Lino Micciché è stato uno storico e critico cinematografico italiano. Poco più che ventenne viene nominato responsabile dei Centri Universitari Cinematografici. Alla fine degli anni '50 scrive per alcune riviste di cinema, gira alcuni cortometraggi a soggetto di impronta neorealista e nel 1962 dirige con Lino Del Fra e Cecilia Mangini il documentario All'armi, siam fascisti, che racconta la genesi, il consolidamento e la caduta del regime di Mussolini.
Nel 1965 dà vita ad una delle più innovative rassegne cinematografiche italiane, la Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, che dirige per lungo tempo e di cui è membro del comitato organizzatore per quasi quarant'anni, sino alla sua morte. Per la Mostra di Pesaro organizza una serie di convegni che discutono per la prima volta in Italia delle principali ondate di nuovo cinema internazionale degli anni sessanta, come la Nová vlna cecoslovacca, il New American Cinema e lo Junger Deutscher Film tedesco.
Nel 1968 riesce a instaurare un proficuo dialogo con gli studenti che contestano il festival pesarese, decidendo di abolire i premi e di introdurre la gestione assembleare della manifestazione. L'esito della sua mediazione consente al festival di proseguire senza traumi la propria vocazione di ricerca e promozione del nuovo cinema, a differenza di quanto accade nello stesso anno alla Mostra di Venezia.
Nel 1973 inizia l'insegnamento di storia del cinema all'Università di Trieste, che prosegue alle università di Siena, Parigi-Sorbonne e Roma III.
È stato titolare della rubrica cinematografica dell' Avanti! per oltre un trentennio, e presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.