Nata a Bruxelles dall'inglese Joseph Anthony Ruston e dalla baronessa olandese Ella van Heemstra Audrey Kathleen Ruston (alla quale poi il padre attribuì anche il cognome della nonna materna) è oggi una delle più famose dive del cinema mondiale. La sua raffinatezza dei gesti e del portamento, la sua classe ed eleganza (ereditati probabilmente dagli avi britannici di sangue blu presenti nell'albero genealogico) ne hanno fatto una graziosa e storica icona di stile e recitazione. Il suo nome è ancora oggi uno dei più blasonati tanto presso il pubblico femminile che da sempre si è ispirato alla sua immagine quanto quello maschile che ha apprezzato la diva. Non stupisce che Audrey Hepburn sia, a distanza di oltre un ventennio dalla sua tragica morte, tra le attrici intorno alle quali proliferano più biografie e volumi monografici.
All'età di sei anni l'attrice subì il primo trauma significativo quando il padre, filonazista, abbandonò la famiglia dopo il divorzio. Quattro anni dopo si trasferì insieme alla madre e ai fratellastri nella città olandese di Arnhem, al riparo dagli attacchi nazisti, dove frequentò il Conservatorio e studiò danza. Presto divenne una ballerina famigerata e partecipò a spettacoli in favore del movimento di opposizione al nazismo, continuando a restare comunque in contatto con il padre, che aiutò finanziariamente fino alla morte. Dopo un breve soggiorno ad Amsterdam, si trasferì a Londra, dove continuò a prendere lezioni di danza finché non le negarono la speranza di continuare a causa della forma fisica, peggiorata durante il periodo bellico. Fu forse in quel momento che pensò d'intraprendere la carriera d'attrice ed esordì poco dopo nel documentario Nederlands in Sieben Lessen - L'olandese in 7 lezioni (1948). La prima apparizione sul grande schermo avvenne nel 1951 con la commedia britannica One Wild Oat. L'anno d'esordio fu significativo per Audrey Hepburn perché prolifero con piccoli ruoli e con una parte teatrale importante che la lanciò definitivamente a Broadway: Gigi, scritta da Colette, che scelse l'attrice personalmente. Oltre a un enorme successo di platee, con sei mesi di repliche a New York, l'interpretazione valse all'attrice il premio Theatre World Award. L'anno successivo arrivò anche il primo trionfo cinematografico con il film The Secret People, nel quale poté esibire anche le sue doti di ballerina. Seguì Vacanze romane con Gregory Peck, diretto da William Wyler: Audrey partecipò al casting malgrado la Paramount avesse indicato Elizabeth Taylor per il ruolo di protagonista e fu scelta per vestire i panni dell'incantevole Principessa Anna, che le valse, nel 1954, l'Oscar come migliore attrice protagonista e un BAFTA come miglior attrice.
Il successo della Hepburn, confermato anche da numerose critiche positive, planò rapidamente e in poco tempo il volto della giovane attrice era già sulle principali copertine dei magazine statunitensi. Il teatro la richiamò ancora per portare nuovamente in scena Gigi, che la impegnò per quasi un anno. Da questo momento la carriera cinematografica di Audrey fu continuamente interrotta da quella teatrale, alla quale non si negò mai. Ma il cinema le assicurò maggiore fama e soddisfazioni: Billy Wilder la volle come protagonista di Sabrina (1954) al fianco di Humphrey Bogart e l'interpretazione le valse una nuova nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista (il premio andò però a Grace Kelly per La ragazza di campagna); nel 1957 dimostrò nuovamente il suo talento di "one girl show" in Cenerentola a Parigi, dove fu la partner artistica del celebre Fred Astaire; due anni più tardi ricevette il Golden Globe come migliore attrice in un film drammatico per La storia di una monaca in cui fu diretta da Fred Zinnemann.
Il film che sicuramente rese la sua immagine immortale fu la love comedy Colazione da Tiffany, tratto dal romanzo di Truman Capote e diretto da Blake Edwards nel 1961: il ruolo di Holy Golightly rappresenta tuttora una delle figure femminili cinematografiche di maggiore presa sul pubblico e uno dei ruoli che Audrey Hepburn interpretò ineccepibilmente.
Nel 1963 fu accanto a un'alta grande star della fabbrica dei sogni americana: Cary Grant, col quale instaurò una bella intesa in Charade - Sciarada, diretto da Stanley Donen. L'anno dopo fu ancora la volta di un film musicale con My Fair Lady (Cukor, 1964) nel quale fu la povera fioraia Eliza Doolittle, altro ruolo memorabile che doveva essere assegnato all'allora emergente Julie Andrews.
Il regista Stanley Donen la chiamò di nuovo per un suo film nel 1967, quando fu nel cast di Due per la strada, film provocatorio sul divorzio, che capitò alla Hepburn proprio in un brutto momento di crisi coniugale con Mel Ferrer.
Il ruolo successivo fu completamente diverso e la Hepburn confermò con esso di aver raggiunto la piena maturità artistica (quarta nomination agli Oscar): nel thriller Gli occhi della notte (Young, 1967) interpretò infatti una donna cieca.
Gli anni successivi furono cruciali per la sua situazione familiare: l'attrice dovette far fronte al divorzio e, dopo aver sposato lo psichiatra italiano Andrea Dotti, affrontò una gravidanza molto difficile che la costrinse ad assentarsi dalle scene. Fece ritorno nel cinema dopo 9 anni con il film Robin e Marian dove fu al fianco di Sean Connery, ma questo film e quelli immediatamente successivi furono successi molto discreti. L'ultima notevole interpretazione per il grande schermo risale al 1981 quando fu accanto a Ben Gazzara, diretta da Peter Bogdanovich nella commedia ...e tutti risero.
Prima di lasciare il cinema apparve con un cameo nel film romantico di Steven Spielberg Always - Per sempre, nel 1988. In quegli anni la Hepburn abbandonò il grande schermo per dedicarsi alle iniziative solidali cui aveva sempre dato un contributo e per lavorare in televisione: fu infatti la presentatrice del programma Gardens of the World with Audrey Hepburn (che le valse un Emmy postumo), la cui prima puntata andava in onda proprio il giorno dopo la sua scomparsa: il 20 gennaio del 1993.
1992 Premio Humanitarian Award
1968 Candidatura Miglior attrice protagonista per Gli occhi della notte
1962 Candidatura Miglior attrice protagonista per Colazione da Tiffany
1960 Candidatura Miglior attrice protagonista per La storia di una monaca
1955 Candidatura Miglior attrice protagonista per Sabrina
1954 Premio Miglior attrice protagonista per Vacanze romane
1990 Premio Premio Speciale Cecil B. DeMille
1968 Candidatura Miglior attrice protagonista (dramma) per Gli occhi della notte
1968 Candidatura Miglior attrice protagonista (commedia o musical) per Due per la strada
1965 Candidatura Miglior attrice protagonista (commedia o musical) per My Fair Lady
1967 Recitazione
1964 Recitazione
1963 Recitazione
1961 Recitazione
Sono nata con un enorme bisogno d'affetto, ed un terribile bisogno di darne
Se hai bisogno di una mano, è alla fine del tuo braccio, e quando invecchi, ricordati di avere un'altra mano. La prima è per aiutare te stesso, l'altra per aiutare gli altri
Stasera su Sky Documentaries alle 21:15 il documentario dedicato a Audrey Hepburn, che ripercorre la vita, non sempre facile, della diva.
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