Claude Chabrol nasce a Parigi, Francia, il 24 giugno 1930. Passa gli anni di adolescenza, durante la Seconda Guerra Mondiale, nel villaggio di Sardent, dove, insieme a un amico, fa il proiezionista in un cinema fatto in casa. A fine guerra Chabrol torna a Parigi, dove s'iscrive a farmacologia - come il padre - all'Università di Parigi. In quegli anni entra in contatto con il mondo dei cineclub del dopoguerra, e conosce Jean-Luc Godard, François Truffaut, Èric Rohmer e Jacques Rivette, con i quali collabora alla rivista Cahiers du cinéma durante i '50.
Nel '55 Chabrol intervista insieme a Truffaut Alfred Hitchcock sul set di Caccia al ladro (1955), divenuta famosa perché i due sono finiti dentro una fontana perché abbagliati dalla presenza del regista. Anni dopo, quando entrambi erano diventati ormai registi affermati, Alfred raccontò a Truffaut di come pensasse sempre a loro quando vedeva due cubetti di ghiaccio galleggiare in un bicchiere. Nel '57 Chabrol scrive insieme a Rohmer Hitchcock, uno studio della filmografia del regista inglese basata sull'analisi del noir Il ladro (1956). In quegli anni erano impegnati nella riabilitazione di alcuni registi, soprattutto Hitchcock e Howard Hawks, che dalla critica del tempo erano considerati meramente commerciali, mentre loro credevano essere degli autori a tutti gli effetti. Nel '56 si sposa inoltre con la prima moglie, Agnés Goute, con la quale ha un figlio, Matthieu Chabrol. Nel 1958 Chabrol debutta come regista con Le Beau Serge, un dramma influenzato da Hitchcock con Jean-Claude Brialy, in parte finanziato dall'eredità della moglie, considerato il primo film della nouvelle vague. Ha un ottimo successo critico, e vince il premio Jean Vigo, ma non raggiunge il successo commerciale, che invece Chabrol ottiene con il film successivo, I cugini (1959), sempre con Brialy. Da qui inizia la collaborazione con lo sceneggiatore Paul Gégauff, con il quale lavorerà spesso fino agli anni '80.
Il più prolifico di tutti i registi della nouvelle vague, durante gli anni successivi Chabrol produce quasi un film ogni anno fino alla sua morte. Si possono riconoscere due periodi nella sua fimografia. Il primo va dal 1958 al 1963 circa, ed è quello influenzato dalle teorie sperimentali della new wave francese, e comprende titoli come Donne facili (1960), scritto da Gégauff, con Stéphane Audran, attrice con la quale si sposa nel '64, dopo il divorzio avvenuto due anni prima; Landru (1963); Parigi di notte (1965), commedia interpretata da Chabrol stesso. Raggiunge la maturità artistica intorno al '67, anno in cui inizia il suo periodo d'oro, che dura fino a metà anni '70. I suoi film si stabilizzano sul thriller-poliziesco alla Hitchcock, sono molto attenti all'analisi psicologica dei personaggi, e raccontano spesso dell'ipocrisia della borghesia provinciale, che copre i suoi vizi e odi sotto un velo di conformismo. Inoltre, da metà '70, inizia a collaborare stabilmente con l'attrice Isabelle Huppert, con la quale ha i maggiori successi. Di questo periodo fanno parte Les biches - Le cerbiatte (1968), scritto insieme a Gégauff ed interpretato da Jean-Louis Trintignant e Stéphane Audran; Stephane, una moglie infedele (1969), sempre con la Audran; Ucciderò un uomo (1969), dal romanzo The Beast Must Die di Nicholas Blake; Il tagliagole (1970); Sul far della notte (1971); Trappola per un lupo (1972), commedia con Jean-Paul Belmondo e Mia Farrow; Sterminate gruppo Zero (1974), con Michel Aumont; Gli innocenti dalle mani sporche (1975), thriller con Romy Schneider, Rod Steiger e Jean Rochefort; e Violette (1978), con Isabelle Huppert, Stéphane Audran e Lisa Langlois. Nel '78 divorzia dalla Audran, per sposarsi nuovamente, questa volta con Aurore Paquiss, che era stata sua script supervisor fin dagli anni '50, e con la quale ha quattro figli.
Da fine anni '70, ormai regista affermato, dirige alcuni film che lo rendono famoso nel panorama internazionale, nonostante non aggiungano niente di nuovo al suo repertorio. Tra questi ricordiamo Il grido del gufo (1987), thriller romantico con Mathilda May, musicato dal figlio Matthieu Cabrol, compositore; Un affare di donne (1988) drammatico sull'occupazione nazista in Francia, con Isabelle Huppert; Madame Bovary (1991), adattamento dal romanzo di Flaubert con Isabelle Huppert e Lucas Belvaux; Il colore della menzogna (1999), uno dei migliori film della sua carriera; ed il suo ultimo lavoro, L'ispettore Bellamy (2009), con Gérard Depardieu, Clovis Cornillac e Jacques Gamblin. Nel 2002 è stato prodotto un remake hollywoodiano del suo thriller Stephane, una moglie infedele: Unfaithful - L'amore infedele, diretto da Adrian Lyne, ed interpretato da Diane Lane, Erik Per Sullivan, Richard Fere e Michelle Monaghan. Muore il 12 settembre 2010, a ottant'anni.
2001 Candidatura Regista del miglior film straniero per Grazie per la cioccolata
2003 Premio Premio alla Carriera
2007 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
2006 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
2004 Regia, Sceneggiatura
2003 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
Dopo la valanga di premi ottenuti per la strepitosa interpretazione in Elle e in occasione dell'uscita del suo nuovo, splendido film, Le cose che verranno - L'avenir, celebriamo la carriera di Isabelle Huppert ripercorrendo dieci grandi ruoli che ci hanno mostrato il talento della meravigliosa attrice francese.
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