue energie negli anni più recenti, con ruoli in miniserie come Un commissario a Roma e l'enorme successo Linda e il brigadiere, al fianco di Claudia Koll, ma anche fiction come Una storia qualunque e Un posto tranquillo. L'ultima sua apparizione televisiva risale al gennaio 2003, con il film per la tv La notte di Pasquino, diretto dall'amico Luigi Magni, e con il doppiaggio del cartone animato L'apetta Giulia e la signora Vita.
L'ultimo riconoscimento tributato a Manfredi è stato quello del Festival di Venezia 2003, in cui appariva anche tra i protagonisti della storia della mostra passati in rassegna dal cortometraggio Venezia 60: il Premio Bianchi, ritirato, tra gli applausi e la commozione, dalla moglie Erminia Ferrari, ha accompagnato le immagini dell'ultimo film interpretato dall'attore, La fine di un mistero, in cui Manfredi ha prestato il volto a Federico Garcia Lorca, il poeta spagnolo fucilato dal regime franchista nel 1936.
1990 Premio Premio Alitalia
1984 Premio Targa speciale
1978 Premio Miglior attore protagonista per In nome del Papa Re
1976 Premio Miglior sceneggiatura per Attenti al buffone
1974 Premio Miglior attore protagonista per Pane e cioccolata
1970 Premio Miglior attore protagonista per Nell'anno del Signore
1969 Premio Miglior attore protagonista per Vedo nudo
1980 Premio Miglior attore protagonista per Cafè Express
1978 Premio Miglior attore protagonista per In nome del Papa Re
1972 Premio Miglior soggetto originale per Per grazia ricevuta
2003 Recitazione
2003 Recitazione
2003 Recitazione
2002 Recitazione
Dio creò la donna per seconda perché non voleva che durante la creazione dell'uomo ci fosse qualcuno che dava disposizioni.
Luca, figlio di Nino Manfredi, ricordando la figura del padre ha spiegato perché l'attore romano aveva l'abitudine di controllare il frigorifero quando tornava dal set.
Stasera su Cine34, in prima e seconda serata, Mediaset omaggia Nino Manfredi nel giorno del suo centenario con due commedie accomunate dal tema della nudità: Vedo nudo e Nudo di donna.
Stasera su Rai2 alle 21:25 appuntamento con il documentario Uno, nessuno, cento Nino, in ricordo di Nino Manfredi nel giorno in cui avrebbe compiuto 100 anni.
Per il centenario dalla sua nascita riscopriamo la carriera di Nino Manfredi attraverso i suoi migliori film, da Totò, Peppino e... la malafemmina a In nome del Papa Re.
La Verità ha recentemente intervistato il figlio di Nino Manfredi: "Invidiava il talento di Sordi, con Tognazzi ci fu una frattura, era troppo goliardico."