Nato a Uppsala, in Svezia, nel 1918, Ingmar Bergman era il figlio di un pastore luterano di Stoccolma, divenuto in seguito cappellano della Corte Reale, da cui il futuro regista ha ereditato la visione religiosa, elaborata tuttavia in maniera critica e problematica. Già da bambino dirigeva spettacoli di marionette, rappresentati in ambito familiare, dei quali i suoi due fratelli erano gli interpreti. L'amore per il cinema, invece, nacque a soli dodici anni, quando gli venne regalato un proiettore cinematografico (episodio che ha ripreso in una delle sue opere maggiormente autobiografiche, l'affettuoso amarcord Fanny e Alexander).
Dopo essersi laureato in storia della letteratura all'Università di Stoccolma, e dopo avere intrapreso all'inizio degli anni Quaranta l'attività di regista e autore per il "Teatro reale dell'opera", per il quale ha scritto un dramma dal titolo La morte di Kaspar, si fece notare da alcuni dirigenti della Swedish Filmindustry che lo reclutarono per rivedere le sceneggiature scritte da autori affermati. Nel 1944 il suo copione di Spasimo, opera critica nei confronti del nazismo, fu adattata per il grande schermo dal regista Alf Sjöberg e vinse il Grand Prix du Festival International du Film al Festival di Cannes. In quell'occasione a Bergman fu anche concesso di girare le ultime sequenze del film, che in pratica raccontava il suo ultimo anno da studente.
Due anni dopo ha diretto il suo primo film, Crisi, melodramma tratto da un lavoro teatrale del danese Leck Fischer. Segue un periodo in cui l'autore non ha ancora maturato la completa padronanza del suo stile, e nel quale realizza opere intrise di romanticismo, come Piove sul nostro amore, La terra del desiderio, Musica nel buio, Città portuale, Sete e Un'estate d'amore, primo vero e proprio successo del regista, caratterizzato da un'elevata elaborazione stilistica.
Mentre già in Prigione del 1948 Bergman sperimenta tecniche espressive innovative, mescolando la rappresentazione della realtà con la dimensione onirica, i successivi Donne in attesa, Una vampata d'amore, Monica e il desiderio, Sogni di donna e Sorrisi di una notte d'estate, quest'ultimo premiato al Festival di Cannes, si caratterizzano per un elaborato studio delle psicologie femminili.
A questa prima fase della sua produzione, sono seguiti capolavori indiscussi che hanno rivoluzionato le possibilità espressive del cinema, come il metafisico e simbolico Il settimo sigillo, (Premio speciale della giuria al Festival di Cannes), entrato nell'immaginario collettivo per la celeberrima sequenza della partita a scacchi con la morte; lo psicanalitico Il posto delle fragole (Orso d'oro al Festival di Berlino), una delle prime opere cinematografiche a rappresentare un flusso di coscienza mentale; l'elaborata riflessione sul potere dell'immagine de Il volto (Premio speciale della giuria al Festival di Venezia).
Dopo un periodo di pausa negli anni Sessanta sono seguite altre opere memorabili, come la problematica visione spirituale de La fontana della vergine (Oscar al miglior film straniero); che ispira a una successiva "Trilogia del silenzio di Dio", composta da Come in uno specchio (secondo Oscar per il miglior film straniero), Luci d'Inverno e lo scandaloso Il silenzio.
Dopo l'autobiografico A proposito di tutte queste... signore, si aggiungono nel decennio successivo nuovi capolavori, come lo scandagliamento interiore di Persona, una delle più approfondite analisi psicologiche della Settima Arte; lo straziante e glaciale dramma familiare Sussurri e grida (premiato con l'Oscar per la migliore fotografia); l'amaro Scene da un matrimonio, del quale il regista ha anche realizzato un sequel, Sarabanda, con cui nel 2003 ha concluso la sua luminosa carriera cinematografica, costellata di numerosi riconoscimenti, tra cui l'Oscar alla memoria Irving G. Thalberg.
Nel corso della sua carriera Bergman è stato, oltre che autore cinematografico e televisivo, anche regista teatrale, e considerava il teatro come "una sposa fedele" al contrario del cinema, da lui visto come "una grande avventura, un'amante costosa ed esigente".
Da più di dieci anni, dopo la morte di Ingrid, la sua quinta moglie, Bergman si era ritirato a vivere in solitudine sull'Isola di Faro, dove aveva ambientato alcune delle sue pellicole, e nella quale si è spento nel 2007.
1984 Candidatura Miglior regia per Fanny e Alexander
1984 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Fanny e Alexander
1979 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Sinfonia d'autunno
1977 Candidatura Miglior regia per L'immagine allo specchio
1974 Candidatura Miglior film per Sussurri e grida
1974 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Sussurri e grida
1974 Candidatura Miglior regia per Sussurri e grida
1963 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Come in uno specchio
1960 Candidatura Miglior sceneggiatura originale per Il posto delle fragole
1984 Candidatura Miglior regista per Fanny e Alexander
1973 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
1966 Regia, Produzione, Sceneggiatura, Soggetto
1955 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
1957 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
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