Ritenuto da molti critici uno dei più grandi attori dello scorso secolo, Laurence Kerr Olivier nacque a Dorking nel Surrey, in Inghilterra.
Figlio di Gerard, pastore anglicano, recitò fin da piccolo: il padre riconobbe subito in Kim (il nomignolo con cui veniva chiamato in famiglia) le doti che il grande schermo avrebbe poi messo in risalto e che gli spettatori e gli addetti ai lavori avrebbero presto apprezzato. Dopo aver frequentato la Central School of Speech and Drama (Scuola centrale di recitazione e drammaturgia), partecipò allo spettacolo teatrale Private Lives - La dolce intimità dello scrittore Noel Coward (1930). Lo stesso anno sposò Jill Esmond, che gli darà un figlio, Tarquin, 10 anni più tardi e dalla quale poi divorzierà. I primi ruoli teatrali di sir Olivier si alternarono nelle opere shakespeariane, in particolare nei ruoli di Romeo e Mercuzio.
Per il cinema dovette aspettare il 1939, quando interpretò Heathcliff nel melodramma Cime tempestose , adattamento del romanzo omonimo di Emily Bronte diretto da William Wyler.
Di un anno prima la notizia di una sua relazione con Vivien Leigh, che l'attore sposò dopo i rispettivi divorzi, nel 1940. Il matrimonio delle due stelle di Hollywood avvenne nel ranch di San Ysidro a Santa Barbara in California e vi partecipò anche Katharine Hepburn, testimone di nozze.
La vita sentimentale di Laurence Olivier fu piuttosto burrascosa: un nuovo divorzio lo attendeva nel 1960. L'anno dopo sposò la terza moglie Joan Plowright dalla quale ebbe tre figli: Julie-Kate, Richard, e Tamsin.
Se la vita coniugale dell'uomo fu sicuramente rocambolesca, molto più felice fu quella dell'attore: costellata di successi e di riconoscimenti continui. Nel 1944 fu protagonista assoluto di Enrico V: Olivier scrisse, diresse e interpretò quello che sarebbe diventato un classico shakespeariano al cinema. La stessa operazione si ripeté nel 1948 con l'Amleto (di cui fu anche produttore), che gli valse ben quattro premi Oscar (Miglior attore, Miglior film, scenografia e costumi) e il Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia. Fu poi la volta del Richard III - Riccardo III, nel 1956, e dell'Othello - Otello, nel 1965.
Tra le sue interpretazioni indimenticabile il ruolo del duro Max De Winter nel film di Alfred Hitchcock Rebecca, la prima moglie (1940), del giallista Andrew Wyke in Sleuth - Gli insospettabili (1972) e dell'ex criminale nazista, Szell in Marathon Man - Il maratoneta (1976).
Direttore del Royal National Theatre di Gran Bretagna dal 1962 al 1973, nel 1947 venne nominato cavaliere e nel 1960 barone.
Nel 1976 ricevette l'Oscar alla carriera.
Quando una grave malattia lo colpì, Olivier fu tormentato dalla paura di non riuscire più ad assicurare alla sua famiglia un adeguato sostentamento, partecipò pertanto a film minori delle cui campagne pubblicitarie non volle nemmeno far parte.
Morì all'età di ottantadue anni a Styninig nel West Sussex, in Inghilterra, per una serie di complicazioni di malattie neuromuscolari che avevano ulteriormente peggiorato il suo stato.
La sua tomba si trova nell'angolo dei poeti nell'Abbazia di Westminster a Londra.
Quindici anni dopo la sua morte Laurence Olivier apparve un'ultima volta in un nuovo film grazie alla computer grafica: alcuni filmati realizzati quando era giovane vennero integrati nello sci-fi Sky Captain and the World of Tomorrow (2004).
1979 Premio Premio alla carriera
1979 Candidatura Miglior attore protagonista per I ragazzi venuti dal Brasile
1977 Candidatura Miglior attore non protagonista per Il maratoneta
1973 Candidatura Miglior attore protagonista per Gli insospettabili
1966 Candidatura Miglior attore protagonista per Otello
1961 Candidatura Miglior attore protagonista per Gli sfasati
1957 Candidatura Miglior attore protagonista per Riccardo III
1949 Premio Miglior attore protagonista per Amleto
1949 Candidatura Miglior regia per Amleto
1947 Premio Premio speciale per Enrico V
2004 Recitazione
1980 Recitazione
1981 Recitazione
1977 Recitazione
L'attore e regista potrebbe vestire i panni di Sir Olivier nel biopic dedicato alla vita di Marilyn Monroe.
Nel ventennale della morte le interpretazioni immortali di Laurence Olivier rappresentano ancora oggi un canone per gli attori contemporanei. Il ricordo di un artista che ha fatto della naturalezza la sua tecnica vincente.