Per la questione dei viaggi nel tempo nel film X-Men: Giorni di un futuro passato il regista Bryan Singer consultò il collega James Cameron. Per l'esattezza, i due passarono due ore a discutere la logica di quell'espediente narrativo sullo schermo, soffermandosi su dettagli come gli universi alternativi e la fisica quantistica. La scelta di parlarne con Cameron è dovuta alla sua esperienza in materia con il franchise di Terminator, di cui quasi tutti i capitoli cinematografici contengono almeno un viaggio nel passato da un futuro post-apocalittico.
X-Men: Giorni di un futuro passato si basa sull'omonima storyline a fumetti del 1981 scritta da Chris Claremont (che ha un cameo nel film) e illustrata da John Byrne. I mutanti, perseguitati dalle Sentinelle, mandano nel passato uno degli X-Men per impedire l'evento che porterà all'ascesa dei letali robot (nei fumetti, l'omicidio del senatore Robert Kelly, che al cinema è morto già nel primo X-Men). Mentre il viaggiatore temporale - la cui mente viene spedita nel corpo del suo io passato - è ancora in azione, le due epoche coesistono, e la nuova linea temporale esisterà solo una volta che è tornato a casa (la cosiddetta "teoria dell'osservatore", come ha spiegato Singer).
Film degli X-Men: in che ordine (cronologico) vederli
Nel fumetto originale è Kitty Pryde che torna nel passato, aiutata da Rachel Summers. Questo non era possibile nel film X-Men: Giorni di un futuro passato per questioni anagrafiche (preservando il metodo della fonte cartacea, lei non sarebbe stata in grado di tornare nel 1973, essendo nata almeno dieci anni dopo), e così furono considerate alternative come il professor Xavier, Magneto e la Bestia. Tutte e tre le ipotesi furono però scartate perché gli attori giovani avrebbero dovuto imitare le loro controparti più anziane, il che avrebbe cozzato con il tono generalmente serio del film. Si ripiegò quindi su Wolverine, dato che Hugh Jackman poteva interpretare entrambe le versioni, nel 2023 e nel 1973.