Eleonora Rossi Drago, il cui vero nome era Palmira Omiccioli nasce a Genova nel 1925, e inizia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo lavorando come indossatrice e stilista. In seguito nel 1947 partecipa a Miss Italia e - pur non potendo gareggiare, perché già sposata e madre di una bambina - riesce comunque nell'intento di farsi notare, ottenendo così i primi ruoli cinematografici, prendendo parte a film come l'avventuroso I pirati di Capri, il drammatico Altura del 1949 e il sentimentale Due sorelle amano del 1950.
Nel 1949 effettua un provino per la parte da protagonista nel dramma Non c'è pace tra gli ulivi, ma il regista Giuseppe De Santis non la trova idonea per un ruolo di stampo "neorealista" e le preferisce Lucia Bosè. Nel 1951 ha però occasione di recitare per Luigi Comencini, che le offre un ruolo per il suo Persiane chiuse, film di denuncia sull'ambiente della prostituzione interpretato da Massimo Girotti e Giulietta Masina. È proprio a partire da questo film che la Drago seduce il pubblico maschile, nonostante il suo non fosse un fisico da "maggiorata".
In seguito farà parte del cast di pellicole come Sensualità, al fianco di Marcello Mastroianni e per la regia di Clemente Fracassi; La tratta delle bianche, ancora per Comencini; Le amiche di Michelangelo Antonioni, e La strada lunga un anno di Giuseppe De Santis, ancora insieme a Girotti e a Silvana Pampanini; nonché il bellico I sette dell'Orsa maggiore, l'adattamento pirandelliano di Vestire gli ignudi e quello da Alexandre Dumas Kean: genio e sregolatezza.
Nel 1956 l'attrice conquista pubblico e critica a teatro con un ruolo in Zio Vanja di Cechov, diretto da Luchino Visconti, e nello stesso periodo inizia una travagliata relazione sentimentale con Amedeo Nazzari, icona del nostro cinema sentimentale di quegli anni.
Dopo aver partecipato al noir Un maledetto imbroglio di Pietro Germi, nel 1959 la Drago ottiene anche un Nastro d'Argento per la sua interpretazione ne L'estate violenta di Valerio Zurlini, glaciale spaccato della Seconda Guerra Mondiale, cui segue un altro intenso ruolo in Tiro al piccione di Giuliano Montaldo, ambientato durante la Repubblica di Salò.
Tuttavia dagli anni Sessanta si vedrà sempre meno in ruoli cinematografici, prendendo comunque parte ad alcune commedie, come L'impiegato, L'idea fissa, e Io uccido, tu uccidi di Gianni Puccini, Il disco volante di Tinto Brass, Se permettete parliamo di donne di Ettore Scola; ma anche ad altri prodotti di genere come Assassinio made in Italy e le produzioni spagnole Il delitto di Anna Sandoval con Fernando Rey ed El último sábado. Sarà invece più presente in televisione come interprete di numerosi sceneggiati, tra cui il celebre La cittadella e D'Artagnan. L'unica eccezione è costituita da un ultima partecipazione di rilievo nella produzione hollwoodiana La Bibbia di John Huston, nella parte della moglie di Lot.
Negli anni Settanta l'inevitabile sfiorire della sua bellezza elegante e sofisticata le causa una grave depressione e, poche settimane dopo essere diventata nonna, l'attrice tenta il suicidio, ma viene salvata dall'imprenditore palermitano Domenico La Cavera, che sposerà nel 1973, abbandonando definitivamente il mondo dello spettacolo. L'ultimo film interpretato dalla Drago sono, infatti, i thriller Nelle pieghe della carne, di Sergio Bergonzelli e Il dio chiamato Dorian di Massimo Dallamano, entrambi del 1970.
1960 Premio Miglior attrice protagonista per Estate violenta
1970 Recitazione
1970 Recitazione
1964 Recitazione
1960 Recitazione