Yara arriva su Netflix il 5 novembre: il film diretto da Marco Tullio Giordana proverà a raccontare la storia di Yara Gambirasio, uno dei casi di cronaca nera italiana più drammatici degli ultimi anni. Andrea Pezzotta, il legale della famiglia Gambirasio, ha rivelato che non c'è stata collaborazione tra i genitori della bambina e il regista Marco Tullio Giordana.
Pezzotta, contattato da Fanpage, a proposito della collaborazione tra la famiglia Gambirasio e i produttori, ha affermato: "Non c'è stato nessun accordo, nulla. La famiglia lo ha scoperto a cose fatte, solo dopo hanno fatto una telefonata a me, ma a film già confezionato. Il film non l'ho neanche visto. I Gambirasio non hanno rilasciato alcuna dichiarazione, non lo fanno in altre circostanze figuriamoci in una situazione del genere".
La versione dei fatti di Pietro Valsecchi, principale produttore del film, è diversa da quella della famiglia: "Non è andata così: come ho sempre fatto quando ho scelto di raccontare storie ispirate a fatti e personaggi reali, ho chiamato l'avvocato quando ancora stavamo scrivendo il film. In quell'occasione rispose che la famiglia Gambirasio non intendeva essere coinvolta e ovviamente ho rispettato questa decisione. A fine montaggio l'abbiamo richiamato nel caso avessero cambiato idea, ma la risposta è stata la stessa."
Marco Tullio Giordana, il regista di Yara, intervistato da La Repubblica, ha raccontato di aver studiato approfonditamente il caso, partendo dagli interrogatori e gli atti processuali fino ad arrivare ai resoconti dei giornali: "Ho scelto di raccontare i fatti come se fossero collocati nella preistoria, ogni rabbia o passione spenta, detestando per indole ogni illecita morbosa curiosità".